Terzo caso di aviaria nell’uomo negli Stati Uniti, il quarto in assoluto tenendo conto anche del bimbo che si è infettato in Australia. Come si legge sul portale de Il Fatto Quotidiano, nelle scorse ore le autorità sanitarie hanno ufficializzato un terzo infetto oltre oceano associato all’epidemia di influenza aviaria A/H5N1 ad alta patogenicità. Si tratta di una malattia che sta interessando alcune mucche da latte nel territorio americano, ma che si starebbe diffondendo anche fra l’uomo, ma in casi che per il momento restano altamente circoscritti.
Gli infetti sono tutti legai al mondo dell’allevamento visto che anche il terzo caso di aviaria, così come i precedenti due, ha riguardo un dipendente di un’azienda lattiero casearia che è stato esposto a delle mucche infette. Si tratta quindi in un passaggio da bovino a persona, così come spiegato dai CDC, i Centri americani per il controllo e la prevenzione delle malattie, che hanno appunto confermato attraverso una nota la presenza dell’infezione.
AVIARIA, TERZO CASO NELL’UOMO NEGLI STATI UNITI: 3 CASI NON COLLEGATI
L’ultimo infetto è stato localizzato di preciso nello stato del Michigan, e si tratta della seconda infezione identificata nello stesso stato, con la prima che invece era stata registrata più a sud, in Texas. In ogni caso, fanno sapere le autorità sanitarie a stelle e strisce, si tratta di tre casi separati, non vi sono collegamenti fra i tre lavoratori.
I Cdc inoltre aggiungono, rassicurando la popolazione: “Sulla base delle informazioni disponibili in questo momento, questo caso non cambia l’attuale valutazione del rischio dell’influenza aviaria A H5N1″, precisando che per le persone non esposte a degli animali che sia infetti, quindi coloro che non lavorano a contatto con le mucche da latte negli allevamenti, il rischio di infezione “rimane basso”, “perché tutti e tre i casi sporadici registrati hanno avuto un contatto diretto con mucche infette. Al momento non vi sono indicazioni di diffusione da persona a persona del virus dell’influenza aviaria A H5N1”, ribadiscono gli addetti ai lavori.
AVIARIA, TERZO CASO NELL’UOMO NEGLI STATI UNITI: LE RASSICURAZIONI DEI CDC
I Cdc aggiungono comunque che questo ulteriore caso registrato nel giro di poche settimane “sottolinea l’importanza delle precauzioni raccomandate nelle persone esposte ad animali infetti o potenzialmente infetti, le quali corrono un rischio maggiore di infezione e dovrebbero prendere precauzioni”. L’uomo recentemente infetto nello stato del Michigan è stato individuato attraverso il programma di monitoraggio attivo nello stesso stato riguardante le persone che sono esposte a bestiame infetto: “L’identificazione di un ulteriore caso di H5 non sorprende e mostra l’importanza di una risposta proattiva di sanità pubblica”, concludono i Cdc.
Sull’infezione da aviaria si è espressa anche Maria Rita Gismondo, la direttrice del Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, secondo cui non bisogna parlare di allarme ma semplicemente studiare la situazione e tenere alta la guardia. La cosa certa, secondo Gismondo, è che “non dobbiamo nuovamente seminare il panico”.