Dal prossimo 4 maggio come vi abbiamo spiegato in questi giorni – e come ribadiamo nei vari focus qui sotto – non servirà stampare una nuova autocertificazione: per la fase 2 servirà invece fare solo due opportune operazioni sul modulo spostamenti “vecchio” per rendere possibile l’uscita di casa con visita (sempre in “solitaria”) verso parenti, fidanzati e affetti stabili, i cosiddetti (e ancora non chiari) “congiunti”. L’orientamento del Viminale – come riportato ancora oggi dal Corriere della Sera – vede la nuova autocertificazione senza l’obbligo di indicare le generalità dei congiunti, per motivi di privacy: basterà in primo luogo barrare/cancellare la frase «all’interno dello stesso Comune» (sotto l’area della situazione di necessità) e in seconda istanza basterà cancellare la parte «urgente» dal termine “assistenza a congiunti” nella fase conclusiva dell’autocertificazione dove bisogna dichiarare il motivo della propria uscita di casa. No a nuovi moduli, no a circolare cervellotiche: resta il punto di come le forze dell’ordine riusciranno ad attuare i giusti controlli, ma su questo sarà il Viminale a dover chiamare con i prefetti i criteri da adottare.
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SALVINI “ABOLIRE AUTOCERTIFICAZIONE”
Nella lunga informativa del Premier Conte alla Camera non è stato toccato il tema dell’autocertificazione, se non in un breve passaggio dove il Presidente del Consiglio ha ribadito che si potrà circolare liberamente all’interno delle Regioni (ma non fuori dalle Regioni) per motivi di salute, lavoro, spesa e per «visitare i propri cari», anche qui non specificando di cosa si tratti e con quale grado di parentela-amicizia. Toccherà attendere dunque le disposizioni del Viminale in arrivo entro sabato per capire meglio cosa possa significare il “rebus” congiunti e affetti stabili nel “nuovo” modulo spostamenti con autocertificazione. Nel frattempo, ad alzare la polemica politica, si è inserito il leader della Lega Matteo Salvini che in Senato ha richiesto l’abolizione dal 4 maggio dello strumento dell’autocertificazione (invece ancora richiesto dal Dpcm): «Gli italiani in questi 50 giorni hanno dimostrato di meritare fiducia. Solo il 3% delle persone fermate ai controlli è stata sanzionata. E’ ora di eliminare burocrazia e liberare le forze dell’ordine da questo impegno perché possano tornare al loro lavoro ordinario», ha spiegato il leader leghista intervistato a Telelombardia.
I DUBBI SUI CONTROLLI
Il modulo spostamenti non cambierà, ergo bisognerà compilarlo nello stesso identico modo in cui si faceva fino ad oggi stando però attenti alla voce “congiunti”, non appena il Governo stabilità le regole certe nella “riedizione” del Dpcm 26 aprile. Andrà dunque riempito ogni spazio compilabile con i dovuti riferimenti esatti, a seguire – se si andrà a visitare parenti o fidanzati – si dovrà barrare la casella «situazione di necessità» e infine in quello spazio dove si legge «a questo riguardo dichiara che..» il cittadino dovrà specificare che si tratta di una visita ad un congiunto in cui specificare (ma ancora non è chiarito dal Viminale, entro sabato arriveranno le indicazioni ufficiali) il grado di parentela ma non l’identità dello stesso. Sempre in attesa di capire cosa si intenda per “affetti stabili” e dunque chi sarà permesso visitare, la modalità di compilazione dell’autocertificazione resta la medesima: secondo il Messaggero vi è però un rischio forte ovvero che tale modulo abbia ben poca possibilità di controllo serrato «Con un’ovvia conseguenza: la verifica delle forze dell’ordine sarà quasi impossibile. “Ci appelliamo al senso di responsabilità degli italiani”, spiegano dal ministero dell’Interno. Si potrà invece far rientro nelle seconde case solo se si ha la residenza o il domicilio. Altrimenti varranno le prime tre motivazioni dell’autocertificazione».
OK PASSEGGIATE E SPORT
Ci sarà o no un nuovo modulo autocertificazione a partire dal 4 maggio? In attesa di indicazioni chiare del governo, Corriere scrive oggi che l’attuale modulo continuerà ad essere valido dal momento che tra le motivazioni è già indicata la possibilità di uscire per “urgente assistenza a congiunti”. Per questo non occorrerà l’ennesima autocertificazione ma sarà sufficiente l’ultimo modulo disponibile, sempre in attesa di una circolare che lo confermerà. In tal caso, al momento del controllo sarà necessario barrare la voce di assistenza ai congiunti anche senza motivi di urgenza. Ed a quanto pare non sarà necessaria l’autocertificazione neppure le passeggiate o per quando si va a fare sport all’aperto. In questi casi occorre comunque restare nel comune di residenza, “quindi chi abita al mare può fare il bagno e chi sta in montagna può andare nei boschi. Per raggiungerli bisogna però andare a piedi oppure si può usare la bicicletta perche si tratta di attività motoria. La condizione è che si stia da soli, massimo in due, ma in questo caso bisogna mantenere la distanza di almeno due metri. E comunque che non ci si fermi sulla battigia a prendere il sole”. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
REBUS CONGIUNTI-SECONDE CASE
Con il passare delle ore emergono sempre più nuovi dettagli circa la nuova autocertificazione, sempre in attesa delle nuove FAQ che il Governo deve aggiornare prima della partenza della fase 2 il prossimo 4 maggio (e con la possibilità che se tutto andrò bene nel giro di un mese si potrà dire addio all’autocertificazione): ok congiunti (fidanzati e parenti), no amici, si stabilisce da Palazzo Chigi con regole sul distanziamento sociale all’interno delle case che resta a cautela dei singoli visto che per legge non possono esserci controlli in domicili privati. Ci si potrà spostare da una regione all’altra, oltre che per motivi di salute, di lavoro o di assoluta urgenza anche per rientrare presso il proprio domicilio, abitazione o residenza, anche se qui il Governo deve chiarire nel dettaglio cosa intenda proprio per “domicilio” onde evitare fraintendimenti.
Di errori nella comunicazione in questi giorni ne ha parlato, ammettendoli in toto, anche il viceministro della Salute Sileri (M5s) intervistato a “Fuori dal coro”: «Per ora ci sarà un perimetro, ma ci tengo a dire che tra due settimane, tre al massimo, l’autocertificazione non servira più. Ci stiamo muovendo per gradi, però il comitato tecnico-scientifico deve essere più chiaro. Abbiamo sbagliato a non fornire spiegazioni dettagliate». Sulle seconde case Sileri aggiunge «c’è la necessità di riorganizzare la rete sanitaria legata a quei territori. Nel periodo estivo comunque si dovranno usare, il rischio contagio è minore rispetto alle città».
NON SERVIRÀ UN NUOVO MODULO
Secondo la double Guerzoni & Sarzanini, le due giornaliste del Corriere della Sera che spesso in questa lunga fase di pandemia da coronavirus hanno presentato in anteprima le novità politiche su decreti e mosse del Governo, nella nuova autocertificazione in arrivo dal 4 maggio non servirà indicare il nome dei congiunti sul modulo per gli spostamenti. Non solo, sempre secondo il CorSera proprio per questo motivo potrebbe anche essere che il Governo dedica di non far stampare un nuovo modulo e tenere quello che trovate qui sotto in ultima versione del 26 marzo 2020.
Sarà una circolare del Viminale a chiarire alla fine tutti i dubbi legati agli spostamenti consentiti e alle modalità di compilazione della stessa autocertificazione, e il tutto – assieme alle nuove FAQ sul portale del Governo – potrebbe arrivare entro il primo maggio. Secondo la Sarzanini «per motivi di privacy i cittadini non devono scrivere le generalità del “congiunto” e le forze dell’ordine non potranno chiederlo. E dunque non appare necessario stampare una nuova certificazione»; dunque, in conclusione, basterebbe barrar la voce già preesistente oggi “assistenza ai congiunti” senza dover specificare l’urgenza e la tipologia.
IL REBUS SUI CONGIUNTI
Non è un tormentone ma poco ci manca: l’autocertificazione per la fase 2 (ma era uguale anche nell’attuale “fase 1” fino al 4 maggio) è forse il termine più cercato sul web dagli italiani costretti alla quarantena e al lockdown. Se ci aggiungiamo che dopo l’ultimo Dpcm del Premier Conte insieme alla ricerca di tutte le novità sul modulo spostamenti, un altro termine ha letteralmente “spopolato”, ovvero i “congiunti”, ora si può intuire quanto possa essere attesa la nuova autocertificazione che nella fase 2 introdurrà le visite a parenti/affini tra le voci consentire per potersi muovere da casa. In linea di massima ancora una data ufficiale per l’uscita della nuova autocertificazione non è ancora stata annunciata ma è prevedibile che avvenga a ridosso dell’inizio della fase 2, dunque nel weekend (anche se non sarebbe male averla prima per poter già cominciare a stamparla e procedere a sciogliere tutti i dubbi del caso).
Il Governo sta mettendo a punto le nuove FAQ sul portale di Palazzo Chigi per aggiungere le ultime novità immesse nel Dpcm, dove un capitolo sostanzioso sarà dedicato proprio al definire al meglio il concetto di “congiunti”: l’interpretazione data nel corso della giornata del 27 aprile da fonti di governo comprende «parenti e affini, coniugi, conviventi, ma anche fidanzati e affetti stabili». In attesa di capire come sarà definito al meglio quel punto sull’autocertificazione, facciamo un breve “recap” sui motivi che potranno essere utilizzati come validi per uscire di casa dal 4 maggio in poi.
AUTOCERTIFICAZIONE FASE 2, GLI ALTRI DETTAGLI
Nell’ultimo modulo per gli spostamenti datato 26 marzo 2020, l’autocertificazione prevedeva tre motivi principali per potersi recare fuori dalla propria abitazione, stante l’emergenza coronavirus: «comprovate esigenze lavorative, situazioni di necessità o motivi di salute». Bene, dopo l’uscita dell’ultimo Dpcm ormai tutti hanno capito che si aggiungerà una quarta riga dove si comprenderà la visita ai “congiunti”, anche se con ogni probabilità si dovrà indicare il luogo preciso di indirizzo e lo stato della persona visitata (per ora resta un’ipotesi ma comprovata da fonti di governo alle agenzie). In attesa di capire il “criterio” con quale il Governo intende dar via libera ai congiunti per l’inizio della fase 2, occorre ribadire che la nuova autocertificazione avrà valore per due settimane con possibilità di essere “prorogata” se anche la situazione del Paese vedrà dal 18 maggio in poi pochi cambiamenti in merito a contagi e curva epidemiologica.
«È chiaro che nel momento in cui il regime degli spostamenti resta limitato, è difficile che si possa eliminare l’autocertificazione. Resterà finché ci saranno delle limitazioni», ha spiegato il Premier Conte nella conferenza stampa sul Dpcm di domenica sera. Nel successivo punto stampa tenuto due sere fa a Milano sempre Conte, a domanda specifica, ha ribadito il concetto espresso non propriamente in maniera chiara nel testo del Dpcm: «Non significa che si può andare a casa di amici, a fare delle feste. Si andranno a trovare persone con cui ci sono rapporti di parentela o stabili relazioni affettive».