SCONTRO NELLA MAGGIORANZA SUI TEMPI DELL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: LA SINISTRA SI RIBELLA, MELONI “RICUCE”

Se le parole della Premier Giorgia Meloni al Vinitaly di Verona avevano fatto suonare un primo “campanello d’allarme” per le tempistiche della riforma sull’Autonomia differenziata – la misura “bandiera” della Lega – le ultime dichiarazioni degli esponenti di Forza Italia certificano una distanza ancora da colmare sull’accordo per l’approdo in aula del testo. Ricostruendo con ordine l’esatta sequenza di fatti, il testo della riforma prodotta dal Ministro Roberto Calderoli e modificata nelle Commissioni del Senato negli ultimi 6 mesi (con la messa a punto di tutti i punti “delicati” come LEP e costi) era stato più che confermato dalla Presidente del Consiglio, la quale però era più che altro indecisa sui tempi parlamentari a ridosso delle Europee: «Sull’approvazione dell’Autonomia non è importante un giorno prima o un giorno dopo, ma il fatto che la maggioranza stia dimostrando di andare avanti».



Per Meloni non v’è alcuna pressione sul Parlamento per far rispettare l’accordo iniziale di approdare in Aula il prossimo 29 aprile con l’inizio della discussione sul testo: «So che i gruppi parlamentari della maggioranza – ha risposto Meloni alle domande dei cronisti al Vinitaly 2024 – hanno fatto del loro meglio per arrivare a terminare i lavori della commissione e perché fosse mantenuta la data che dovrebbe portare in aula l’autonomia il 29 aprile». Dipende però dai vari lavori parlamentare e dalle opposizioni che giungeranno dai banchi del Centrosinistra, legittime e permesse ovviamente dal Parlamento: «io sono fiduciosa, non è questione di un giorno in più o in meno».



Da M5s e Pd, con i capogruppo alla Camera Francesco Silvestri e Chiara Braga, era giunta protesta formale presso la Conferenza dei capigruppo per concedere più tempo alla discussione: «in maggioranza non c’è la disponibilità a concedere altro tempo», ha detto il Presidente della Camera Lorenzo Fontana, con le lamentele immediate da sinistra che spiegano come così venga colpita la «dignità del Parlamento».

BOTTA E RISPOSTA FRA FORZA ITALIA E LEGA SULL’AUTONOMIA: MOLINARI RILANCIA “ACCORDO PER AULA IL 29 APRILE”

A quel punto lo “scontro” si sposta all’interno della stessa maggioranza con il botta e risposta a distanza fra Forza Italia e i governatori, assieme al capogruppo della Camera, della Lega: da Montecitorio il vicepremier Antonio Tajani sottolinea come sull’Autonomia differenziata il dibattito deve essere più ampio possibile. «L’autonomia non deve essere una riforma a vantaggio di uno e a svantaggio dell’altro. E pensiamo debba favorire tutti, da Bolzano a Pantelleria. Vigileremo per questo. Anche se ritengo che il voto sarà più in là», spiega il leader azzurro durante la conferenza stampa di presentazione dell’accordo in vista delle Europee tra FI e SVP. Se però dovessero allungarsi i tempi, così come Meloni anche Tajani non vedo problemi: «In Fi non ci sono malumori. Chiediamo un’autonomia differenziata che non sia a danno di una parte rispetto all’altra».



Se in un primo momento il capogruppo in commissione Affari costituzionali della Lega, Igor Iezzi, aveva accettato l’eventuale slittamento di qualche settimana, le ultime dichiarazioni di Tajani hanno fatto scattare il capogruppo Molinari, il quale afferma «Diciamo che c’è un accordo di maggioranza che prevede che l’Autonomia inizi la sua discussione in Aula il 29 aprile. E noi ci aspettiamo che tutti mantengano quello che è l’impegno assunto sia dalla conferenza dei capigruppo, nonostante le proteste dell’opposizione, sia per quello che è stato l’accordo tra i leader di centrodestra».

Dalla Lega la richiesta è che i patti vengano rispettati anche all’interno della stessa maggioranza, sebbene Molinari respinga la “polemica” sollevata a sinistra per eventuali fratture con Fora Italia: «non credo ci siano tensioni», aggiunge il capogruppo di Salvini, «il provvedimento è stato otto mesi al Senato ed è stato sviscerato e modificato anche recependo le istanze sia di FdI che di FI. Quindi c’è un accordo che prevede che il 29 si arrivi in Aula». Per il Governatore del Veneto, il leghista Luca Zaia – testimonial “principe” dell’Autonomia differenziata assieme al Presidente lombardo Fontana – è giusto che vi sia un dibattito ma non serve “vigilare” come ha detto Tajani: «è l’autonomia di tutti, non c’è una parte politica che vuole scappare con la refurtiva».

GOVERNO RITROVA PERÒ COMPATTEZZA SUL TESTO DELL’AUTONOMIA: 2400 EMENDAMENTI A SINISTRA, 0 NEL CENTRODESTRA

È difficile che vi arrivi alla piena approvazione della riforma sull’Autonomia differenziata prima delle Europee, ma per la Lega sarebbe importante incardinarla per bene prima di eventuali tensioni/cambiamenti nella maggioranza dopo il voto dell’8-9 giugno: per questo il Carroccio spinge per tenere fede all’accordo sul portare in aula il testo dal 29 aprile in poi. In attesa di capire quale accordo alla fine verrà trovato, restano le risposte piccate del Centrosinistra in queste ore: «E’ un provvedimento che distrugge l’unità del Paese», attacca ancora il Presidente M5 Giuseppe Conte. «Non accetteremo altri strappi: le nostre proposte emendabile devono poter essere discusse e votate in commissione», spiega invece la dem Simona Bonafé.

Se però nella maggioranza lo scontro è palese nel definire le tempistiche della riforma, compattezza granitica viene ribadita nel testo specifico dell’Autonomia differenziata dopo l’accoglimento delle varie migliorie portate da Lega, FdI e Forza Italia: le opposizioni hanno infatti presentato in tutto circa 2400 emendamenti da presentare in Aula, mentre nessuno viene avanzato dal Centrodestra. Il termine per l’ultima presentazione degli emendamenti scadeva ieri alle 17: nei prossimi giorni sapremo dunque se il ddl Autonomia sarà rispettato nella sua calendarizzazione o si procederà con un rinvio.