L’autocertificazione servirà anche nella Fase 2, almeno per due settimane. Lo ha spiegato il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa con cui ha presentato il nuovo Dpcm. «La Fase 2 non è un liberi tutti. Ci sarà comunque sempre bisogno di un motivo per spostarsi» e di conseguenza anche «dell’autocertificazione». La novità principale è rappresentata dalla possibilità di muoversi dal 4 maggio per andare a trovare i propri congiunti, ma con le mascherine. Ma ora è anche garantito il rientro nel proprio domicilio, in ogni caso. Rimangono le comprovate esigenze lavorative, l’assoluta urgenza o i motivi di salute da dichiarare con l’autocertificazione che sembra ormai destinata a cambiare ancora una volta vista la novità annunciata dal governo. L’autocertificazione quindi resterà in vigore fino a quando saranno necessarie le limitazioni agli spostamenti, quindi almeno per altre due settimane. (agg. di Silvana Palazzo)
AUTOCERTIFICAZIONE FASE 2, LE NOVITÀ
Cambia il meccanismo di autocertificazione nella Fase 2. Tra l’altro è stato uno dei temi più dibattuti, ma alla fine ha prevalso la linea della prudenza. Resta e per almeno due settimane. In sostanza, alle tre motivazioni che permettono ad ora gli spostamenti – cioè comprovati motivi di lavoro, salute o necessità – se ne aggiunge una quarta, cioè l’incontro con i congiunti. Si potrà andare a casa di genitori e figli ma senza organizzare feste familiari, e comunque mantenendo le misure di sicurezza. La mobilità fuori regione resta vietata, a meno che non si debba rientrare nel proprio domicilio dopo essere rimasti bloccati nel lockdown o si abbiano comprovate esigenze lavorative. «L’autocertificazione rimarrà obbligatoria fino a quando ci saranno limitazioni sugli spostamenti. A maggior ragione nel corso della Fase 2, che non è un “liberi tutti”, ma anzi permangono numerose restrizioni», ha dichiarato il presidente del Consiglio Giuseppe Conte in conferenza stampa. (agg. di Silvana Palazzo)
AUTOCERTIFICAZIONE FASE 2, CAMBIA MODULO SPOSTAMENTI
Non sono buone le notizie per i cittadini italiani da quanto riportano le fonti di Governo su Adnkronos: mentre è in fase di limatura il nuovo Dpcm (conferenza stampa Conte fissata stasera alle 20.20), pare che proprio nel settore degli spostamenti potrebbe non concretizzarsi quella anticipazione-speranza di abolizione dell’autocertificazione per uscire di casa. Resta l’autocertificazione per spostarsi e lasciare la propria abitazione, questo sarebbe una delle parti più importanti e delicati del nuovo Dpcm: come ribadiscono le fonti di Governo giunte all’Adn, «nessun allentamento dovrebbe arrivare in questo senso, anche se cambierà il modulo in uso dando ai cittadini la possibilità di indicare nuove ‘fattispecie’ per allontanarsi da casa».
Resta ovviamente il divieto di spostarsi tra le Regioni ma è sui Comuni e tra i Comuni che si attende di avere il testo ufficiale per capire nel dettaglio cosa avverrà e quali “nuove” voci compariranno nel nuovo modulo per gli spostamenti. Quanto in mano all’Agi offre però un passo in più sul Dpcm: «Dal 4 maggio ci si potrà muovere per andare a trovare i propri parenti», così sarebbe stato comunicato nella cabina di regia con gli enti locali concluso attorno alle ore 18. Infinte, Alcuni settori aziendali potranno riaprire con la dovuta autocertificazione che garantisca su dispositivi e distanze di sicurezza: sarà poi dal 18 maggio che invece potranno riaprire il commercio al dettaglio (negozi) mentre si attenderà forse per giugno per parrucchieri ed estetisti. (agg. di Niccolò Magnani)
CONTE “LE REGOLE NUOVE DAL 4 MAGGIO”
Uno dei possibili capisaldi della fase 2 dal 4 maggio sembrava essere il completo ritorno agli spostamenti tra i Comuni, con l’abolizione dell’obbligo di autocertificazione (che rimarrebbe solo per chi dovrà uscire dalle Regioni): invece prima qualche dubbio sollevato dal Comitato Tecnico Scientifico poi quelli di alcuni Ministri, hanno “preparato” l’ultimo annuncio del Premier Conte che sembra far vacillare quel “caposaldo” che sembrava ormai raggiunto. «non sia più necessaria l’autocertificazione per spostarsi all’interno del proprio Comune? Non siamo ancora nella condizione di ripristinare una piena libertà di movimento, ma stiamo studiando un allentamento delle attuali, più rigide restrizioni. Ho già anticipato che non sarà un “libera tutti”. Faremo in modo di consentire maggiori spostamenti, conservando, però, tutte le garanzie di prevenzione e di contenimento del contagio», sottolinea il Presidente del Consiglio nell’intervista a Repubblica.
Al momento resta oscuro cosa potrebbe trovarsi nel nuovo Dpcm, ma quel potenziale “liberi tutti” per visite a parenti e amici (con le consuete modalità di distanziamento) non sembra più così perentorio: quel che è certo è l’utilizzo dell’autocertificazione per uscire dalla propria Regione, mentre sul Comune e tra i Comuni bisognerà attendere il testo esatto del nuovo protocollo sulla fase 2 in arrivo nelle prossime ore (con ogni probabilità domani o martedì). (agg. di Niccolò Magnani)
COMUNI E REGIONI, COME SARANNO GLI SPOSTAMENTI?
L’Autocertificazione sembra destinata a sparire dalla nostra vita, per lo meno, a partire dal prossimo 4 maggio. Quando inizierà la famosa Fase 2, che coinciderà con un lento ritorno alla normalità, il governo eliminerà alcune misure restrittive attualmente in vigore, a cominciare dal divieto di spostarsi fra i comuni salvo esigenze lavorative o emergenze varie. Di conseguenza, chi vorrà recarsi ad esempio da Milano e Bergamo, potrà farlo liberamente senza portarsi dietro il documento da compilare. Al momento non vi è ancora alcuna ufficialità a riguardo, ma la tendenza del governo sembrerebbe essere orientata verso tale scenario. L’addio all’autocertificazione varrà quindi per tutti, compresi i lavoratori, che si recheranno ogni mattina a svolgere le proprie mansioni. Attenzione però, non è da escludere che il modello dell’autocertificazione possa tornare in auge nel caso in cui durante la Fase 2 si dovessero riaprire i confini regionali: a quel punto bisognerà giustificare lo spostamento, e in quel caso è molto probabile che le motivazioni opzionabili saranno soltanto due, leggasi esigenze lavorative o altre di salute/emergenze varie. Non è da escludere che, per incentivare il turismo, si possa aggiungere anche l’opzione “vacanze”, anche se al momento si tratta solamente di una ipotesi senza alcun fondamento. (aggiornamento di Davide Giancristofaro)
AUTOCERTIFICAZIONE AZIENDE E SPOSTAMENTI, COME CAMBIA? FASE 2, NUOVE REGOLE
Mancano oramai pochi giorni alla fine del lockdown nazionale e all’avvio della tanto chiacchierata Fase 2 tra incertezze, opinioni differenti che attraversano trasversalmente il mondo scientifico e quello istituzionale e tanti dubbi bipartisan. In attesa di capire meglio come cambierà la nostra vita si possono però già formulare delle ipotesi stando a indiscrezioni e prime, mezze ammissioni da parte di esponenti del Governo e i comitati scientifici che stanno lavorando a fianco dell’esecutivo da qualche settimana. A proposito dell’autocertificazione, con cui milioni di italiani hanno imparato a familiarizzare negli ultimi tempi e “strumento” fondamentale per poter uscire di casa e motivare i propri spostamenti (che fossero legati a motivi di lavoro, di salute personale o altre necessità), qualcosa dovrebbe cambiare dopo il 4 maggio anche se nonostante l’allentamento delle misure di contenimento del contagio da Coronavirus dovrebbero restare comunque obbligatorie per alcune specifiche situazioni. Vediamo in dettaglio quali sono e le altre differenze rispetto alla Fase 1. Va ricordato che invece l’autocertifcazione per le aziende e i negozi sarà indispensabile per dichiarare di essere in regola con le nuove misure, pensa la sospensione della licenza o la chiusura delle attività stesse. Tuttavia c’è ancora polemica per via del fatto che oramai da giorni, con una semplice comunicazione alla Prefettura di riferimento, molti hanno riaperto e tanti saluti ai controlli (che spesso mancano) e ai protocolli di sicurezza.
FASE 2, COME CAMBIERA’ L’AUTOCERTIFICAZIONE?
Innanzitutto, salvo sorprese, a livello generale il modulo di autocertificazione per gli spostamenti fuori casa dovrebbe scomparire dalle nostre abitudini anche se, come spiegato più volte da esponenti del Governo e del mondo della Sanità, l’allentamento delle restrizioni consentiranno di circolare liberamente… ma non troppo. È facile immaginare che il 4 maggio non segnerà un “liberi tutti” ma sarà più che altro una fase di transizione anziché una vera e propria Fase 2. Dunque il modulo diffuso dal Ministero dell’Interno e soggetto a vari update nel corso degli scorsi due mesi non dovrebbe essere più obbligatorio per gli spostamenti che si effettuano all’interno della propria città o centro abitato. Al momento non vi è nulla di certo ma con la ripresa graduale di alcune delle attività produttive si consentirà ai cittadini di muoversi più liberamente nel Comune di residenza e lasciando a loro la responsabilità di adottare tutte le misure di buon senso e le (si spera) oramai consolidate precauzioni mentre si recano sul posto di lavoro, a fare la spesa o per qualsiasi altra motivazione. Tuttavia alcuni organi di stampa sono convinti invece che l’autocertificazione servirà comunque ancora per gli spostamenti tra Comuni diversi, mentre potrebbero esserci delle fasce orarie limitate per l’uscita da casa degli over 70, soprattutto in quelle meno affollate (e comunque sempre con la mascherina, ma questa è una regola che varrà per tutti). Per quanto riguarda l’autocertificazione per le aziende per la ripresa dell’attività produttiva, qualcosa di più certo lo si saprà nel momento in cui saranno confermate le linee-guida per la sicurezza sul posto di lavoro e i nuovi protocolli per la sicurezza dei lavoratori come proposto dall’Inail di recente.
NON SARANNO PIU’ OBBLIGATORIE, TRANNE IN ALCUNI CASI
Se non vi è ancora certezza su quali saranno le nuove misure del Governo, tuttavia pare assodato che l’autocertificazione servirà soprattutto (e dunque resterà obbligatoria) quando si dovranno motivare i propri spostamenti tra una Regione e l’altra: secondo quanto emerso da alcune indiscrezioni riportate dalla stampa, è su questo aspetto che si sta ancora dibattendo dato che negli scorsi giorni differenti prese di posizione da parte dei vari Governatori hanno forse suggerito una ripresa step by step anche per evitare polemiche come quelle intercorse tra la Lombardia e la Basilicata nelle prime fasi dell’epidemia (col Governatore della seconda che voleva limitare l’ingresso di cittadini del Nord) o tra la Campania e la stessa Lombardia nei giorni scorsi quando Vincenzo De Luca ha messo in guardia il suo omologo Attilio Fontana a proposito di “fughe in avanti” e minacciando di chiudere i confini campani per preservare la salute dei suoi corregionali da possibili arrivi di persone da una delle zone più colpite in Italia dal Covid-19. La ratio sarebbe anche quella di evitare che nel Meridione, meno colpito dalla pandemia, la Fase 2 per paradosso possa essere catalizzatrice di focolai: con l’autocertificazione (probabilmente un modello un po’ diverso da quello oggi in uso) si limiteranno gli spostamenti dei cittadini fuori Regione a meno che non si tratti di motivi di lavoro o stringenti necessità. E per coloro che hanno una seconda casa? In questo caso invece potrebbe essere prevista una deroga speciale per “uscire” dalla Regione di residenza.