Il giorno dopo la possibile “distensione” tra i Governatori di Lombardia e Veneto con Palazzo Chigi arrivano nuovi dissidi sull’asse Lega-Conte in conseguenza di quanto detto ieri sera dal Ministro Salvini durante il comizio nel Bresciano: «dopo mesi di riunioni, incontri e approfondimenti le Regioni sull’Autonomia i loro compiti li hanno fatti, sono arrivati altri sette territori a chiedere autonomia. Ma se in un anno per i freni dei 5 stelle non siamo ancora riusciti a partorire neanche una bozza d’intesa evidentemente qualcuno non ci crede e allora così non può andare. Patti chiari e amicizia lunga, o arrivano i sì oppure insieme non si può governare». Ad attaccare il vicepremier, difendendo il Premier Giuseppe Conte, ci pensa oggi il Presidente della Camera Roberto Fico: «L’autonomia regionale non deve dividere il Paese, non deve lasciare il Sud nella condizione economica in cui si trova ma deve essere un’autonomia che dà qualche potere in più alle Regioni. L’Italia è unita, una e indivisibile e bisogna lavorare e coordinarsi insieme. Qualsiasi sia l’intesa, passerà in parlamento». Non solo, per il leader della base “ortodossa” 5Stelle, «troppi No dal M5s? Il discorso non sta in piedi». Intervistato stamattina a L’Aria che Tira su La7, è tornato sul tema dell’Autonomia ancora il Presidente della Regione Lombardia Fontana, alla vigilia degli incontri tecnici a Palazzo Chigi «Io al presidente Conte chiederei soltanto di non lasciarsi condizionare dalle tante persone che cercano di dare notizie false e assolutamente infondate. Sono un inguaribile ottimista e, dato che il presidente Conte è una persona perbene, credo che si scrollerà di dosso i tanti personaggi che lo vogliono condizionare. E prenderà in mano la situazione». Secondo Zaia invece – in una nota – «I vantaggi dell’Autonomia sono l’efficienza e la responsabilità, soprattutto premiare le virtuosità, ma non si creerà un Paese di serie A e di serie B. La verità è che da un lato i cittadini avranno risposte celeri e vedranno ridursi le catene decisionali. Dall’altro, per quanto riguarda i cittadini del Sud, finalmente riusciranno a misurare la qualità dei loro amministratori, perchè questa è la verità».
CONTE “TONI SONO CAMBIATI”
Il premier Giuseppe Conte ha fatto sapere in serata di «aver preso atto della lettera dei due governatori» di Veneto e Lombardia e, soprattutto, di aver «registrato un cambio di toni che prelude a una corretta interlocuzione istituzionale». Insomma, la missiva giunta a Palazzo Chigi ha fatto segno cambiando, o quantomeno frenando, lo scontro istituzionale in corso tra Lega e Premier Conte in merito all’Autonomia Differenziata. Sono stati confermati marted’ a martedì i tavoli tecnici a Palazzo Chigi, ma resta alta la tensione per capire cosa e quali articoli verranno aggiunti alla norma che finora è stata definita «farsa» da Zaia e Fontana (e in parte anche da Bonaccini). Scende in campo in questa domenica il Governatore della Liguria, Giovanni Toti, lanciando un appello a Giuseppe Conte e attaccando duramente il M5s: «chiedo a nome del nord, a cui lei oggi parla, che vengano considerate le istanze delle Regioni sull’Autonomia, comprese quelle della Liguria, frutto di studi approfonditi di cui si discute da anni e che porteranno crescita e sviluppo per tutto il paese. Caro presidente, non condanni all’isolamento il Nord con i no del movimento Cinquestelle, quelli sì che sono a esclusivo uso politico e mediatico! Le preoccupazioni dei governatori di Lombardia e Veneto e dei loro abitanti sono legittime e noi come Regione Liguria ci uniamo a loro perché temiamo la decrescita infelice a cui le politiche del movimento Cinquestelle ci stanno condannando».
ZAIA-FONTANA, LETTERA AL PREMIER
Arriva sotto l’uguale ed esatta formula della lettera aperta la risposta molto dura di Attilio Fontana e Luca Zaia alle richieste-appello del Premier Conte: non ci sono insulti, come del resto non ve n’erano stati negli scorsi giorni a livello “diretto”, ma vi sono diversi passaggi in cui si intuisce che la questione Autonomia per la Lega non solo è centrale ma decisiva per capire il prosieguo o meno del Governo, al netto di quanto possa dire o pensare il Ministro dell’Interno nonché leader leghista Salvini. «Vogliamo una autonomia vera, non un pannicello caldo che produrrebbe ulteriori guai. Se si continua con una farsa. Noi restiamo aperti al dialogo con Lei, Presidente Conte, e pronti a cambiare opinione se il testo delle intese sarà capace di rispondere alle esigenze della vita vera che abbiamo provato a descrivere. Ma se si continua con una farsa, come accaduto finora, è evidente che non firmeremo nulla», scrivono i Governatori. Dopo l’attacco di Conte in merito ai duri commenti dei due Presidenti di Lombardia e Veneto, Zaia e Fontana rispondono a tono sempre nella lunga lettera aperta di questo pomeriggio «Nessuno vuole aggredire l’unità nazionale, nessuno vuole secessioni. Lei sa bene quanti e quali Ministri si sono impegnati in questa irresponsabile gara a spararla più grossa». In un passaggio piuttosto duro che farà discutere, addirittura i due Presidenti “avvisano” il Premier di far osservare la Costituzione e di non bloccare l’iter dell’Autonomia differenziata «L’autonomia chiesta da Lombardia e Veneto (oltre che Emilia-Romagna) è perfettamente in linea con la Costituzione. Chi afferma il contrario, o non conosce la Carta, o vuole evidentemente modificarne il testo vigente. Avremmo voluto – aggiungono – che il Presidente del Consiglio fosse davvero il garante della Costituzione vigente, denunciando le false notizie diffuse con malizia e cattiva fede da chi evidentemente la Carta l’ha letta soltanto sul Bignami».
“RIFORMA PER TUTTI, BASTA INSULTI”
Sui social il Premier Conte ha voluto spiegare, postando l’intera lettera scritta oggi ai cittadini di Veneto e Lombardia (con chiari riferimenti diretti ai due Governatori, ndr), i motivi che l’hanno spinto a produrre il testo dove annuncia imminenti incontri politici ancora sul tema dell’Autonomia. «Questa mattina ho scritto una lettera ai cittadini di Lombardia e Veneto per un necessario chiarimento sulla questione #autonomie. Come ho avuto modo di spiegare per me l’autonomia non è una bandiera regionale da sventolare, ma una riforma che farà bene al Paese intero», scrive su Instagram il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Domani mattina dovrebbero tenersi nuovi incontri incrociati tra tecnici, Premier, Lega-M5s e rappresentanti delle Regioni a Palazzo Chigi in attesa di nuovi e forse decisivi sviluppi nel Consiglio dei Ministri di giovedì prossimo: secondo fonti dell’Avvenire riportate da Palazzo Chigi, Il Ministro Miur Bussetti sarebbe uscito soddisfatto dall’ultimo vertice su Autonomia e regionalizzazione, nonostante non sia passata la linea della Lega che vorrebbe il personale scolastico alle dipendenze delle Regioni. Come lui, anche la Ministro per gli Affari Regionali Erika Stefani sarebbe rimasta contenta degli sviluppi dopo lo stallo delle scorse settimane: resta la forte distanza con Zaia e Fontana e proprio a loro la lettera-sfogo di Conte è stata diretta. La crisi di Governo è stata congelata ma dal tavolo delle Autonomia passerà molta, se non quasi tutta, la posizione della Lega in merito alla prosecuzione della propria alleanza con il M5s.
LETTERA DI CONTE CONTRO ZAIA E FONTANA
Con una lunga lettera al Corriere della Sera torna a parlare il Premier Conte dopo la conferenza “disgelo” da crisi di Governo di venerdì e dopo l’altra lettera alla stampa, quella per cui Salvini è sbottato e ha dato il via alla potenziale rottura tra Lega e M5s: lo fa su un tema “bollente” come quello dell’Autonomia differenziata dopo che ieri i due Governatori di Lombardia e Veneto – Attilio Fontana e Luca Zaia – avevano fatto sentire la loro voce mostrando insofferenza per la mancanza di accordo in Consiglio dei Ministri. Attacchi a Conte e probabilmente anche un messaggio a Salvini, del tipo “o si porta a casa l’Autonomia, oppure il Governo non ha senso”. Ecco, oggi il Presidente del Consiglio torna a parlare e lancia un appello alla Lega nel nome dei suoi due Governatori più potenti: «Basta con gli insulti, serve rispetto, ed è ingeneroso sostenere che il governo è poco attento alle richieste delle Regioni», recita la lettera aperta al CorSera, aggiungendo di voler incontrare preso i Governatori leghisti anche prima di portare la bozza finale del testo in Consiglio dei Ministri. «L’Autonomia non è una bandiera regionale da sventolare, ma una riforma che farà bene a voi e all’Italia intera; reputo a dir poco ingeneroso sostenere che siamo poco attenti alle vostre sensibilità. Le vostre richieste stanno a cuore anche a noi. Come pure ci sta a cuore la sorte dei restanti 45 milioni di cittadini italiani».
AUTONOMIA, GLI ATTACCHI DELLE REGIONI
Le voci infatti ieri più forti si sono udite da Lombardia e Veneto, con Salvini “silente” che resta sornione in attesa degli sviluppi nei prossimi giorni per quanto riguarda il nuovo “scontro” interno al Governo, non più tanto tra i due vicepremier ma tra il leader leghista e il Presidente del Consiglio. «Sono profondamente offeso che questi cialtroni ci facciano passare per truffatori del Paese e del Sud. Mi stupiscono i Cinquestelle. E mi stupisce che Conte sia stato coinvolto in questa cialtronata», ha attaccato ieri Fontana dopo la cancellazione dell’articolo che prevedeva l’assunzione diretta dei docenti di scuola dalle Regioni. «Sicuramente – ha aggiunto il n.1 lombardo – non abbiamo bisogno di truffare nessuno per continuare ad essere grandi. Questa riforma è utile per il Paese e per il Sud. E che persone che disistimo mi facciano passare per ladro è una cosa che mi ha fatto incazzare». Ha dato manforte anche il collega del Veneto, Luca Zaia «Non fare l’Autonomia vuol dire non dar più senso a questa forma di governo. E’ impensabile che un progetto di autonomia, che è uno dei pilastri fondanti del contratto di governo ed è la dote che la Lega porta al governo, venga trattato come un ‘progettino’ di decima fila, senza nessuna importanza». Irato, anche se con toni più morbidi, anche il Presidente dell’Emilia Romagna Bonaccini «Ci aspettiamo parole di chiarezza dal governo sull’autonomia, la nostra Regione non ha chiesto 1 euro in più ed è sacrosanto aiutare i territori più svantaggiati. Ma se qui, attraverso una gestione più efficiente delle risorse, riusciamo a risparmiare, allora è giusto che questi soldi siano reinvesti sul nostro territorio e usati per dare migliori servizi ai cittadini dell’Emilia Romagna, non per altro». Conte ha però replicato nella lettera di oggi che se il terreno degli insulti finirà, ci sarà in tempi rapidi anche la possibilità di incontro diretto con i Governatori per dirimere il testo-bozza già pronto da giorni: poi però conclude, «Se il governo non accoglierà, per intero, tutte le richieste e non potrà trasferire, in blocco, tutte le materie, non sarà per insensibilità nei vostri confronti, ma per la convinzione che, piuttosto che declamare – a esclusivo uso politico e mediatico – una cattiva riforma sicuramente destinata a cadere sotto la scure della Corte costituzionale, è preferibile realizzare un progetto ben costruito».