L’avvocato Alessia Pontenani, legale di Alessia Pifferi, è stata intervistata stamane dal programma di Rai Uno, Storie Italiane per parlare dell’indagine di falso ideologico nei suoi confronti e verso alcune psicologhe di San Vittore: “Non sappiamo nulla sull’indagine parallela, io non ho nessun problema, la mia figura è assolutamente marginale. Certo se venisse fuori che nel carcere di San Vittore c’è un sistema di psicologi che favoriscono le madri assassine sarebbe molto grave a me pare molto curioso anche perchè non capisco quale sarebbe la finalità, comunque vediamo cosa succede”. E ancora: “Ieri hanno detto che le psicologhe hanno lavorato troppo, l’avrebbero vista troppe volte, quindi sarebbero passibili di “punizione” per aver lavorato troppo e a me sembra un assurdo. Comunque parlare di associazione criminale ce ne corre”.
“Hanno messo di mezzo me – ha proseguito l’avvocato di Alessia Pifferi – perchè io il 24 gennaio ho mandato un messaggio ad una psicologa poi ho ricevuto una telefonata dalla stessa, io sono una persona cordiale, davo del tu alla psicologa ed ho fatto una battuta goliardica sul pubblico ministero e non me ne vergogno, faccio sempre battute. Forse lui ha pensato che visto il tono colloquiale ha pensato ci fosse una forma di associazione. Io do del tu a tutti, c’è un’unica telefonata in cui tranquillizzava quello che dicevano, che i test confermano che Alessia Pifferi ha dei problemi. La relazione diagnostica che è il motivo per cui ho chiesto il rinvio dimostrano che la Pifferi ha dei deficit in tutte le branchie del cognitive, è una tragedia questa donna. Tutti i test effettuati confermano i problemi della signora Pifferi. Il 15 marzo ci sarà il contro esame”.
AVVOCATO ALESSIA PIFFERI: “LE PSICOLOGHE NON LE CONOSCEVO”
Di nuovo sulle psicologhe del carcere: “Non le conoscevo prima, mai incontrate assolutamente. Io ho tanti clienti a San Vittore ma non ho mai avuto rapporti con il personale interno di San Vittore, non lo conosco. Ma una cosa che vorrei che le persone capissero è che è normale avere dei rapporti fra avvocati e persone interne al carcere quando ci sono problemi, noi dobbiamo capire come svolgere al meglio il nostro lavoro per difendere i diritti delle persone”.