AUTONOMIA DIFFERENZATA, INIZIATA LA DISCUSSIONE DEL DDL CALDEROLI ALLA CAMERA
Dopo il via libera al Senato e l’accordo tenuto nella maggioranza in Commissione, il ddl Calderoli sull’Autonomia differenziata ha iniziato stamane la discussione parlamentare a Montecitorio come garantito dai relatori del testo. Con il voto allo scorso 27 aprile in Commissione Affari Costituzionali, il Governo ha applicato la “ghigliottina” discutendo “solo” 80 dei 2200 emendamenti presentati: «Con il voto di oggi (sabato, ndr) per il mandato ai relatori di riferire in Aula, i lavori in commissione sull’autonomia si sono ufficialmente conclusi. Ringrazio sentitamente il presidente Pagano, tutti i funzionari della I commissione e tutto il personale alla Camera, operativi anche il sabato pomeriggio per i lavori sulla riforma», ha commentato il Ministro per le Autonomie Roberto Calderoli.
Presente in Aula oggi tra i banchi del Governo, è lo stesso ideatore della riforma storica sull’Autonomia differenziata ad esultare per l’approdo dell’ultimo iter prima della votazione finale: «Autonomia in Aula alla Camera, ci siamo!». Il provvedimento in esame mira ad implementare il terzo comma dell’articolo 116 della Costituzione (il famoso “Titolo V”) atto a trasferire alcune specifiche competenze dallo Stato centrale alle singole Regioni che ne chiedono formale richiesta. Nel suo primo intervento alla Camera, uno dei relatori del Ddl Calderoli – il deputato Paolo Emilio Russo (FI) – spiega i motivi di una riforma così dettagliata: «rispetto di unità nazionale, il principio del rispetto di unità giuridica ed economica e di coesione economica, sociale e territoriale anche con riferimento all’insularità e l’attuazione del principio di decentramento amministrativo».
Secondo il relatore dell’Autonomia differenziata non si ha alcuna fuga in avanti e nessun divario viene ampliato tra Nord e Sud: «Nessuna area e nessuna regione dovrà e potrà restare indietro. Questo non è un provvedimento che spaccherà l’Italia. Consentirà al contrario di superare i divari che esistono da decenni». Sulla stessa scia anche il deputato della Lega Alberto Stefani, l’altro relatore del testo licenziato già dal Senato: se adesso si parla di squilibri tra Nord e Sud è «perché fino ad esso c’è stato un modello centralista. Questo provvedimento porterà la garanzia di una maggiore efficienza e assunzione di responsabilità».
M5S E CGIL IN PROTESTA DAVANTI PALAZZO CHIGI, OSTRUZIONISMO DELLE OPPOSIZIONI
Come garantito già in sede di Commissione, le opposizioni puntano ad estendere gli emendamenti per creare legale ostruzionismo alla Camera: «Siamo contrari a questo testo sull’autonomia differenziata. Intanto di 2400 emendamenti ne sono stati discussi e votati solo 70, meno del 3 per cento. Ma nel merito assistiamo al ruolo del parlamento e della sua funzione legislativa completamente svuotata dal centralismo sia del governo nazionale che di quello regionale», ha ribadito in Aula nel suo intervento il deputato Pd Toni Ricciardi.
Cgil in piazza per protestare contro il Governo, flash mob invece del Movimento 5Stelle di Giuseppe Conte fuori da Palazzo Chigi con l’accusa rilanciata di un ddl atto a «spaccare l’Italia»: «Con l’autonomia questo governo spacca in Paese e condanna le aree depresse a maggiori tagli per quanto riguarda gli ospedali e i servizi. Giorgia Meloni sta svendendo il Paese per i voti sul premierato, per avere pieni poteri, e quindi da patriota diventa secessionista. Ma noi la fermeremo, la combatteremo in ogni modo», ha detto l’ex Premier fuori dal Palazzo del Governo. In risposta alle tante polemiche contro la riforma dell’Autonomia differenziata, il capogruppo della Lega alla Camera Riccardo Molinari è intervenuto nel pomeriggio sottolineando come il ddl Calderoli sia il pilastro su cui si regge la maggioranza di Governo: «Voglio ricordarvi che nell’assembla costituente c’era solo un argomento che univa tutte, davvero tutte le forze politiche, ovvero che la Repubblica nascente dovesse avere un’autonomia più forte. Una cesura con il centralismo fascista».