È morta Maria Vittoria Prati, la ricercatrice 66enne del Cnr che guidava l’auto-prototipo esplosa mentre percorreva la tangenziale di Napoli. La terribile esplosione si è verificata venerdì 23 giugno scorso, a bordo anche un tirocinante 25enne le cui condizioni restano gravi ma stabili. La ricercatrice morta aveva riportato gravi ustioni sul 90% del corpo ed è deceduta dopo quattro giorni di agonia, ricoverata nel Centro Grandi ustioni dell’ospedale Cardarelli dove era stata trasportata dopo l’esplosione.
La donna era un ingegnere considerata un nome di riferimento nel campo dello studio delle emissioni e dell’utilizzo di combustibili alternativi. Il veicolo su cui si trovava era stato infatti realizzato nell’ambito di un progetto sperimentale per la conversione delle auto destinate alla rottamazione in veicoli ibridi alimentati a gasolio e a energia solare. Sono ancora da chiarire le cause che hanno portato alla tragica esplosione. La procura di Napoli ha avviato un’indagine, affidata ai magistrati della sesta sezione – lavoro e colpe professionali. Un dirigente del Cnr è stato ascoltato nell’ambito delle indagini ed è stato disposto il sequestro di una vettura gemella a quella andata distrutta, una Volkswagen Polo Tdi. A quanto si apprende, alla base dell’esplosione ci sarebbe il contenuto ancora sconosciuto di alcune bombole. A fare chiarezza saranno i vigili del fuoco, che dovranno identificare il gas presente in tali bombole.
Ricercatrice del Cnr morta dopo esplosione auto a Napoli: appello della famiglia del tirocinante
Morta la ricercatrice coinvolta nell’esplosione dell’auto-prototipo a Napoli. È ancora ricoverato in condizioni gravi ma stabili Fulvio Filace, 25enne laureando in Ingegneria Meccanica all’Università Federico II e tirocinante al Cnr: anche lui si trovava nel veicolo. Il giovane è stato sottoposto a un delicato intervento per trapiantare della pelle a un braccio e per tale motivo la famiglia di Filace sta lanciando appelli sui social affinché sia donato del sangue, indispensabile per “idratare” gli innesti di pelle sul corpo del 25enne.
L’auto-prototipo su cui viaggiavano la ricercatrice del Cnr morta e il tirocinante apparteneva a un progetto volto a testare la possibilità di abbinare un motore elettrico con batterie alimentate da pannelli solari a vetture dotate di un propulsore termico con l’obiettivo di ridurre le emissioni nell’ambiente. La vettura gemella di quella distrutta è stata sequestrata dalla Stradale a Fisciano e sarà indispensabile per i successivi accertamenti, in particolare per capire se il trasporto delle bombole era legato al progetto e fosse avvenuto nel rispetto delle condizioni di sicurezza.