CALDEROLI PRESENTA DDL AUTONOMIA IN CONFERENZA REGIONI: LE NOVITÀ

Nell’ultima Conferenza Stato-Regioni il Ministro degli Affari Regionali Roberto Calderoli ha presentato la bozza del ddl sull’autonomia differenziata: come noto, è in discussione la legge quadro per definire la cornice delle intese tra Governo e singole Regioni con cui trasferire nuove funzioni ai territori locali. Il tema centrale è soprattutto quello dell’elenco delle 23 materie che la riforma costituzionale del 2001 ha assegnato alla competenza concorrente fra Stato e Regioni: tra gli altri, scuola, beni culturali, infrastrutture e professioni. Calderoli ha presentato la bozza dicendo che è assolutamente perfettibile prima di trasferirla direttamente in Cdm e poi in Parlamento, suscitando però non poche polemiche tra le Regioni del Sud e tra i partiti di opposizione.



È previsto che vengano stabiliti i livelli essenziali di prestazione (LEP, che lo Stato deve garantire “su tutto il territorio nazionale”) prima di procedere all’accordo diretto sulle materie da delegare alle Regioni, ma nella bozza del ddl è anche fissato un termine di un anno «oltre il quale, se non vengono approvati con decreto del presidente del Consiglio, le funzioni possono comunque essere trasferite alla Regione». Su questo si concentra la principale contestazioni dei Governatori del Sud che pensano tale condizione «aggraverebbe le differenze nel Paese, su questioni fondamentali, dall’istruzione alla salute». Secondo il Ministro per l’Autonomia, «È un percorso che dobbiamo fare insieme e nessuno verrà danneggiato. Non c’è una spaccatura tra Nord e Sud, c’è una paura del Sud che qualcuno si avvantaggi a svantaggio loro. Mi auguro – rassicura al termine della Conferenza con le Regioni – che tutti possano avere un vantaggio, piccolo o grosso, da questa riforma». Il bilancio tratto da Calderoli è comunque soddisfacente, spiega al “Corriere della Sera”: «Sono soddisfatto perché in questa prima seduta abbiamo condiviso alcuni principi, che mi dovranno essere riformulati in forma scritta alla fine di questo primo giro di tavolo, da cui è emerso però che nessuna Regione è contraria e che nessuno prevede che possano esserci Regioni che possano sentirsi svantaggiate rispetto ad altre. Su questo come ministro sono stato chiaro con i presidenti delle Regioni del Sud, che hanno manifestato i loro timori, ribadendo loro la garanzia che nessuno potrà avere un peggioramento della sua condizione attuale. Per chi non chiederà l’autonomia non cambierà nulla. Ma il punto è proprio questo: voglio illustrare alle Regioni del Sud i vantaggi che potrebbero avere».



IRA DE LUCA CON REGIONI SUD: “AUTONOMIA DISGREGA LO STATO”

Veneto, Lombardia, Liguria e Toscana sono le prime Regioni che da anni si sono già mosse per impostare il lavoro sull’autonomia differenziata, a cui si aggiunge l’Emilia Romagna e il Piemonte con però alcuni distinguo posti dal Governatore emiliano Stefano Bonaccini: «servano condizione precise: una legge quadro, che vengano definiti i livelli essenziali di prestazione, i fabbisogni standard e la spesa storica, e poi il coinvolgimento del Parlamento». Anche al Sud non c’è un fronte compatto verso il “no” all’autonomia, specie in Calabria dove il Presidente forzista Occhiuto afferma «servono diritti uguali per tutti e che si archivi l’ingiusto criterio della spesa storica per finanziare questi diritti». Chi però è decisamente contrario alla proposta di legge partorita dal Governo Meloni nella bozza di Calderoli, è il Presidente della Campania Vincenzo De Luca: «Faremo un fronte con altre regioni del Sud come Calabria, Basilicata, Puglia, Molise e Lazio ma ci sono segnali per un sostegno anche da parte delle Regioni del Nord. Da domani siamo in battaglia per difendere l’unità nazionale».



Parla di «Stato disgregato» con questa riforma della autonomia differenziata e invita i colleghi non concordi con la bozza Calderoli a reagire contro il Governo: «non ci sono margini d’intervento, è inemendabile, va ritirata. Nostro dissenso è totale». Secondo il Governatore campano parla di esautoramento del Parlamento italiano, tempistiche sui LEP (tropo poco un anno, ndr), congelamento della spesa storica e divari vari: «un provvedimento che genera solo caos e che spacca in due il Paese. L’augurio è che anche il premier Meloni dimostri di volere difendere quella identità nazionale di cui tanto si è parlato», conclude durissimo il Presidente De Luca. Calderoli non parla però di scontro e sottolinea come questo ddl è una «bozza di lavoro, aperta a ogni contributo per poter avviare una discussione. Alla vigilia avevo paventato il timore che potesse esserci uno scontro e invece con tutti si è trattato di un confronto costruttivo». Alle ore 13 il premier Giorgia Meloni incontra il ministro per gli Affari regionali e le riforme Roberto Calderoli a Palazzo Chigi: sul tavolo il tema dell’autonomia differenziata al centro del confronto politico, dopo l’incontro di ieri tra il leghista e i governatori. «E’ evidente che non ci sarà nessun provvedimento che, come viene raccontato, punta a dividere il Paese. Anzi, esattamente il contrario», spiega all’Adnkronos il ministro degli Affari europei con delega al Sud, Raffaele Fitto, «ci muoveremo nell’ambito della Costituzione. Le polemiche che vengono fatte a me appaiono molto strumentali. Gli articoli della Costituzione che regoleranno l’approvazione di questo provvedimento sono noti a tutti: mi piace sottolineare il 119, dove si parla di riequilibrio e coesione».