Mentre l’umanità prosegue la sua battaglia contro il Coronavirus, il farmaco Avigan, antivirale dal principio attivo denominato Favipiravir e autorizzato in Giappone sin dal 2014, potrebbe a sorpresa rappresentare una nuova risposta al virus. È notizia di queste ore, infatti, che esso sarà al centro di uno studio di fase 3 “randomizzato, in doppio cieco, controllato con placebo”, per valutarne l’efficacia e la sicurezza nel trattamento di pazienti affetti da Covid-19. Lo scrive quotidianosanità.it, che riferisce anche che la decisione definitiva è stata adottata lo scorso 5 maggio da Aifa, affidando il coordinamento della sperimentazione all’ASST “Fatebenefratelli-Sacco” di Milano. E dire che soltanto a marzo la stessa Aifa in una nota asseriva che “l’uso di Avigan non era autorizzato in Europa e in USA e che erano scarse le evidenze scientifiche sull’efficacia per Coronavirus”, pur ammettendo che vi fosse un dossier già preparato sul farmaco. Un’autentica retromarcia che apre adesso nuovi scenari e che profuma di speranza.
AVIGAN FARMACO CONTRO CORONAVIRUS? MINISTRO SPERANZA: “PROTOCOLLI OPERATIVI NEI PROSSIMI GIORNI”
Un dietrofront, a dirla tutta, risalente già al 23 marzo, quando si era già di fatto detto sì alla sperimentazione del farmaco Avigan, anche se non c’era ancora l’ok definitivo di Aifa. Lo spiegava il ministro della Salute, Roberto Speranza: “Il direttore generale di AIFA, Nicola Magrini, mi ha comunicato che la riunione del Comitato Tecnico-Scientifico di questa mattina sta sviluppando un programma di sperimentazione e ricerca per valutare l’impatto del farmaco nelle fasi iniziali della malattia. Nei prossimi giorni i protocolli saranno resi operativi, come già avvenuto per le altre sperimentazioni in corso”. In tale circostanza, rammenta quotidianosanità.it, l’azienda giapponese produttrice di Avigan ricordava come non vi fossero prove scientifiche cliniche pubbliche in grado di dimostrare non soltanto l’efficacia, bensì anche la sicurezza del farmaco contro il Covid-19 nei pazienti risultati positivi. La vicenda, comunque, ha ora raggiunto un nuovo livello e la sperimentazione potrà eventualmente fornire risposte e scacciare le perplessità maturate sino ad oggi.