Nonostante sia in vigore già da qualche giorno e poi sia stato esteso dalle oramai ex “zone rosse” del Nord Italia a tutto il resto del Paese, persistono ancora dubbi da parte di molti cittadini sull’utilizzo del modulo di autocertificazione per gli spostamenti, soprattutto in relazione al fatto che i controlli da parte delle forze dell’ordine si intensificano e per alcune attività non si sa se usarlo o meno. A tal proposito è bene fare chiarezza soprattutto sui piccoli spostamenti, le immancabili uscite giornaliere col cane o la piccola sessione di jogging al parco o nei dintorni della nostra abitazione: stando alle regole rese note dal Governo, il modulo va compilato pure se si esce a piedi e ne serve uno per ogni nostro tragitto -esclusi quelli ricorrenti che ci portano ad esempio a lavoro- ma è possibile in alternativa giustificare a voce lo spostamento ovviamente rendendo dichiarazioni che siano veritiere per non incorrere in sanzioni. Per le passeggiate, anche se ciò non è esplicitato bene e si tratta più che altro di una regola di buon senso, è meglio non allontanarsi troppo da casa e per “durate di tempo limitate”, mentre se si esce in due va mantenuta la canonica distanza di almeno un metro. (agg. di R. G. Flore)
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AUTOCERTIFICAZIONE, QUALI SONO LE NECESSITA’ PER USCIRE?
Quali sono le necessità per le quali si può uscire di casa portando con sé l’autocertificazione? A fare chiarezza è Palazzo Chigi, che in un post su Instagram ha indicato gli esercizi commerciali che possono restare aperti e ai quali ci si può rivolgere appunto per necessità. «Quali sono gli esercizi commerciali aperti? Ecco i beni di prima necessità che potrete sempre trovare. Vi ricordiamo di uscire per l’acquisto di tali beni solo se strettamente necessario. Il consiglio è di restare a casa salvo nei casi espressamente previsti dal decreto», scrive l’account social di Palazzo Chigi. E nell’immagine allegata riporta appunto i beni di prima necessità per i quali ci si può spostare con il modulo dell’autocertificazione compilato: generi alimentari, carburante, materiale elettrico, ricariche e schede telefoniche, articoli medicali e ortopedici, materiali per la cura degli animali, combustibile per uso domestico e riscaldamento, prodotti per la cura della casa e della persona. Clicca qui per visualizzare il post. (agg. di Silvana Palazzo)
AUTOCERTIFICAZIONE, CHI LAVORA IN NERO COSA RISCHIA?
L’autocertificazione, obbligatoria per chi esce di casa per esigenze di assoluta necessità, può essere utilizzata anche per giustificare uno spostamento lavorativo. Qualche difficoltà in più, tuttavia, sorge nel momento in cui il lavoratore non dispone di un regolare contratto e, di fatto, presta il proprio servizio in nero. In questo caso, cosa dichiarare nell’autocertificazione? Ammettere che ci si sta recando sul posto di lavoro pur senza essere contrattualizzati o mentire alle forze dell’ordine? Sicuramente, la seconda opzione è da scartare senza “se” e senza “ma”, poiché dichiarare il falso comporta gravi sanzioni e pene fino a 6 anni di carcere. Rimane solo l’ammissione del lavoro nero, ma in questo caso, secondo il portale money.it, non ci sarebbe da preoccuparsi, poiché esso esplica tutti i tipici effetti di un regolare rapporto subordinato; infatti, in caso di stipendio non percepito, è consentito il ricorso al giudice per far accertare la somma da ottenere. Nessuna sanzione penale, dunque, per chi dichiara di lavorare in nero, poiché corrisponde a verità. Al massimo, qualora le forze dell’ordine approfondissero la questione, a correre dei rischi sarebbe unicamente il datore di lavoro. (aggiornamento di Alessandro Nidi)
AUTOCERTIFICAZIONE, I CHIARIMENTI DI BORRELLI
L’autocertificazione non è un lasciapassare: il modulo va compilato e mostrato durante i controlli solo per spostamenti che hanno comprovati motivi. Dal lavoro alla salute, passando per necessità: non si può andare dove si vuole. E questo è l’input che hanno ricevuto anche le forze dell’ordine, il cui compito è di fare rispettare questo diktat. Inoltre, la pattuglia – secondo quanto riportato da La Stampa – verifica che quanto si dichiara nell’autocertificazione sia vero: può chiamare in azienda, il medico, etc… in base a quello che si dichiara. E anche chi va a piedi deve portare con sé l’autocertificazione, come ha ribadito il Capo della Protezione civile Angelo Borrelli, il quale ha colto l’occasione ieri in conferenza stampa per precisare che il jogging è autorizzato, ma al tempo stesso fortemente sconsigliato. Dai primi dati sui servizi di controllo effettuati dalle Forze di polizia sull’intero territorio nazionale per la verifica del rispetto delle misure adottate ai fini del contenimento della diffusione del Coronavirus, è emerso che l’11 marzo sono state controllate 106.659 persone e 18.994 locali. Di questi, 2.162 le persone e 113 i titolari di esercizi commerciali sono stati denunciati.
MODULO AUTOCERTIFICAZIONE, ANCHE ESERCITO PER CONTROLLI
L’autocertificazione può essere controllata anche dai militari dell’esercito, che quindi possono fermare i cittadini per verificare se rispettano le restrizioni previste dai decreti per l’emergenza Coronavirus. È spiegato in una circolare del Viminale diffusa per una corretta applicazione delle norme introdotte con l’ultimo decreto. La circolare in questione sottolinea che «al personale delle forze armate impiegate, previo provvedimento del prefetto competente, è attribuita la qualifica di agente di pubblica sicurezza». Segnaliamo poi l’iniziativa del Comune di Genova, che ha varato la misura dei parcheggi gratuiti, ma solo con la modalità di tenere sul cruscotto il modello di autocertificazione che attesta la necessità di spostarsi in città. Come spiegato dal vicesindaco Stefano Balleari, e riportato da Telenord, i parcometri saranno comunque funzionanti e se il modulo non verrà lasciato sul cruscotto potranno esserci le multe. «Quello di fare cassa è l’ultimo dei nostri pensieri ma vogliamo far capire che l’uso dell’auto deve essere limitato alle esigenze reali».