Vi abbiamo parlato a lungo delle motivazioni per le quali sono possibili gli spostamenti durante l’emergenza Coronavirus e che vanno specificate nel modulo di autocertificazione. Non ci aspettavamo però di rendervi conto di questo caso. A Firenze un uomo di 33 anni ha indicato tra le motivazioni di essere uscito perché alla ricerca di droga. Lo ha riferito ad una pattuglia della Polizia che lo aveva fermato nel corso dei controlli e lo ha indicato nell’autocertificazione, quindi nero su bianco. Per la precisione, ha specificato che l’acquisto dello stupefacente era come uno stato di necessità. Non contento, infatti, ha fatto vedere l’autocertificazione, compilata con una crocetta alla voce “stato di necessità” e con la frase «Sono uscito per recarmi nella zona a comprare droga». «Ne ho bisogno», ha spiegato agli agenti stupiti e increduli. Per lui, come riportato da Repubblica, è scattata una denuncia, con l’accusa di inosservanza dei provvedimenti dell’autorità. (agg. di Silvana Palazzo)



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AUTOCERTIFICAZIONE, “PERMESSO PRENDERE CHI RIENTRA IN ITALIA”

L’autocertificazione serve anche per andare a prendere chi rientra in Italia. Lo precisa il Ministero dell’Interno con un comunicato ufficiale che fa ulteriore chiarezza sul modulo usato per gli spostamenti durante l’emergenza Coronavirus. «Solo una persona potrà recarsi in aeroporto/porto/stazione per agevolare chi rientra nel ritorno a casa». Ovviamente nel rispetto delle misure di emergenza vigenti per il contenimento del Covid-19. Il Viminale nella nota fa riferimento ad una comunicazione della Protezione civile riguardo le istruzioni per il rientro degli italiani dall’estero. La Polizia, che fa i controlli alla frontiera, agevolerà «la compilazione del modello di autodichiarazione, considerato che lo spostamento per e dallo scalo rientra tra le fattispecie delle “situazioni di necessità”, specificando il tragitto». Chi rientra dall’estero, anche se non ha sintomi, deve comunicare il suo ingresso alla Protezione civile e all’Asl, poi osservare 14 giorni di sorveglianza sanitaria e autoisolamento volontario. (agg. di Silvana Palazzo)



AUTOCERTIFICAZIONE, L’AVVERTIMENTO DELLA PROCURA DI MILANO

L’autocertificazione è lo strumento con il quale ci si può spostare durante l’emergenza Coronavirus, ma a patto di non dichiarare il falso. La Procura di Milano a tal proposito ha fatto sapere come intende muoversi nei confronti di chi viola le norme stabilite dal governo. Ogni denuncia per «inosservanza dei provvedimenti dell’Autorità» a carico di coloro che si muovono senza un comprovato motivo sarà valutata; in caso di dolo o anche solo di colpa, si infliggerà un decreto penale di condanna, che resta come un precedente penale. Solo ieri in Procura a Milano sono arrivate 80 segnalazioni di violazioni e gli inquirenti precisano, come riportato da Tgcom24, che si sta parlando di reati, che come tali vanno puniti. In tutta Italia invece la grande maggioranza delle denunce riguarda cittadini che hanno infranto l’articolo 650 del Codice penale: sono stati trovati in giro senza motivazioni valide. Ieri in Italia sono stati oltre 8mila “furbetti” a infrangere la norma, mentre altri 204 avevano invece reso falsa attestazione al pubblico ufficiale, quindi attraverso l’autocertificazione. (agg. di Silvana Palazzo)



AUTOCERTIFICAZIONE, “VA FIRMATA DURANTE CONTROLLO”

A fare ulteriore chiarezza sull’autocertificazione per gli spostamenti durante la fase di restrizioni per l’emergenza Coronavirus è Marco Sangiovanni, agente della Questura di Roma. In collegamento con Tagadà, ha spiegato che non è obbligatorio portare il modulo insieme, visto che le Forze dell’ordine hanno dei modelli per la compilazione. Ma nel caso in cui si ha la possibilità di stampare l’autocertificazione a casa, non va firmata prima di uscire, ma durante il controllo, avendo cura di portare con sé un documento di identità per il riconoscimento. Un servizio del programma di La7, invece, ha chiarito che – laddove possibile – il controllo delle Forze dell’ordine può avvenire anche all’istante, altrimenti si procede in un secondo momento. Infine, è stato ribadito che le foto al modulo e i file pdf da esibire sul cellulare non vanno bene, perché il foglio va firmato e consegnato durante il controllo. (agg. di Silvana Palazzo)

AUTOCERTIFICAZIONE, “APP NON PUÒ SOSTITUIRE MODULO CARTACEO”

Anche il Ministero dell’Interno si oppone all’autocertificazione digitale lanciata durante l’emergenza Coronavirus. «L’autocertificazione cartacea per coloro che escono da casa non può essere sostituita da un’applicazione per smartphone», scrive il Viminale in un comunicato che ricalca quello diffuso dalla Polizia di Stato e da quella postale. In primis, si spiega che il modulo digitale si pone in contrasto con le prescrizioni vigenti, che parlano appunto di autocertificazione cartacea la quale, se non stampabile a casa, può essere scritta a mano. Ma ci sono anche due aspetti da non sottovalutare, uno giuridico e l’altro sulla privacy. L’autocertificazione va firmata sia dal cittadino sottoposto al controllo che dall’operatore di polizia. Così ci si assume la paternità di quanto dichiarato. Il modello cartaceo è quindi l’unico idoneo se, dopo le verifiche, dovessero risultare irregolarità. Riguardo la privacy, nel documento sono presenti non solo dati sensibili, ma anche informazioni su frequenza e tipologia degli spostamenti, che sono personali e riservate. Il regolamento europeo sulla protezione dei dati stabilisce che per l’acquisizione di queste informazioni presuppone l’adeguamento a degli obblighi specifici. (agg. di Silvana Palazzo)

AUTOCERTIFICAZIONE SPOSTAMENTI, INTERVIENE POLIZIA

La Polizia di Stato “stronca” l’applicazione per smartphone che trasforma l’autocertificazione da cartacea a digitale. Nei giorni scorsi vi abbiamo parlato dell’idea di un giovane sardo, che per semplificare e velocizzare le procedure durante i controlli ha lanciato un’app con cui le Forze dell’ordine potevano scaricare il modulo compilato dal cittadino sul suo smartphone per muoversi durante emergenza Coronavirus. «La Polizia postale precisa che il ricorso a tali servizi, [..], si pone in contrasto con le prescrizioni attualmente vigenti». Si ribadisce dunque che l’autocertificazione va firmata dal cittadino sottoposto al controllo e dall’operatore di polizia, previa identificazione del dichiarante. L’autocertificazione va poi acquisita in originale per le successive verifiche. «Sotto altro profilo, si evidenzia come il ricorso a servizi non ufficiali né autorizzati da Autorità pubbliche per la compilazione del modello di autodichiarazione, esponga i cittadini ad una ulteriore e non secondaria insidia, legata al rispetto della dimensione della loro privacy», avverte la Polizia postale. Di conseguenza, se non avete stampante, dovete necessariamente produrre l’autocertificazione a penna.

AUTOCERTIFICAZIONE, POLIZIA “PROBLEMA PRIVACY”

La Polizia di Stato, dunque, nel comunicato precisa che i dati contenuti nel modulo dell’autocertificazione sono personali e riservati, da qui dunque l’avvertimento. Ma si evidenzia un altro aspetto della vicenda. «L’acquisizione e la gestione di tali dati sensibili da parte di soggetti terzi, secondo quanto dispone il Regolamento Europeo sulla Protezione dei Dati (GDPR) e le prescrizioni nazionali in tema di diritto della privacy, sono sottoposte a precisi obblighi in tema». Si tratta di obblighi – come correttezza e trasparenza, consenso informato e limitazione del trattamento a finalità specifiche, aggiornamento, integrità e riservatezza – che sono posti a garanzia di tutti i cittadini per proteggerli da eventuali, potenziali e pericolosi abusi. Tra l’altro è stato introdotto un nuovo modello di autodichiarazione per gli spostamenti che contiene una nuova voce con cui autodichiarare di non essere positivo e quindi in quarantena. Ed è stato specificato che in questo modo il cittadino viene esonerato dall’onere di allegare all’autocertificazione una fotocopia del proprio documento di identità.