Cosa c’entra Avramopoulos con il Qatargate?

Secondo una serie di documenti visionati dalla redazione de La Stampa, l’ex Commissario europeo per gli affari interni Dimitris Avramopoulos avrebbe percepito uno stipendio alla ONG di Antonio Panzeri, la Fight Impurity legata al Qatargate. Si infittirebbe, dunque, secondo la ricostruzione del quotidiano italiano, la lista degli europarlamentari inclusi nello scandalo delle tangenti dal Qatar e dal Marocco. Dal conto suo, però, lui si sarebbe difeso, alludendo anche ad un’approvazione da parte di Ursula von der Leyen.



Procediamo, però, per ordine partendo proprio dall’articolo della Stampa che solleverebbe ombre sulla posizione di Dimitris Avramopoulos in merito al Qatargate. Secondo i documenti visionati dalla redazione, infatti, in un periodo di tempo di un anno dal 1 ottobre 2020, il politico greco avrebbe ricevuto una retribuzione da parte della ONG Fight Impurity, fondata da Antonio Panzeri. In quel periodo, infatti, Avramopoulos figurava nel board dell’organizzazione finita al centro dello scandalo Qatargate, al fianco di Federica Mogherini, Bernard Cazeneuve ed Emma Bonino, tra gli altri. Inoltre, a rendere la storia credibile sarebbe l’origine di quei documenti, ovvero la stessa Commissione Europea, con firma di approvazione da parte della Presidentessa Ursula von der Leyen. Non si farebbe, però, riferimento all’ammontare del compenso.



Qatargate: la spiegazione di Dimitris Avramopoulos

Ovviamente subito dopo la notizia lanciata dalla Stampa sulla presunta partecipazione allo scandalo Qatargate da parte di Dimitris Avramopoulos, numerosi giornali, anche esteri, l’avrebbero ribattuta, costringendo l’ex sindaco di Atene a rilasciare una dichiarazione. Come mezzo ha scelto l’agenzia di stampa greca Ana-Mpa, e ha spiegato che “La mia partecipazione all’organizzazione Fight Impunity è stata fin dall’inizio senza responsabilità esecutive o manageriali“.

“Il comitato a cui ho partecipato”, spiega ancora Avramopoulos per chiarire la sua posizione sullo scandalo Qatargate, “era del tutto onorario. Per la mia partecipazione e il compenso che l’accompagnava ho chiesto l’approvazione della Commissione europea e mi è stata data per iscritto, dalla presidente von der Leyen”. Ha anche detto che il compenso ammontava a 5.000 euro mensili, che avrebbe regolarmente dichiarato, percependone 3.750 dopo la tassazione. “Dopo un anno, nel febbraio 2022, poiché l’attività dell’organizzazione greca era notevolmente diminuita, ho chiesto la fine del risarcimento”, spiega ancora Avramopoulos, e quando ha sentito del Qatargate “ho presentato immediatamente e irrevocabilmente le mie dimissioni e ho chiesto che il mio nome fosse rimosso dal sito”.