SI ALLARGA IL FRONTE DELLE REGIONI DI CENTROSINISTRA CONTRO L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: LE RICHIESTE DI REFERENDUM
Dopo l’Emilia Romagna e la Puglia, ora anche Campania, Toscana e Sardegna puntano alla richiesta formale del referendum abrogativo contro la legge sull’Autonomia differenziata: invocato dai sindacati e dalle opposizioni appena dopo l’approvazione in Parlamento del ddl Calderoli, l’ipotesi del referendum viene accolta anche dalle amministrazioni regionali appartenenti al Centrosinistra (per l’appunto le 5 sopracitate, ndr), con possibili interlocuzioni anche con Calabria e Basilicata, pur essendo amministrate dal Centrodestra.
Questa mattina – informa l’ANSA – il Consiglio regionale della Campania ha convocato per il prossimo 8 luglio pomeriggio una seduta straordinaria con a tema l’indizione del referendum abrogativo: all’ordine del giorno si legge la proposta lanciata da Pd, Azione, Italia Viva e gruppo De Luca Presidente per un referendum «ai sensi dell’articolo 75 della Costituzione, della legge 26 giugno 2024, n. 86 (Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni)». Dalla Campania alla Toscana, anche qui l’iter per il Referendum abrogativo contro l’Autonomia viaggia spedito con la richiesta pervenuta dal Consiglio Regionale, sempre sottoscritto dai partiti Pd, M5s e Italia Viva: «Con le altre Regioni ci siamo riuniti, il testo è stato condiviso. A breve dovrei ricevere la proposta di delibera sottoscritta dai capigruppo che vogliono aderire, da lì partirà l’iter», ha sottolineato all’ANSA il presidente dell’Assemblea toscana, Antonio Mazzeo. Per quanto riguarda i tempi dipende tutto dall’approvazione delle proposte nei singoli consigli regionali, come rimostra il caso dell’Emilia Romagna.
COME FUNZIONA IL REFERENDUM ABROGATIVO CONTRO L’AUTONOMIA: IL QUESITO E I CRITERI PER RICHIEDERLO
Prima di De Luca e Giani, i Governatori rispettivamente di Campania e Toscana, anche sul tavolo del Presidente (uscente) dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini è pervenuta la richiesta di un referendum abrogativo contro la riforma dell’Autonomia differenziata: qui i tempi sono più stretti in quanto le dimissioni formali del Governatore appena eletto col Pd nel nuovo Parlamento Ue impongono una seduta straordinaria forse già giovedì 4 luglio prossimo, con approvazione poi definitivo del Consiglio E.R. entro martedì 9. Quanto avviene a Bologna poi a cascata avrà conseguenze sulle altre 4 Regioni pronte al passaggio ormate contro l’Autonomia; se infatti l’assemblea dell’Emilia-Romagna dovesse votare a favore della richiesta di Referendum abrogativo prima del suo scioglimento con le dimissioni di Bonaccini, ecco che si aprirebbe la strada per il medesimo iter nei consigli regionali di Toscana, Sardegna, Puglia e Campania (con i vertici del “campo largo” che spingono la Governatrice sarda Todde di avanzare lei in primis la richiesta formale in quanto la Sardegna regione dallo statuto speciale).
L’iter di abrogazione della legge appena approvata dal Governo Meloni in Parlamento non è però affatto semplice come sviluppo e obiettivo: per arrivare a referendum occorre raccogliere o 500mila firme (entro il 30 settembre 2024, per tempistiche definite dalla pubblicazione in Gazzetta Ufficiale) oppure presentando ricorso al referendum in ben 5 Consigli regionali differenti. Tenuto conto che il Centrosinistra governa per l’appunto in 5 Regioni sulle 21 totali, qualora la raccolta firme non andasse a buon fine il “piano B” dei ricorsi regionali è già in rampa di lancio: molto più complesso il secondo step del referendum, ovvero quello di portare alle urne almeno il 50% più uno degli aventi diritto di voto. Questione tutt’altro che semplice appunto visto che il quorum non è stato raggiunto in tutti i referendum abrogativi avvenuti dopo il 2016 (ovvero dopo il referendum costituzionale sulle riforme Renzi).
In termini di scadenze, come dicevamo entro il 30 settembre 2024 le firme raccolte devono essere depositate in Cassazione: a quel punto se il conteggio è esatto, e i requisiti soddisfatti, occorre il via libera della Corte Costituzionale sul quesito che porterebbe all’effettiva votazione in una domenica tra il 15 aprile e il 15 giugno 2024. Ecco il quesito presentato dal Centrosinistra in Regione Emilia Romagna e che potrebbe poi essere accolto anche dagli altri consigli “nemici” dell’Autonomia differenziata: «Volete voi che sia abrogata la legge 26 giugno 2024, n. 86, ‘Disposizioni per l’attuazione dell’autonomia differenziata delle Regioni a statuto ordinario ai sensi dell’articolo 116, terzo comma, della Costituzione?».