FORMIGONI SPINGE PER L’AUTONOMIA DIFFERENZIATA: ECCO PERCHÈ

Sarà probabilmente il voto delle Elezioni Regionali in Lazio e soprattutto Lombardia a determinare il “timing” per la riforma dell’Autonomia differenziata: lo spiega l’ex Presidente di Regione Lombardia, Roberto Formigoni, in un fondo su “Libero Quotidiano”. «La situazione al momento appare bloccata, anche perchè siamo alla vigilia di un voto in Lombardia e Lazio particolarmente importante»: il risultato della Lega di Fontana, tra i principali sponsor dell’Autonomia differenziata della riforma Calderoli, peserà per capire se si arriverà ad una accelerata nelle prossime settimane o, al contrario, ad un raffreddamento delle discussioni. Il Governo fronte Lega e Forza Italia spinge per arrivare entro fine 2023 alla riforma ultimata, trovando contrarie Centrosinistra e non del tutto convinti ancora il partito della Premier Meloni.



Nel frattempo, mentre il Presidente di Regione Veneto Luca Zaia invita il Governo ad accelerare sulla riforma – «Questa è una riforma che non lascia indietro nessuno, che non penalizza il Sud ma anzi lo chiama alla sfida della modernità, che aiuta i cittadini ad avere le istituzioni più vicine e più efficienti. Perfino i padri costituenti – spiega –avevano previsto la possibilità di delegare poteri e funzioni agli enti locali, lo stesso Mattarella ne parla spesso, non può essere un tabù» – Formigoni elenca i motivi per cui ad oggi serve più che mai il decentramento di alcuni poteri al territorio: «La possibilità per le regioni di negoziare con lo Stato forme di autonomia differenziata fu introdotta in Costituzione nel 2001, da una risicata maggioranza formata solo da parlamentari di centrosinistra e sinistra (ma con l’appoggio compatto di tutti i governatori delle regioni). Nel tempo le posizioni si sono rovesciate, con la sinistra contraria, salvo tiepide eccezioni, e il centrodestra (soprattutto la Lega) favorevole».



I TRE ERRORI DEGLI ANTI-AUTONOMIA: PARLA ROBERTO FORMIGONI

Sempre nel suo editoriale su “Libero”, Roberto Formigoni affronta da vicino le tre critiche fondamentali che i detrattori della riforma sull’Autonomia differenziata riportano ancora in queste ultime settimane. Tre critiche che per l’ex Celeste sono sostanziali errori da correggere al meglio: “l’Autonomia favorisce le Regioni più ricche”; “in discussione lo Stato che diventa federale”; “ruolo minimale al Parlamento”. Ebbene, secondo Formigoni tutte e tre le tesi contro l’Autonomia differenziata sono da confutare.



Sul tema della materie “concorrenti” tra Stato e Regioni, «sono stabilite per Costituzione» e dunque non possono essere aggiunte in violazione della Carta, «Non tutte le Regioni chiedono tutte le materie, si tratta di un negoziato in cui lo Stato può, anzi deve dire la sua, e concedere solo le materie in cui la regione dia garanzie di saper offrire un servizio migliore ai cittadini». Sulla seconda obiezione, Formigoni spiega nel dettaglio la riforma: «non ci sarà alcun guadagno, né 21 miliardi, né altra cifra per le Regioni. Non si tratta di guadagno ma della spesa, oggi statale, che le regioni dovranno sostenere per garantire le nuove competenze, non un centesimo in più». Da ultimo, il ruolo del Parlamento secondo l’ex Governatore lombardo è garantito dal fatto di potere dire sì o no all’Intesa Stato-Regione, «è evidente che, onde evitare una bocciatura, sia lo Stato che le Regioni staranno bene attenti ai pareri della Commissione bicamerale sulle questioni regionali». Non esistono dunque per Formigoni, «obiezioni insuperabili, anzi, l’Italia tutta potrebbe crescere di più se ogni regione potesse dare il meglio di sé». L’ex Governatore non lesina poi una critica alla Lega in Lombardia, in quanto il Carroccio «nel 2007 bloccò l’autonomia che la Lombardia aveva già negozia- ta, per la poco nobile ragione che il governatore lombardo non era leghista. E i lombardi da 16 anni attendono…».