IL VENETO PRESENTA 90 PAGINE DI RICHIESTE AL GOVERNO PER L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA
In una tumultuosa seduta dell’ultimo Consiglio Regionale in Veneto, il Presidente Luca Zaia ha annunciato di aver presentato le richieste ufficiali al Governo per ottenere l’Autonomia differenziata in quella che sarebbe la prima Regione ad ottenere le “nuove materie” dopo l’ingresso in vigore della Legge Calderoli. In attesa che anche la Lombardia di Fontana compia lo stesso passo, sono emerse sul “Corriere della Sera” e l’ANSA molte anticipazioni sulle 91 pagine del dossier redatto dai tecnici di Regione Veneto, con relative richieste sulle materie (con e senza i Livelli Essenziali delle Prestazioni, i cosiddetti LEP).
«Entro 60 giorni dovranno arrivare le risposte dai Ministeri», ha spiegato il Governatore Zaia facendo riferimento alla fase prevista già dal piano della Legge Calderoli sull’Autonomia differenziata. A quel punto, tra due mesi, sarà convocata la Consulta veneta sull’Autonomia, poi gli stakeholder e l’Osservatorio, con la possibilità di condividere il tutto in assemblea con il Consiglio Regionale. Serve dunque attendere tempo ma nel frattempo il Governo si appresta a valutare le tante pagine di richieste e dettagli preparati con dovizia dai tecnici del Veneto durante l’estate e che restano al centro delle polemiche per via dei referendum presentati dal Centrosinistra contro l’Autonomia, in attesa di una decisione ultima della Corte Costituzionale.
LE MATERIE INSERITE DAL VENETO E L’ATTESA PER I LEP: TUTTE LE NOVITÀ
Sono 9 le materie che non necessitano dei LEP fissati dallo Stato (Commercio, Protezione Civile, Rapporti con UE, coordinamento finanza e tributi, previdenza integrativa, giustizia di pace, professioni, casse di risparmio, enti credito fondiario) mentre le altre 14 materie necessitano dei LEP e quindi potranno verosimilmente essere accolte non prima del 2026. Se per le prime materie vi è già una trattativa in corso con lo Stato, ma non dovrebbe vedere particolari problematiche visto l’aspetto “secondario” delle stesse, la vera scommessa di Zaia e del Centrodestra veneto è quella inserita nelle materie “pro-LEP”, dove appunto si punta altissimo con le richieste.
Dalle autostrade ai porti, dalla organizzazione della scuola (che non significa i programma scolastici, quelli permangono nazionali) all’ambiente, fino alla produzione con annessa distribuzione di energia, la deroga sui limiti di spesa a livello nazionale e la gestione della sanità regionale: materie importanti, imponenti e sulle quali le opposizioni e altre Regioni del Mezzogiorno temono che vi possa essere una “rivoluzione” nei rapporti tra enti locali e Stato. Detto che il Governo potrà e dovrà decidere su quali materie concedere l’Autonomia differenziata – disciplinandole da LEP, costi e fabbisogni base – l’impianto base di Zaia è quello che porterebbe la Regione Veneto a livelli molti più simili agli statuti speciali già in onere a Trentino Alto Adige e Valle D’Aosta (oltre alla Sardegna). Tra i vari punti in esame, quello più potenzialmente “roboante” è quello legato al tema energia: il Veneto chiede infatti ampie libertà nella produzione, trasporto, distribuzione di energia tanto del gas quanto degli elettrodotti.