Un’avvocata ha contattato una maga per uccidere un’anziana donna benestante tramite un rito voodoo. L’episodio, riportato dal Corriere della Sera, narra la storia di Barbara Raimondo, un’avvocata di Genova che per ragioni economiche stava pensando di ammazzare una signora di cui era amministratrice di sostegno e che disponeva di un ingente patrimonio. Essendo la Raimondo erede designata alla successione, nel caso in cui alla fine la signore fosse morta, a quel punto avrebbe ereditato l’ingente somma.
Secondo la Procura l’avvocata avrebbe inoltre sottratto all’anziana signora più di un milione di euro nel corso degli anni, accusa che è stata confermata dal giudice del tribunale di Genova che ha condannato la donna con rito abbreviato a cinque anni di reclusione per peculato al falso, oltre a 18 mesi di liberà controllata in merito alla questione della magia nera e del rito voodoo. Secondo l’articolo 49 del codice penale si tratta di “Reato impossibile”, ovvero, tentare un delitto giudicato appunto impossibile ma comunque punibile con una condanna con una misura di sicurezza, leggasi i 18 mesi di libertà controllata per la pericolosità.
AVVOCATA TENTA DI UCCIDERE ANZIANA CON RITO VOODOO: “CREDE NELLE MAGHE…”
Il quotidiano di via Solferino come possa un’avvocata, tra l’altro figlia di un principe del foro, possa pensare di uccidere una donna tra l’altro con una pratica di questo tipo. «Raimondo crede alle maghe – fa sapere l’avvocato – ma riteniamo che in appello questa accusa venga meno perché francamente è tutto molto difficile».
Il legale ha quindi aggiunto: «La mia assistita ha agito con leggerezza ritenendo di avere la disponibilità di questi beni. Ma poi ha anche cercato di risarcire l’anziana: le abbiamo offerto due appartamenti, uno a Santa Margherita e uno a Genova, che valgono molto più di un milione di euro. Ma la parte civile li ha rifiutati. Quanto alla condanna a 5 anni, sono moderatamente soddisfatto, considerato che il pm aveva chiesto una pena più pesante e che il giudice ha concesso le attenuanti generiche proprio per il tentativo di risarcire la signora».