Il giurista e docente di Diritto tributario Andrea Giovanardi ha parlato sulle pagine del Sole 24 Ore del sull’autonomia differenziata. Il punto di partenza del giurista è un articolo pubblicato dallo stesso quotidiano il 16 marzo, a firma di Giovanna De Minico, nel quale si poneva una questione di incostituzionalità sul ddl Calderoli, ritenendo che violi l’articolo 116 della Costituzione, con lo scopo, scrive De Minico, di “fare a brandelli l’Italia e stracciare il mercato unico europeo”.
Giovanardi, tuttavia, ritiene le accuse di incostituzionalità mosse contro l’autonomia differenziata scorrette. Spiega, infatti, che “lo scopo non è trasferire maggiori risorse ad alcune Regioni a scapito di altre”, come sostiene De Minico, “a prescindere dalle funzioni svolte”, ma di conferire maggiori risorse per dare “copertura alle spese che si dovranno sostenere a fronte degli ulteriori compiti”, peraltro pattuiti con lo Stato. Inoltre, il surplus di risorse stanziate con l’autonomia differenziata, spiega Giovanardi, non sarà a beneficio della Regione in questione, ma “dovranno essere restituiti allo Stato“.
Giovanardi: “L’autonomia differenziata sarà a beneficio dei cittadini”
Complessivamente, secondo Giovanardi, “non si capisce perché l’allineamento tra territori dovrebbe assurgere al rango di presupposto dell’autonomia differenziata”, essendo che lo scopo è proprio quello di “attribuire ulteriori funzioni alle Regioni che convincano lo Stato di essere, nella gestione di specifici compiti, più efficienti”. Similmente, non ha senso la critica di De Minico secondo cui è importante definire i Lep prima di avviare il percorso di autonomia differenziata perché, spiega il giurista, “è infatti già così”, dato che “l’art. 4, co. 1 prevede che ‘il trasferimento delle funzioni […], concernenti materie o ambiti di materie riferibili ai Lep […], può essere effettuato soltanto dopo la determinazione dei medesimi Lep'”.
Tirando le somme, secondo Giovanardi non si può sostenere che il ddl Calderoli sia incostituzionale per il solo fato di voler “limitare gli ambiti materiali della differenziazione previsti”. Similmente, è importante tenere a mente che difficilmente “lo Stato accetterà di buon grado di vedersi limitare le proprie prerogative”. A fronte di tutto ciò, forse è arrivato il momento di “abbandonare i toni apocalittici e di restituire l’autonomia differenziata al suo obiettivo: fornire ai cittadini servizi pubblici in modo più efficiente di quanto accada oggi”.