Bankitalia nella giornata di oggi ha depositato in Parlamento la sua memoria sul disegno di legge sull’autonomia differenziata, valutandone i punti chiave ed analizzando quali potrebbero essere i punti su cui intervenire prima di approvare il testo. La costatazione generale e preventiva riguarda il fatto che “il ddl contribuisce a dare una cornice più ordinata e coerente al processo di autonomia” attualmente affidato alla contrattazione tra Stato e Regione.
Senza la cornice, sottolinea la memoria, l’autonomia differenziata affidata alla contrattazione non darebbe “alcuna garanzia che l’esito sia efficiente ed equo”. Oltre a questo, però, l’istituzione ha anche suggerito che “andranno valutate attentamente tutte le implicazione dell’attuazione [del ddl], procedendo con la necessaria gradualità” o il rischio sarebbe quello di “innescare processi difficilmente reversibili e dagli esiti incerti“. Inoltre, dalla valutazione fatta da Bankitalia dal disegno sull’autonomia differenziata ne risulta come il testo “trascura alcuni aspetti rilevanti”: la tenuta del sistema produttivo e della sua competitività; delle revisioni periodiche e puntuali delle aliquote di compartecipazione tra Stato e Regione autonoma e la verifica delle spese sostenute e delle relative prestazioni erogate.
Autonomia differenziata: i punti da valutare secondo Bankitalia
Il primo suggerimento di revisione che Bankitalia indica per l’autonomia differenziata riguarda la necessità di “non mettere a repentaglio l’efficienza del sistema produttivo e la sua capacità competitiva” specificando che “i vantaggi dello stimolo a una maggiore concorrenza tra le varie aree del Paese devono essere superiori ai costi impliciti”. A tal proposito potrebbe risultare utile “un’istruttoria per singola materia che documenti i benefici e i costi dell’eventuale trasferimento di funzioni” da Stato a Regioni.
In secondo luogo, il testo sull’autonomia differenziata dovrebbe mirare a preservare “gli equilibri di finanza pubblica e assicurare che l’intero Paese contribuisca al consolidamento dei conti”, garantendo “nel medio periodo l’allineamento fra le risorse erariali assegnate alle Regioni autonome e l’evoluzione dei fabbisogni di spesa“. Le regioni che investono meno risorse di quelle assegnate “avrebbero comune la possibilità di trattenerle” ed utilizzarle “per incrementale il livello delle prestazioni”, ma diversamente le spese superiori andranno supportate “attraverso un inasprimento dei tributi locali”.
L’ultimo punto di intervento sull’autonomia differenziata suggerito da Bankitalia è la previsione di “procedure obbligatorie di verifica della spesa sostenuta e delle prestazioni erogate“, a differenza di quelle previste dal testo che sarebbero facoltative. “Andrebbe anche valutato”, continua la memoria, “in modo rigoroso, a scadenze regolari, l’impatto sul Paese nel suo complesso”. La valutazione si conclude sottolineando che l’autonomia richiede “di procedere in modo sistematico e ordinato, dando dapprima attuazione al federalismo simmetrico”.