L’influenza aviaria dopo aver fatto il salto tra uccelli e mammiferi sta diventando una vera emergenza negli allevamenti di animali da pelliccia del Nord Europa. In Finlandia il governo si prepara ad abbattere almeno 50mila capi tra visoni e volpi infette, questo segnerà anche la chiusura degli stabilimenti, soprattutto dopo che l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha avvertito in merito al pericolo costituito proprio da tali allevamenti, per prevenire il tanto temuto passaggio all’uomo del virus ad alta patogenicità H5N1.



Il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha intervistato in merito la virologa dell’Università di Ginevra Isabella Eckerle, che da esperta di zoonosi ha spiegato quali sono i principali rischi della diffusione dell’aviaria, affermando di essere contraria all’abbattimento degli uccelli selvatici perchè, non solo non sarebbe utile a contenere un’eventuale pandemia, ma potrebbe addirittura accentuarne la diffusione. Piuttosto, dice l’esperta “bisognerebbe verificare se e come il virus è passato tra mammiferi diversi, come ad esempio dalle volpi ai visoni“.



Aviaria, epidemia tra animali da pelliccia, la virologa “Necessario chiudere tutti gli allevamenti”

Il virus dell’influenza aviaria è stato trovato in più di 20 allevamenti in Finlandia, nei quali ha infettato gli animali da pelliccia, che ora saranno abbattuti. Ma quanta probabilità c’è che il virus muti ancora fino ad arrivare a contagiare l’uomo e infettare poi altri individui? Il quotidiano Süddeutsche Zeitung lo ha chiesto alla virologa Isabella Eckerle, che ha risposto sostenendo la tesi di molti altri scienziati, cioè che attualmente non sussisterebbe un rischio concreto per l’uomo, tuttavia bisogna accertare prima le cause dell’epidemia nei mammiferi. Questo perchè non è ancora stvisoniato stabilito se il virus sia stato trasmesso da animale a animale o se piuttosto possa essere stato presente ad esempio nei mangimi.



La dottoressa Eckerle ha poi accusato la poca sorveglianza sanitaria presente in queste strutture, che a causa di una carenza di controlli spesso causa focolai e malattie diffuse. La soluzione, come già adottato da altri paesi europei, per evitare situazioni pericolose, dice la virologa “potrebbe essere quella della chiusura definitiva di tali allevamenti e del commercio di pellicce, in modo da prevenire non solo le epidemie, ma anche la sofferenza animale“.