IL MINISTRO CALDEROLI ESULTA PER IL Sì ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: “FINISCE LA QUESTIONE MERIDIONALE APERTA NEL 1861”
Con il primo sì storico alla riforma sull’Autonomia differenziata, oltre a dare pieno sviluppo alla riforma sul Titolo V della Costituzione, potrebbe essere definitivamente “chiusa” la questione meridionale-settentrionale aperta nel 1861: ne è convinto il Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomie, Roberto Calderoli, sentito dal “Corriere della Sera” poche ore dopo il successo in Senato del progetto cardine dell’intera vita politica della Lega. Il Ministro non teme il passaggio alla Camera del testo a lungo monitorato dal Senato per almeno 8 mesi, e approvato martedì a Palazzo Madama: «sono stati quasi 90 gli emendamenti alla bozza. In buona parte, venuti dalle opposizioni. E dunque, io credo che il testo, con l’equilibrio che ha trovato al Senato, possa essere effettivamente una svolta: grazie al Parlamento per questo momento atteso da 22 anni».
Calderoli risponde punto su punto alle critiche mosse dalla sinistra sull’Autonomia, premettendo che il punto è centrale è sempre stato quello di mettere «sulla stessa linea di partenza tutte le regioni»; per 22 anni la riforma del Titolo V – approvata dai Governi di Centrosinistra a colpi di maggioranza – era stata bloccata dal nodo dei Lep, i Livelli essenziali di assistenza. Ora, dopo il lavoro del Comitato dei saggi guidato da Sabino Cassese, il nodo sembra essere stato risolto: «Anche se qualcuno fa finta di non capirlo: sono soltanto l’elenco dei diritti civili e sociali di cui ha diritto un cittadino. Beninteso: in tutto il territorio nazionale». Calderoli ringrazia il presidente emerito della Consulta per l’aiuto fondamentale sul tema tecnico: «Cassese ci ha fatto capire che prima di definire quanto costa qualcosa, dobbiamo definire che cosa. Grazie a Cassese, oggi sappiamo quali siano questi diritti».
CALDEROLI: “SINISTRA FA RABBIA, BONACCINI HA CAMBIATO IDEA, DE LUCA…”
Secondo il Ministro Calderoli, sempre nell’intervista sul “Corriere”, la vera rabbia dopo la soddisfazione dell’iter passato al Senato, è vedere la contestazione delle opposizioni: «mi viene una rabbia: ma per 22 anni la sinistra, che si era approvata a maggioranza il cambio della Costituzione, che cosa ha fatto?». La strada comunque resta ancora lunga, con il Governo che dovrà stabilire fabbisogni standard e costi dopo la formulazione dei Lep: facendo il vecchio esempio della siringa che costa in maniera diversa a seconda dei territori, il tema ora è capire «quanto costa in quel territorio la struttura che consente di utilizzare quella siringa? Credo che sia un po’ questa la grande paura di chi si oppone all’autonomia?».
Prima di finanziare i Lep occorrerà capire quanti e come sono stati spesi i soldi l’anno prima da ogni regione, spiega ancora il Ministro degli Affari Regionali: «lo stabilire i Lep vale per tutte le Regioni, non soltanto per quelle che hanno chiesto l’autonomia». Ogni nuova spesa dovrà essere finanziata, ovviamente se vi sono le risorse sufficienti e tale tema non è così scontato, ammette Calderoli, «in alcuni casi le risorse vengono usate male». Da Bonaccini e De Luca, la risposta di Calderoli alle critiche del Pd è netta: «il Governatore della Campania ce l’ha soprattutto con il ministro Fitto, a suo tempo io sono stato a Napoli dove abbiamo concordato alcune modifiche al testo br. Abbiamo fatto pure una conferenza stampa. Lì mi aveva detto che io e lui eravamo restati gli ultimi veri autonomisti». Sul Presidente del Partito Democratico invece, il giudizio del Ministro è ancora più schietto: «autonomisti come Bonaccini, dopo il congresso del Pd hanno tutti cambiato idea».