Oltre a mettere in guardia dai pericoli dell’Autonomia differenziata, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca lancia una provocazione alla commissione Affari costituzionali della Camera, dove è stato audito con altri colleghi, come Michele Emiliano (Puglia). “È a rischio l’Unità nazionale”, avverte De Luca, secondo cui “la Campania avrebbe bisogno di 30 miliardi di euro per arrivare alla media nazionale”. Risolto questo nodo, De Luca è pronto “ad affrontare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque. Ci metterei la firma, ma purtroppo non è così”.
Come evidenziato da Il Mattino, non è passato inosservato il mormorio di alcuni deputati membri della commissione in sala, visto che la somma vale solo per la Campania e per un solo anno. E così anche per il Lazio, con l’assessore di centrodestra che aveva evidenziato lo stesso problema poco prima. Per De Luca, comunque, bisogna convincersi che sull’Autonomia il punto di partenza è politico-ideale: “Noi dobbiamo decidere se vogliamo dar vita a un controrisorgimento nel nostro Paese o se rimanere fermi agli obiettivi di solidarietà nazionale, di coesione, di unità del nostro Paese”. Quello a cui bisognerebbe dar spazio è al contenuto patriottico, che il governatore non riscontra più.
AUTONOMIA, DE LUCA CHIEDE A CALDEROLI DI PARTIRE DA UNA SBUROCRATIZZAZIONE RADICALE
“L’Italia è una democrazia giovane e fragile, siamo un Paese che ha grandi fratture, guai a noi se produciamo anche uno sconquasso costituzionale, davvero rischiamo di farla saltare”, ha aggiunto Vincenzo De Luca. Il problema per il governatore della Campania non è solo politico-istituzionale, ma anche finanziario. Per quanto riguarda il fondo sanitario nazionale, pur avendo recuperato qualcosa, la Campania “è ancora paralizzata per 150 milioni di euro rispetto alla media nazionale nel riparto”. Inoltre, la regione guidata da De Luca è ultima per posti letto per mille abitanti e ha quasi 20mila dipendenti in meno nel sistema sanitario pubblico. “Se risolviamo questi divari, io sono prontissimo ad affrontare la sfida dell’efficienza nei confronti di chiunque”.
Come riportato da Il Mattino, a De Luca non basta la definizione dei Lep, perché “non vuol dire nulla, dobbiamo definire e finanziare i Lep”. Quindi, bisogna applicarli equamente, pur precisando che sui finanziamenti non si ha alcuna certezza. “Io partirei da un’operazione verità. Se decidessimo di dare anche più autonomia alle Regioni ma a parità di strumenti operativi, io metterei la firma. Ma purtroppo non è così”. De Luca si è poi rivolto al ministro per gli Affari regionali e le autonomie: “Lo dico all’amico Calderoli: perché non partiamo con una sburocratizzazine radicale, che è quello che chiedono le imprese, prima di partire con questa avventura che pone a rischio l’unità nazionale?”.