AUTONOMIA, L’ATTACCO DI CONFINDUSTRIA E LA REPLICA DEL MINISTRO CALDEROLI

Le critiche giunte dalle opposizioni vengono da settimane ormai replicate punto su punto dal Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie Roberto Calderoli, ciò che però non è andato giù è l’affondo fatto ieri dal Presidente di Confindustria Carlo Bonomi sul tema dell’Autonomia Differenziata: «La questione dell’autonomia è l’inizio di un percorso di riflessione su un tema molto complesso del Paese. Credo che si possa fare qualche riflessione, discutiamo con serietà: non deve essere un tema di divisione del Paese […] per rispondere a Usa e Cina, per la vera sfida, quella della competitività del sistema industriale europeo, non si può rispondere con l’Italia o con un sistema regionale. Per certe sfide abbiamo bisogno di una dimensione almeno europea».



Nasce da qui l’affondo tenuto oggi da Calderoli nella lunga intervista a “La Stampa”, partendo dall’Autonomia ma allargandosi al progetto di riforme del Governo Meloni: «Noi un confronto con Confindustria lo abbiamo già avviato e intendiamo proseguire in questa interlocuzione. Nessuno vuole spaccare alcunché: è chiaro che ogni livello di Governo rappresenta un ostacolo burocratico e con l’eliminazione di alcuni di questi orpelli di burocrazia credo che il primo ad avvantaggiarsene sia il mondo delle imprese», era stata questa la replica d’ufficio affidata ieri ad una nota. Oggi però sul quotidiano torinese Calderoli compie un passo ulteriore: «quando mi sveglio al mattino, non sono una gazzella e non sono un leone, ma un pachiderma che va avanti deciso per la sua strada. Questi attacchi non sono altro che innocue fremette sulla mia pellaccia dura, me ne faccio un baffo». Calderoli si dice stufo degli attacchi pretestuosi, «generici e ideologici», li giudica così, sul tema dell’Autonomia differenziata: in particolare con gli industri, il Ministro replica «Bonomi ha detto che si deve fare attenzione su alcune materie da trasferire alle Regioni». Ebbene, il Ministro leghista sottolinea come le 23 materie siano generali e il Governo vuole spacchettarle in quanto da ciascuna materia vengono individuate poi una serie di funzioni su cui ragionare per capire cosa far gestire dallo Stato e cosa passare alle Regioni: «questa è la posizione di Bonomi, non di tutta Confindustria. Detto questo, sono sempre pronto a lavorare con tutti».



TESTO AUTONOMIA E RIFORME GOVERNO: COSA DICE CALDEROLI

Ancora chiosando la polemica tra Confindustria e Governo, Calderoli ricorda come «Bonomi ha fatto grandi passi avanti sull’Autonomia differenziata: da una chiara ostilità iniziale è passato a dire che va difeso il principio di unità del Paese. Tema che condivido a pieno, tanto da averlo inserito nell’articolo 1 della legge attuativa». In merito alle modifiche fatte al disegno di legge presentato in pre-Cdm nelle scorse settimane, il Ministro Roberto Calderoli spiega a “La Stampa” che sono state fatte modifiche sostanziali all’ultimo testo: «sui Livelli Essenziali di prestazioni (i cosiddetti Lep, ndr) vorrei fossero definiti non solo le materie che si possono trasferire alle Regioni ma anche quelle che resteranno allo Stato». Poi si è lavorato sulla definizione dei costi e dei fabbisogni standard in quanto «ci dicono quanto si deve spendere» e quali costi per ottenere «il trasferimento di competenze».



Dall’Autonomia al tema generale delle riforme, Calderoli non teme di perdere terreno in Lombardia e Lazio in vista delle Regionali «stravinciamo, punto. Non abbiamo bisogno dell’Autonomia differenziata, vinciamo in ogni caso. Rendiamoci anche conto che gli effetti dell’Autonomia si produrranno non prima del 2024: non è una corsa». Calderoli poi annuncia il progetto di ripristinare l’elezione delle Province in un modo però molto particolare: «nella legge c’è una norma che consentire in coincidenza con le Elezioni Europee 2024 di votare tutti i Presidenti di provincia e tutti i consigli provinciali, tutti nello stesso momento». Per finire, tra premieranno e presidenzialismo l’importante per Calderoli è che ci sia una «investitura diretta del popolo, dell’uno o dell’altro. Questo è un mio pensiero, non della Lega: dopodiché bisogna evitare il gioco del signor NO. Si condivida fin dove possibile, poi si vada avanti comunque».