CDM APPROVA IL DDL SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

«Finalmente basta centralismo che aveva impedito l’Autonomia differenziata prevista dalla riforma del Titolo V della Costituzione»: così ha spiegato il Ministro Roberto Calderoli in conferenza stampa dopo il CdM che ha visto approvare all’unanimità il ddl sull’Autonomia differenziata presentato dallo stesso titolare degli Affari Regionali. «Sussidiarietà abbiamo provato a renderla centrale in questa riforma sull’Autonomia differenziata», sottolinea ancora Calderoli: «non era una legge obbligatorio, l’abbiamo fatta per determinare il coinvolgimento del Parlamento richiesto da più parti. La legge non crea l’Autonomia differenziata in quanto essa c’è già nel testo costituzionale del 2001, approvata dal Centrosinistra. Le materie che qualcuno ci contesta non sono contenuto della nostra legge ma sono dell’articolo 117 della Costituzione», ribadisce Calderoli in conferenza stampa.



«Questo provvedimento dimostra ancora una volta che questo governo manterrà gli impegni presi, la coerenza con il mandato avuto dai cittadini, per noi, è una bussola», lo ha detto la Premier Giorgia Meloni durante il varo in CdM sul ddl Autonomia. Dopo il voto è scattato l’applauso, riferiscono all’Adnkronos alcuni presenti alla riunione, in corso a Palazzo Chigi: «Efficienza, merito, innovazione, lavoro, più diritti per tutti i cittadini in tutta Italia, meno scuse per i politici ladri o incapaci. Autonomia approvata in Consiglio dei ministri, altra promessa mantenuta», commenta il vicepremier Matteo Salvini. Tra le prime reazioni uno dei fautori di questo disegno di legge, il Governatore del Veneto Luca Zaia: «E’ una giornata storica, non è la fine ma l’inizio di un percorso. Il mio plauso va al governo, al premier Giorgia Meloni, al ministro Calderoli e a tutto il governo, perché il via libera al ddl sull’autonomia differenziata “non è solo una grande riforma rispettosa della Carta, ma anche un gesto di grande coerenza e rispetto dell’elettorato». Divisi gli altri Governatori, chi in forte polemica sulla riforma (Bonaccini, De Luca ed Emiliano) e chi invece che approva il testo (Fontana, Zaia e Tesei): per il Presidente di Regione Liguria Giovanni Toti, «Tutti coloro che si stanno stracciando le vesti in queste ore dovrebbero ricordare che i margini di autonomia differenziata tra territori sono una delle prerogative previste dal Titolo V della nostra Costituzione fin dai primi anni 2000 e non è mai stato attuato».



LA BOZZA DELLA RIFORMA SULL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA ARRIVA IN CDM

Alle ore 16 oggi a Palazzo Chigi è convocato il Consiglio dei Ministri del Governo Meloni per presentare, tra gli altri punti all’ordine del giorno, il disegno di legge sull’Autonomia differenziata delle Regioni a Statuto ordinario: la molto chiacchierata e contestata (da parte delle opposizioni) riforma del Ministro Roberto Calderoli arriva così sul tavolo del Governo dopo il vaglio avvenuto ieri in pre-CdM. Come ripotano fonti di Governo all’ANSA, sul testo della riforma Autonomia sono state apportate alcune modifiche rispetto alla bozza diffusa lunedì sera: oggi in Consiglio dei Ministri è infatti attesa un’approvazione preliminare cui seguirà un ulteriore esame in un CdM successivo.



Un ddl quello sull’Autonomia differenziata che consta al momento di 10 articoli: secondo quanto anticipato finora, «l’attribuzione delle funzioni può avvenire solo dopo la determinazione dei Livelli essenziali delle prestazioni, i Lep definiti con Dpcm, entro un anno come previsto dall’ultima legge di bilancio. L’iter per l’intesa fra Regione (anche a statuto speciale) e Stato durerà almeno 5 mesi, inclusi i 60 giorni per l’esame delle Camere». Non solo, secondo la bozza preparata dal Ministro degli Affari Regionali e delle Autonomia Calderoli, alcuni ritocchi sono stati decisi nella riunione tecnica in preparazione del Consiglio dei ministri, su input diretto della Premier Meloni. Anche per questo motivo il ddl verrà con ogni probabilità presentato come atto di indirizzo del Governo poi da votare in Parlamento. «Non ci rassegniamo all’idea che ci siano territori e servizi di serie A e B», aveva detto nei giorni scorsi la Presidente del Consiglio anticipando le misure perequative nella bozza del testo, per evitare squilibri economici fra le Regioni che aderiscono all’autonomia differenziata e quelle che non lo fanno. Le intese tra Regioni e Stato durano fino a 10 anni: poi possono essere rinnovate o terminate anche prima, con preavviso portato da 6 mesi fino a 12, «per evitare disallineamenti con l’anno scolastico» sul fronte Istruzione, riporta l’ANSA.

CALDEROLI, SALVINI, REGIONI: TUTTE LE NOVITÀ SULL’AUTONOMIA

Il solco tra maggioranza e opposizione è netto sul tema dell’Autonomia differenziata: in previsione del testo in arrivo oggi pomeriggio nel Cdm, il leader della Lega Matteo Salvini rivendica la bontà del ddl: «L’autonomia migliorerà il Paese e conviene a tutti, i comuni del centro e del sud ci guadagnerebbero di più. Autonomia – aggiunge il Ministro delle Infrastrutture – significa modernità, efficienza, futuro. Quindi, sono assolutamente felice, soddisfatto e orgoglioso di quello che tutti insieme stiamo facendo. Domani (oggi, ndr) ci sarà il primo passaggio in Consiglio dei ministri: è fondamentale. Poi il Parlamento dovrà dire la sua, dovranno essere stabiliti i Livelli essenziali di prestazione. Tutti porteranno contributi, idee, suggerimenti, miglioramenti e poi si chiuderà la partita». Per il leader di Forza Italia Silvio Berlusconi, con questa riforma «Le Regioni avranno più risorse e più poteri con l’autonomia, per gestire i servizi essenziali per i cittadini, a partire naturalmente dalla sanità. Ogni anno 200mila cittadini raggiungono la Lombardia da altre Regioni per interventi chirurgici. Quindi, dobbiamo garantire a tutti una sanità di assoluta qualità».

Il Ministro Calderoli – parlando a margine dell’incontro “La Lega al governo, l’impegno per il Lazio” per la campagna elettorale del candidato Francesco Rocca alle Regionali – ha voluto sottolineare «Mi è piaciuto il video dove Matteo Salvini dice che non vogliamo cittadini di serie A e serie B e riprendo anche l’evento dove la Meloni ha detto che non possiamo rassegnarci a cittadini di serie A e B, perché, ha detto, vogliamo una sola Italia in cui i diritti vengono garantiti in tutto il Paese. Ecco, questo è il contenuto dell’articolo 1 della legge sull’autonomia differenziata da me condivisa». Secondo lo stesso titolare della riforma sull’Autonomia, «L’esistenza di cittadini di serie A e B e promozione è una realtà a cui siamo di fronte e non solo la logica sud e nord ma ci sono aree marginali, montagne, piccole isole. Le difformità sono figlie di un centralismo che c’è ora». Durissimo invece il commento dell’ex Ministro Pd Francesco Boccia sul fronte Lep: «L’articolo 8 conferma tutti i nostri sospetti: dall’applicazione del ddl non derivano nuovi o maggiori oneri a carico della finanza pubblica. È la riprova che non investono un centesimo per ridurre le diseguaglianze». Fronte Regioni invece, si dice soddisfatto il Governatore della Lombardia Attilio Fontana che guarda con fiducia il ddl sull’Autonomia differenziata: «questa riforma non spacca un bel niente, semplicemente chiede che dei compiti che oggi svolge lo Stato vengano svolti dalle Regioni, ottenendo le cifre che oggi spende lo Stato. Quindi è soltanto una diversa organizzazione amministrativa. non parla assolutamente delle materie, parla della procedura che si dovrà seguire per arrivare all’applicazione di una parte della Costituzione. Io credo che sia un passaggio per il momento che deve portare soltanto alla predisposizione delle modalità, poi sulle materie si discuterà»