Tornano le polemiche sull’autocertificazione. Il Dpcm del 14 aprile ha confermato la sospensione delle attività produttive industriali e commerciali, ma ampliato la platea di quelle consentite. Per riaprire serve l’autocertificazione in cui dichiarare che l’azienda è “funzionale” alla continuità delle filiere indispensabili. Tutto ruota dunque attorno all’autocertificazione che va inviata alla prefettura, ma servono controlli. Per questo il Viminale ha invitato i prefetti a coinvolgere anche la Guardia di Finanza per verificare la documentazione tramite banche dati e, se necessario, con ispezioni nelle sedi aziendali. Per quanto riguarda la Fase 2, si riflette sul destino dell’autocertificazione. Si parla di un nuovo modulo digitalizzato, a meno che la nuova app non la sostituisca del tutto. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, l’app Immuni dovrebbe consentire la geolocalizzazione dei cittadini, da qui la possibilità che sostituisca l’autocertificazione cartacea. (agg. di Silvana Palazzo)
AUTOCERTIFICAZIONE AZIENDE PER RIAPRIRE
L’autocertificazione torna protagonista in questa fase di emergenza coronavirus. Abbiamo ormai familiarizzato con essa, dopo diverse modifiche, per i nostri spostamenti necessari. Ora però diventa anche lo strumento con il quale le aziende avviano anticipatamente la Fase 2. Il governo ha infatti comunicato che le Regioni che vogliono ripartire prima del 4 maggio, quindi prima che cominci effettivamente la Fase 2, dovranno dimostrare di possedere degli ospedali Covid-19 e dei posti dove poter tenere i positivi in quarantena. Ma un ruolo “chiave” ha appunto l’autocertificazione, perché con essa si riorganizza il lavoro e il trasporto pubblico. Le aziende e i negozi che vogliono aprire dovranno infatti presentare l’autocertificazione per dichiarare di essere in regola con le nuove misure per il contenimento del contagio da Covid-19. I controlli scattano subito, quindi chi dichiara il falso rischia la sospensione della licenza o addirittura la chiusura della sua attività. Ci sono già le prime polemiche nel merito.
AUTOCERTIFICAZIONE, PERCHÉ SI USERÀ ANCHE NELLA FASE 2
“Decidere quando riaprire le imprese spetta al governo che dice che non è ora. Benissimo. Ma c’è una grande contraddizione con il fatto che con una semplice comunicazione alle prefetture stanno riaprendo centinaia di migliaia di aziende senza protocolli per la sicurezza, che solo in pochi casi sono stati elaborati”, ha scritto su Facebook il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi. Ma l’autocertificazione avrà un ruolo importante anche nella Fase 2. La riorganizzazione prevede il suo utilizzo anche dopo. Per garantire il rispetto delle norme, aziende e negozi dovranno compilare un modulo, l’autocertificazione appunto, nel quale si dichiara il rispetto delle prescrizioni imposte sulle dotazioni dei dispositivi di sicurezza personale, sanificazione, presenza del medico e tutte le regole che si stanno predisponendo a seconda delle filiere. A tal proposito, dovranno essere garantiti turni diversificati per i lavoratori e dovrà essere privilegiato comunque lo smart working.