Hanno fretta. Se l’Europa ha fissato la deadline per la commercializzazione delle auto con motore termico al 2035, molte case automobilistiche saranno pronte molto prima. Mercedes dal 2030 sarà pronta a proporre sul mercato solo auto elettriche, ma deciderà in corso d’opera in base allo scenario politico e industriale che si presenterà in Europa e nel resto del mondo. Mini, invece, ha già scelto e dal 2030 sarà solo elettrica. Lo storico marchio inglese del Gruppo Bmw lancerà il suo ultimo modello a combustione nel 2025 ed entro il 2027 avrà già una flotta al 50% a batteria.
Ma, se questa fosse una gara, la vincerebbe sicuramente Jaguar che nel 2025, con 10 anni di anticipo rispetto alla normativa europea, abbandonerà la produzione di auto benzina e diesel. Stiamo parlando di tre anni, 36 mesi, un battito di ciglia per un’industria complessa come quella automobilistica. Le vendite delle auto completamente elettriche in Europa crescono, ma sono ancora meno del 10% del totale e ci vuole molto coraggio e, forse, anche un pizzico di incoscienza per fare una scelta del genere. A meno che non sia frutto di una precisa strategia.
«È una scelta in linea con il nostro spirito pioneristico e innovativo e con la strategia Reimagine; puntiamo a stabilire nuovi parametri di riferimento in termini di qualità, tecnologia e sostenibilità», ha dichiarato Marco Santucci, ceo Jaguar Land Rover Italia, e dietro queste parole si intuisce quale sia la strada scelta che potremmo in sintesi definire “follow the money”. Jaguar, con prezzi di listino che probabilmente supereranno i 100mila euro, punterà sull’alto, se non sull’altissimo, di gamma con pochi modelli che vogliono a diventare iconici e sono destinati a finire nei garage vicino a Ferrari e Porsche. Meno auto vendute e più margini di guadagno, una diversa strategia commerciale, un nuovo posizionamento del marchio.
Insomma, una rivoluzione, in anticipo sui concorrenti. Possibile anche perché in scuderia accanto a Jaguar c’è il marchio Land Rover che proseguirà il suo percorso di elettrificazione con più calma e assicurerà i quattrini necessari per finanziare i cambiamenti.
Chi non può contare su un marchio iconico come Jaguar, cerca nei propri archivi di reinventare vecchi modelli rimasti famosi come la Renault R5, oppure punterà forte sul car sharing. Perché, una cosa è sicura: se non si troverà una via d’uscita, come quella dei carburanti sintetici, in Europa non ci sarà spazio per i motori termici e si venderanno meno auto. Un po’ perché l’auto elettrica non riesce ancora a soddisfare le esigenze di tutti gli automobilisti, un po’ perché costeranno di più.
Lo dimostra l’unico marchio che la scelta della totale elettrificazione l’ha già fatta, Smart, e dal 2020 vende solo veicoli con un motore elettrico. Nel 2018, prima del cambio di strategia, una ForTwo costava in Italia 18mila euro ora bisogna spenderne almeno 24.500 per avere lo stesso modello (+36%). Quattro anni fa le vendite raggiungevano quota 25mila unità nel nostro Paese e poco meno di 100 mila in Europa. Lo scorso anno si sono attestate rispettivamente a 6.880 (-72%) e 34mila (-66%). Come volevasi dimostrare.
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