Da un’autocertificazione ad un’altra: nella fase 2 approntata dal “piano Colao” (ovvero il presidente della task force incaricata dal Governo Conte) ci saranno sia i moduli per le aziende per poter dichiarare di aver seguito tutte le indicazioni utili alla riapertura, e tornerà anche l’autocertificazione per gli spostamenti ma in forma aggiornata. Secondo le anticipazioni fatte oggi da Messaggero e Corriere della Sera sul dossier di Vittorio Colao, «tutte le aziende dovranno avere la “patente di sicurezza”, garantendo sanificazione degli ambienti, termoscanner, misurazione della saturazione all’ingresso, distanza di sicurezza e protezioni (mascherine e guanti). E, dove possibile, verrà adottato lo smart-working».



Sul fronte spostamenti è invece in arrivo un nuovo modulo di autocertificazione: dal 4 maggio in poi con ogni probabilità non servirà avercela dietro per uscire di casa o spostarsi di Comune in Comune, bensì sarà obbligatoria per spostarsi in un’altra Regione. Spiega il Messaggero: «resterà molto difficile andare da Milano a Roma o da Napoli a Palermo». È invece prevista secondo fonti di Governo una sorta di “deroga” per chi vorrà raggiungere le seconde case al mare o in montagna, anche se tutto andrà normato alla perfezione e dovrà essere il più chiaro possibile con buon anticipo in modo da evitare caos e confusioni come per tutte le volte precedenti in cui è stato cambiato il modulo con autocertificazione.



FASE 2 GIÀ COMINCIATA PER LE AZIENDE

L’autocertificazione per poter riaprire le aziende non solo sarà fondamentale nella fase 2 ma di fatto lo è già diventata in queste ultime settimane: nei due mesi di pandemia coronavirus che hanno messo in ginocchio l’Italia sociale, politica, economica ed industriale, si guarda alla fase 2 con un misto di speranza e impazienza per iniziare a lavorare duramente verso una ripresa che ad oggi appare purtroppo molto lontana. In realtà, come abbiamo iniziato a riportare negli scorsi giorni, in alcuni settori la ripresa è già bella che cominciata per cercare di essere un fattore positivo per il Pil si spera a cominciare già dal mese di maggio: intervistato a “L’Aria che Tira” questa mattina su La7, ha parlato Marco Bentivogli, segretario FIM CISL, che ha fatto il punto della situazione sul settore industriale: «più passano i giorni e più quello che si dice nelle conferenze stampa si allontana dalla realtà». Dopo la scelta dei settori ATECO nei Dpcm del Governo Conte, spiega ancora Bentivogli, «siamo arrivati alla situazione per cui le autorizzazioni prefettizie hanno ormai autorizzato 7 aziende su 10 che potevano ripartire».



COME FUNZIONA L’AUTOCERTIFICAZIONE PER LE AZIENDE

Come conferma lo stesso Bentivogli, nell’ultima fase dopo l’ultimo DPCM «è sufficiente anche solo l’autocertificazione e comunicazione con i prefetti per cui gran parte delle aziende sta ripartendo. Lunedì riparte FCA, sta ripartendo l’elettrodomestico come settore e anche le macchine agricole. La fase 2 industriale è già largamente iniziata, il lockdown per le aziende è una realtà ormai molto superata». Già dai giorni scorsi infatti, il Viminale ha invitato i prefetti a coinvolgere la Guardia di Finanza per verificare la documentazione tramite banche dati e, se necessario, con ispezioni nelle sedi aziendali: questo perché con l’ultimo DPCM le aziende e i negozi che vogliono aprire dovranno presentare l’autocertificazione per dichiarare di essere in regola con le nuove misure per il contenimento del contagio da Covid-19.

In questo modo le aziende di fatto auto-garantiscono – in ottemperanza alle multe salate cui vanno incontro se dichiarano il falso – di rispettare le prescrizioni imposte sulle dotazioni dei dispositivi di sicurezza personale, la sanificazione, la presenza del medico e tutte le regole disposte per le varie filiere. Questo avverrà in maniera più generalizzata e “dovuta” dal 4 maggio in poi quando la fase 2 sarà entrata a regime, ma come spiegano diversi sindacati, per alcuni settori l’iter che diventerà norma nei prossimi mesi in realtà è già cominciato.