«La famiglia Benetton ha sempre rispettato le Istituzioni, quando in passato è stata sollecitata a entrare in diverse società, così come oggi», è il commento della famiglia che controlla Atlantia che filtra sull’Ansa dopo la durissima intervista del Premier Conte sul Fatto Quotidiano. Mentre il titolo di Atlantia è in crisi nerissima sui mercati per la più che probabile revoca delle concessioni, la “partita” politica è tutt’altro che definita con Matteo Renzi che avverte sul potenziale “scontro” in CdM: «I populisti chiedono da due anni la revoca della concessione. Facile da dire, difficile da fare. Perché se revochi senza titolo fai un regalo ai privati, ai Benetton, ai soci e apri un contenzioso miliardario che crea incertezza, blocco cantieri, licenziamenti». La proposta dei renziani vede dunque una operazione su Atlantia con un aumento di capitale e l’intervento di CDP: in attesa di capire la replica di Pd e M5s, gli analisti di Aspi fanno sapere che in caso di revoca si rischia un default da oltre 19 miliardi di euro.
«L’effetto per Autostrade per l’Italia sarebbe quello di un immediato fallimento della società. Mancherebbero infatti, a causa dell’art. 35 del Decreto Milleproroghe (D.L. 162/2019), le risorse per il ripagamento di quasi 10 miliardi di debito complessivo. A catena l’impatto si ripercuoterebbe sul ripagamento di 9 miliardi di euro di debito di Atlantia (che controlla l’88% del capitale di Autostrade per l’Italia ed è garante inoltre di circa 5 miliardi di debito della controllata)», sostengono gli analisti sulle agenzie di stampa. Infine il Governatore Giovanni Toti dalla Regione Liguria minaccia richieste di danni a Mit e Aspi per le conseguenze pesantissime su traffico e categorie economiche dell’intera regione. (agg. di Niccolò Magnani)
CONTE SBOTTA SULLE AUTOSTRADE
Il presidente del consiglio Giuseppe Conte ha ribadito il proprio concetto nei confronti di Autostrade per l’Italia e l’ultima proposta dello stesso Aspi. Il premier ha fatto intendere che le uniche opzioni plausibili sono la revoca della concessione sulle autostrade o eventualmente l’uscita della famiglia Benetton dalla stessa società: “La verità – le parole in un’intervista pubblicata stamane su Il Fatto Quotidiano – è che le varie proposte transattive fatte pervenire da Aspi non sono soddisfacenti. Lo Stato ha il dovere di valutarle per lo scrupolo di tutelare l’interesse pubblico nel migliore dei modi possibili. Ma adesso dobbiamo chiudere il dossier ed evitare il protrarsi di ulteriori incertezze”. Lo scorso 9 luglio si era tenuta una riunione con Aspi, in cui i tecnici del governo avevano esposto i contenuti “minimi e inderogabili” oltre cui la proposta non sarebbe dovuta andare, ma la replica di Autostrade per l’Italia è stata “Ampiamente insoddisfacente, per non dire imbarazzante – ha aggiunto Conte – tutto meno che un’accettazione piena e incondizionata delle richieste del governo”.
CONTE SU ASPI: “FORTE DEI VANTAGGI ACCUMULATI NEL TEMPO HA SCOMMESSO SULLA DEBOLEZZA DEI PUBBLICI POTERI”
Conte lamenta anche il trattamento della questione Ponte Morandi: “Manca l’impegno a manlevare la parte pubblica per tutte le richieste risarcitorie collegate al crollo del ponte Morandi. La somma di 3,4 miliardi offerta a titolo risarcitorio e compensativo per quella immane catastrofe è stata in buona parte imputata da Aspi a interventi di manutenzione che comunque il concessionario ha già l’obbligo di realizzare”. Quindi il massimo esponente dell’esecutivo affonda il colpo: “La mia sensazione è che Autostrade, forte dei vantaggi conseguiti nel tempo e di una concessione irragionevolmente rinforzata da un intervento legislativo, abbia scommesso sulla debolezza dei pubblici poteri nella tutela dei beni pubblici. A un certo punto Aspi si è irrigidita confidando, evidentemente, nella caduta del mio primo governo. Con questo nuovo governo si è convinta di avere forse delle carte da giocare e ha continuato a resistere. Solo all’ultimo si è orientata per una soluzione transattiva”. Rivolgendosi invece alla famiglia Benetton, specifica che secondo lui non hanno ancora capito “che questo governo non accetterà di sacrificare il bene pubblico sull’altare dei loro interessi privati”. Domani si terrà il consiglio dei ministri sulla questione: “Decideremo collegialmente – ha commentato – ma non siamo disponibili a concedere ulteriori benefici. Lo Stato – conclude – non può essere socio di chi prende in giro le famiglie delle vittime. I Benetton non prendono in giro il presidente del Consiglio, ma i famigliari delle vittime del ponte Morandi e tutti gli italiani”.