Tra i vari temi affrontati dal premier Giuseppe Conte da Ceglie Messapica, in un’intervista in diretta video ad Affaritaliani, c’è anche quello delle autopsie sui corpi delle persone morte di coronavirus, oltre che sui verbali Cts. «Non sono state fatte per indicazione del Ministero della Salute e questo ha determinato per molte settimane l’incapacità di comprendere esattamente il Covid e le sue conseguenze sull’uomo. Poi quando qualche medico un po’ disobbediente ha fatto le autopsie, si è scoperto che il problema erano le trombosi e così c’è stata la svolta terapeutica», evidenzia il direttore Angelo Maria Perrino. «Io credo che lei si riferisca ad una circolare del Ministero della Salute. In realtà, non è esatto dire che furono vietate, ma non furono ritenute necessarie nei casi conclamati di Covid-19», la replica del presidente del Consiglio. «Abbiamo lavorato sempre a stretto contatto con gli scienziati e gli operatori sanitari per raccogliere le informazioni. Ora le stiamo fornendo all’estero», ha poi concluso sul tema.



COVID E AUTOPSIE, CONTE “NON SONO STATE VIETATE”

In realtà, la circolare in questione della direzione generale della Prevenzione sanitaria il Ministero della Salute era contraddittoria. Le autopsie non erano espressamente vietate, ma era scritto che «per l’intero periodo della fase emergenziale non si dovrebbe procedere all’esecuzione di autopsie o riscontri diagnostici nei casi conclamati di COVID-19, sia se deceduti in corso di ricovero presso un reparto ospedaliero sia se deceduti presso il proprio domicilio». Inoltre, nella circolare in questione si precisava che l’Autorità Giudiziaria ha la facoltà di valutare nella sua autonomia «a possibilità di limitare l’accertamento alla sola ispezione esterna del cadavere in tutti i casi in cui l’autopsia non sia strettamente necessaria».



E si precisava che le direzioni sanitarie di ciascuna regione dovevano dare indicazioni per «limitare l’esecuzione dei riscontri diagnostici ai soli casi volti alla diagnosi di causa del decesso, limitando allo stretto necessario quelli da eseguire per motivi di studio e approfondimento». Non possiamo non ricordare la “battaglia” di Cristoforo Pomara, direttore della cattedra di Medicina Legale dell’Università degli Studi di Catania, il quale ha duramente contestato quella circolare che ha limitato le autopsie. Durante l’emergenza Covid-19 sono state “sconsigliate”, tanto che Pomara parlò di “lockdown della scienza”.



CONTE SUI VERBALI (NON) SECRETATI

Ma Giuseppe Conte ha affrontato anche la spinosa questione dei verbali (non) secretati. «Leggo delle cose che non corrispondo alla realtà. Chiariamo bene le cose: immaginate cosa significava per gli scienziati riunirsi, analizzare dei dati ed elaborare soluzioni, e farlo sotto i riflettori della tv. Non avrebbero avuto tranquillità. Pensate all’allarme sociale che si può innescare». E quindi ha aggiunto: «Per questo rivendico che quei verbali rimangano riservati. Non significa secretati, non ho apposto nessun segreto di Stato. È giusto che a distanza di tempo vengano divulgati e che si facciano tutte le valutazioni». E quindi annuncia: «Sono il primo insieme a tutto il governo che consentirà la pubblicazione di tutto, non abbiamo nulla da nascondere».