Il tribunale del Riesame di Genova si è espresso oggi sulla posizione di Giovanni Castellucci, ex amministratore delegato di Aspi e Atlantia, arrestato lo scorso 11 novembre nell’ambito dell’inchiesta sulle barriere antirumore, ritenute dall’accusa difettose. Il Riesame ha revocato gli arresti domiciliari disponendo per l’ex ad di Autostrade disponendo a suo carico una misura interdittiva di 12 mesi. Come riferisce Adnkronos, però, resta ai domiciliari invece l’altro manager arrestato, Michele Donferri Mitelli, ex dirigente di Autostrade. Secondo i giudici che hanno revocato oggi i domiciliari ordinando però a carico dell’indagato Castellucci il “divieto temporaneo di esercitare l’attività professionale di ingegnere nonché di ricoprire uffici direttivi delle persone giuridiche, private o pubbliche, e delle imprese”, da ben tre inchieste lo stesso ex ad di Autostrade per l’Italia – scrive Repubblica.it – sarebbe emersa la “persistente totale mancanza di scrupoli per la vita e l’integrità degli utenti delle autostrade compiendo azioni ed omissioni in concorso relative a praticamente tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione ed adeguamento nell’ambito della gestione delle autostrade, condotte volte tutte a una poliedrica e persistente politica del profitto aziendale”.
AUTOSTRADE, REVOCATI DOMICILIARI A EX AD CASTELLUCCI
Stando a quanto si è appreso oggi – per la prima volta -, scrive ancora il quotidiano Repubblica nell’edizione online, Castellucci sarebbe indagato dalla procura di Genova non solo per il crollo del ponte Morandi e per le barriere antirumore pericolose ma anche nell’ambito della “vicenda relativa alla lacunosa manutenzione del sistema di gallerie gestite sempre da Aspi, costellata da falsi rapporti circa lo stato della rete viaria”. Intanto, dopo la disposizione da parte dei giudici dell’interdizione con le relative motivazioni, scrive TgCom24, il legale di Castellucci, l’avvocato Carlo Longari ha commentato: “Avevamo detto fin da subito che la misura ci sembrava sproporzionata”. Nelle motivazioni i giudici del Riesame hanno anche ribadito come gli indagati “hanno compiuto azioni ed omissioni relative praticamente a tutti i tipi e gli oggetti di manutenzione ed adeguamento nell’ambito della gestione delle autostrade”.