Mentre soffochiamo con Caronte e con i fenomeni che vogliono istituire una legge per condannare chi avanza dubbi sugli integralisti del cambiamento climatico (ma si scordano delle Foibe, dei gulag russi, cinesi e nordcoreani), ci arrivano bordate come palle da tennis non dai campi di padel, ma dal cielo sotto forma di grandine. A fine anni ’70 i manifesti di sinistra esclamavano: Piove! Governo ladro, e c’era la Democrazia Cristiana, ora non piove, ma essendo un Governo non rosso, anzi presieduto dalla Meloni, il Governo è sempre da avversare. Lo slogan potrebbe essere: Caldo! Governo bastardo, prendendo a prestito l’epiteto del guru Saviano. Giustamente querelato, ma lui può dire tutto e continuare, come i magistrati antimafia che continuano ad accusare Berlusconi delle stragi del 1993, sorretti da certi giornaloni.



E se si parla di magistratura sui suddetti organi di stampa si deve per forza massacrare il ministro Nordio e la sua riforma della giustizia. Questa ha sicuramente delle lacune, ma da troppo tempo la casta dei magistrati ha un potere che è diventato politico, vedasi Mani Pulite, Andreotti, il Cavaliere, Anm, ecc. La storia è storia non si può negare: i partiti della prima Repubblica prendevano tangenti e i magistrati in forza di una farisaica giustizia li hanno spazzati via. Meno quello rosso che prendeva milioni di dollari dalla Russia. Ma #statesereni ora c’è Matteo Renzi che aiuterà in commissione giustizia Nordio e ha già iniziato con editoriali sul il Riformista e con lettera a il Giornale in cui tutela Berlusconi dalle accuse mafiose.



Dopo questa pippa sul fronte della giustizia italiana andiamo negli Usa per una serie tv presente su Netflix da più di un mese, giunta alla seconda stagione: Avvocato di difesa – The Lincoln Lawer. Esattamente un anno fa avevo scritto positivamente della prima stagione, che ha avuto un buon successo e ora sulla piattaforma streaming sono presenti cinque nuove puntate mentre altrettante verranno postate dal 3 agosto.

Nell’articolo facevo un plauso a tutti: cast, attori, registi e allo sceneggiatore Ted Humphrey che, sempre più sul pezzo, ha firmato anche la regia di un episodio ed è anche il produttore esecutivo. Tutto chiaramente con la supervisione di Michael Connolly autore  dei 23 libri di Bosch e della serie tv su Amazon Prime e anche dei libri con l’avvocato Mickey Haller fratellastro del detective Harry Bosch.



Questa seconda stagione è tratta dal libro Il quinto testimone (2011, Piemme) adattata ai giorni nostri. Se a quel tempo il focus erano le case espropriate dalle banche per chi non poteva pagare i mutui con tanto di omicidi, ora, essendo una serie tv, abbiamo un mix di storie di delitti, di indagini, cultura foodie, chef rinomati e gentrificazione di alcuni quartieri di Los Angeles. Situazioni che rispecchiano la realtà attuale della città.

La città degli Angeli è una location spettacolare, con cielo blu e onde dell’oceano. Per i climatologi italiani: a Los Angeles il caldo è pesante, molto più che il Caronte di luglio e lo smog è a livelli altissimi: se lì regnassero Conte e Speranza tutti andrebbero in giro con la mascherina (e forse il green pass).

La storia è buona se è tutta in una pagina, afferma lo sceneggiatore in una recente intervista a proposito della preparazione della serie tv insieme a Connolly. Avranno però utilizzato una pergamena di almeno 100 metri. Se nelle serie degli anni ’80 (per esempio, Colombo) ogni puntata aveva un inizio e una fine, ora tutto è sviluppato su almeno una decina di puntate per stagione con una caso (poliziesco/legale) che le attraversa tutte, mentre altri casi si avvicendano nelle varie puntate.

Nelle prime cinque puntate abbiamo Haller che difende una ragazzina graffittara; l’investigatore Cisco alle prese con la vecchia banda dei motociclisti; la Procura riporta in tribunale il ragazzo nero assolto nella prima stagione; l’avvocato difende poi uno strano personaggio, nerd, imbranato, ma che invece è tutt’altro. L’asse centrale della narrazione è invece il caso legale della bella chef Lisa che arpiona Haller e che poi è accusata di omicidio con il nostro che diventa il suo legale. Sono stato striminzito per non svelare i contenuti dei casi legali che sono intrecciati con un ritmo continuo che non annoia.

In tutto ciò si incrociano le storie umane dei protagonisti: Haller con la figlia che è adolescente e l’ex moglie di cui è ancora innamorato; Cisco che è prossimo al matrimonio con Lorna; questi che deve iscriversi all’esame finale di avvocato il cui esaminatore ai tempi dell’università aveva cercato  di molestarla (una reminiscenza #metoo ormai senza fiato, ma che ci ricorda Hollywood); Izzy la donna autista di Haller che ha una storia lesbo (cliché che ormai non manca mai) e poi la trama sentimentale con la bella chef che viene accusata di omicidio di un palazzinaro/speculatore. Perdonatemi ancora la scarna sintesi.

Il tutto è mixato molto bene, con poche pause, accortezza e con dialoghi non banali. Una serie tv che per chi è appassionato di legal drama è da non perdere.

Domanda da 100 milioni di dollari: come fare se uno dei clienti difeso e assolto per un processo per ubriachezza è invece il vero criminale di un altro caso in cui sempre Haller è l’avvocato difensore di un poveraccio che rischia di essere condannato alla pena capitale? C’è il segreto professionale e si rischia la radiazione…

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