Nonostante l’emergenza Covid sia ormai un capitolo chiuso le teorie considerate ‘complottiste’ da parte dei novax continuano a far parlare di sé. Arriva però ora uno studio che sembra segnare un autogol sul fronte della lotta alle supposizioni diffuse contro i vaccini; un autogol e non il “gol” che si pensava sul fronte novax. A riportarlo è La Verità, che mostra come illuminanti sembrerebbe essere la ricerca pubblicata sulla rivista Circulation , che riassume le investigazioni effettuate da alcuni ricercatori di Padova e di Azienda Zero della Regione Veneto. I dati, riportati anche sul Corriere, “smentiscono chi ha cavalcato il sospetto” si legge, e le 19 autopsie del 2020, le 18 del 2021, le 15 del 2022 non mostrerebbero aumenti di patologie cardiache letali in Veneto tra gli under 40, rispetto al 2018 e al 2019 . I dati sarebbero stati diffusi con esultanza, eppure, se analizzati minuziosamente, potrebbero dare adito a conclusioni sulla linea novax.
Il testo pubblicato contiene solo l’indicazione che a dicembre 2021, “almeno 1 dose di vaccino è stata somministrata al 6% delle persone da 5 a 11 anni, al 77% di quelle da 12 a 19 anni e all’84% di quelli tra i 20 e i 40 anni.” Un po’ troppo vago, per potersi definire studio rigoroso. Senza contare che si può anche notare come le autopsie durante la pandemia erano piuttosto ridotte da poter estrapolare una statistica certa.
BARBARO: “NECESSARIE INDAGINI PIÙ SPECIFICHE SULLE MIOCARDITI”
La miocardite è sicuramente la patologia maggiormente in aumento a partire dalla campagna vaccinale. Ma più volte gli esperti del settore si sono affrettati a smentire ogni connessione con i vaccini anti-Covid. Giuseppe Barbaro, dirigente medico ospedaliero, specialista in medicina interna e cardiologia, sta indagando da tempo proprio nello studio delle complicanze cardiovascolari post vaccinali e, nel commentare il citato studio, ha ravvisato la necessità di condurre indagini più specifiche, come “l’identificazione della proteina Spike a doppia prolina (più resistente, diversa da quella virale. Permane più a lungo anche in organi non previsti, ndr), nei vasi sanguigni e nel tessuto miocardico”. L’esperto cita “l’effetto cardiotossico nascosto dei vaccini“, rivelato da uno studio tedesco pubblicato ad ottobre sul British Journal of Pharmacology (BJP). Gli scienziati hanno dimostrato “per la prima volta” che nei cardiomiociti (le cellule del muscolo cardiaco) isolati di ratti, sia mRna1273 (il vaccino di Moderna), sia che BNT162b2 (di Pfizer) “inducono disfunzioni specifiche che sono correlate fisiopatologicamente alla cardiomiopatia” . Dopo 72 ore “le cellule incubate con mRna-1273 hanno smesso quasi completamente di funzionare. Nelle colture incubate con BNT162b2, la percentuale di miociti battenti è stata ridotta al 27%“.
Non a caso, da settembre sul registro Ue dei medicinali per uso umano della Commissione europea, è stata finalmente inserita la segnalazione che dopo la somministrazione dei vaccini a mRna di Pfizer e Moderna, oltre ad esserci il rischio di miocarditi e pericarditi nei giovani, “alcuni casi hanno richiesto il supporto in terapia intensiva e sono stati osservati casi fatali“. Ciò su cui però si pone l’attenzione è un aspetto curioso: lo studio della Regione Veneto afferma che né il Covid né il vaccino hanno incrementato le morti per patologie cardiache. Allora, perché si è insistito a vaccinare anche gli under 40?