Il sostituto procuratore generale di Milano, Cuno Tarfusser, ha avanzato una richiesta di revisione del processo sulla strage di Erba, per la quale sono stati condannati all’ergastolo in via definitiva Olindo Romano e Rosa Bazzi. Il dossier presentato nei giorni scorsi, tuttavia, potrebbe cambiare le sorti dei due coniugi. A parlarne, a Zona Bianca, è stato Fabio Schembri, l’avvocato che li difende e che attende di potere tornare in aula per ribaltare le sentenze finora emanate.



L’obiettivo è innanzitutto quello di dimostrare che le confessioni dei suoi assistiti erano false nonché indotte. “Ci sono dei particolari di cui Olindo parla che sono sbagliati. Per esempio, dice di avere colpito Mario Frigerio con la stanghetta, ma ciò non è successo. Inoltre, dapprima dice di avere agito con la luce accesa, successivamente gli dicono che era spenta e afferma di averla spenta alle 20.00. In realtà lo era dalle 17.40”, ha sottolineato il legale. Anche la testimonianza dell’unico superstite stesso, altro elemento di condanna, non sarebbe stata credibile. “La sua è una falsa memoria dovuta a una serie di eventi. Era un soggetto vulnerabile. Le sue condizioni peggiorarono con il passare dei giorni. In alcune intercettazioni dice di non ricordare nulla”. Non si tratterebbe, tuttavia, delle uniche stranezze. “Il pg Cuno Tarfusser ha evidenziato ben 243 errori”.



Avv Olindo e Rosa: “Nuove prove su strage di Erba”. Le intercettazioni e la macchia di sangue

L’avvocato Fabio Schembri ha rivelato a Zona Bianca che la riapertura del caso sulla strage di Erba potrebbe avvenire in virtù della presenza di nuove prove, che sono in suo possesso ma che si trovano anche nella richiesta di revisione avanzata da Cuno Tarfusser. “Ci sono, ad esempio, un centinaio di intercettazioni ambientali e telefoniche mai valutate da nessuno, sconosciute a tutti. Noi non abbiamo potuto portarle a processo, sono state scoperte successivamente poiché ai tempi risultavano incomprensibili e non erano mai state trascritte. Il 60% sono ancora mancanti. Inoltre, alcuni reperti sono stati inspiegabilmente distrutti, nonostante ci fosse un’ordinanza che imponeva di custodirli”.



A proposito delle prove su cui si è basata l’accusa, invece, l’obiettivo del legale di Olindo Romano e Rosa Bazzi è quello di smontare la plausibilità della macchia di sangue nel battitacco dell’auto dell’uomo. “L’unica foto è stata effettuata alla luce, per cui non si vede nulla. È una macchia invisibile trovata con il luminol. Nei documenti, però, non c’è repertazione dell’aspersione del luminol. Non c’è, inoltre, nessun cartoncino che cataloga la prova”.

Avv Olindo e Rosa: “Nuove prove su strage di Erba”. Il parere di Garofano

A non essere del tutto d’accordo con Fabio Schembri è il generale Luciano Garofano, all’epoca della strage di Erba comandante del Ris di Parma. “Di errori giudiziari ce ne sono stati, ma io mi rifiuto di pensare che siano stati fatti con dolo, che qualcuno abbia macchinato una situazione contro Olindo Romano Rosa Bazzi. Io dopo gli omicidi ho effettuato personalmente tre sopralluoghi, abbiamo agito nelle tre case coinvolte e nelle scale con grande approfondimento e confermo che non abbiamo trovato tracce che potessero incriminare oltremodo i due coniugi”, ha ammesso. La condanna infatti arrivò in virtù delle confessioni e della testimonianza di Mario Frigerio.

Nonostante ciò, anche una dimostrazione di innocenza attualmente è molto lontana. “I documenti con cui il pg Cuno Tarfusser richiede la revisione del processo sono molto interessanti ma in alcuni punti mi appaiono come forzati e inesatti, come per la valorizzazione della traccia sul battitacco. Inoltre, viene sostenuto che Valeria Cherubini non avrebbe potuto salire le scale a causa delle lesioni subite. In realtà ci sono delle impronte delle mani insanguinate che dimostrano il contrario”.