E con questa siamo alla terza stagione, stiamo parlando di Avvocato di difesa – The Lincoln Lawyer su Netflix.
Vi avevo presentato positivamente in questi anni la prima e seconda stagione della serie, sicuramente perché sono appassionato dei libri di Michael Connelly, ma soprattutto perché la versione tv dei romanzi di Harry Bosch (Prime Video) e di Mickey Haller sono veramente ottimi. Netflix ha una politica diversa dalla concorrenza, le puntate sono dieci e tutte già visibili in streaming.
Questa serie è tratta dal romanzo del 2013 Il dio della colpa (The Gods of Guilt) con poche varianti.
È un legal drama (mi piacciono dai tempi di Perry Mason) e thriller, ma non è un action e bum bum pulp, vi è molta aula giudiziaria, strategia nell’affronto dei processi, investigazione, che si interseca con omicidi e altro.
L’avvocato penalista Mickey M. Haller (Manuel Garcia Rulfo) utilizza il suo suv Lincoln con tanto di autista negli spostamenti, ha un bell’ufficio con Lorna (Becki Newton) sua assistente ma presto avvocato, il marito investigatore Cisco (Angus Sampson), Izzy (Jazz Raycole) segretaria/autista tuttofare par-time che ha una scuola di danza.
Viene trovata uccisa l’escort Glory Day, che Haller aveva difeso e aiutata, ma che aveva continuato nella sua vita di prostituzione e droga. E l’avvocato si sente in colpa per non aver fatto di più. L’aveva salvata dal carcere accordandosi con la procura, lei aveva spifferato il nome di un boss della droga messicano, Hector Moya, che poi era stato condannato per un altro reato all’ergastolo.
È accusato dell’omicidio Julien La Cosse che via internet gestiva il sito della escort e verificava clienti e pagamenti, un pappone telematico, che chiede all’avvocato di difenderlo. Haller all’inizio è titubante, poi certo della sua innocenza.
Hector Moya intanto richiede la revisione del processo perché incastrato a suo dire dalla DEA. A Glory Day era stato consegnato il mandato per testimoniare, ma è stata trovata uccisa. Conveniva al boss del narcotraffico? Domanda superflua, c’è del losco a Los Angeles.
Lo studio Haller inizia a investigare, l’avvocato viene buttato fuori strada da un carro attrezzi, muore il nuovo giovane autista. La figlia, Haley Haller (Krista Warner), amica del morto, decide di non voler più aver a che fare con il padre. E il senso di colpa aumenta.
Hector Moya gli dà mandato per difenderlo e gli regala un Lincoln corazzata insieme a una guardia del corpo.
Le investigazioni di Cisco continuano, i dibattimenti in aula con l’accusa s’infiammano. L’imputato Julian La Cosse viene pugnalato quasi a morte in carcere. E il senso di colpa opprime sempre di più Haller.
Colpi di scena a raffica. Non spoilero e più che il mio riassuntino guardatevi la serie che è mejo.
Quando chi lavora per la giustizia fa sì che il diritto diventi invece arbitrio tutto sballa e Michael Connelly (qui sempre come produttore) lo sottolinea spesso nei suoi libri. Capiamoci, Haller è un furbone, le pensa tutte e fa proprio il motto del suo mentore, David “Legal” (Elliot Gould) Il diritto è malleabile. Esemplificativa è la scena iniziale della serie dove con un sotterfugio salva dal gabbio un bandito. Ma a maggior ragione, quando un Avvocato di difesa è certo che il suo cliente è innocente deve fare di tutto per scagionarlo.
Al termine della serie lo studio brinda al dio della colpa, che per gli avvocati californiani sono i dodici giurati, che qui alla fine non decreteranno nulla. Il sentimento di colpa è quello che invece Haller ha e vive, l’impotenza delle morti e l’incapacità di vivere i suoi affetti.
Di nuovo rispetto al romanzo viene introdotta la figura della bella procuratrice Andrea Freeman (Yaya DaCosta) con cui Haller inizia a filare, ma il cui rapporto deraglia inesorabilmente. C’è la Lorna che supera l’esame di avvocato nonostante la sua ansia; Izzy che ha problemi con la sua scuola di danza e deve scegliere se lavorare a tempo pieno per lo studio legale. In maniera delicata c’è il rapporto tra La Cosse e il suo compagno, è solo sentimento affettivo e non esternazione omosessuale. Haley, la figlia di Mickey, tronca il rapporto con il padre per poi riaccenderlo alla fine della serie.
Vi è perciò un intreccio di approfondimenti di storie personali che nelle altre stagioni non vi è stato, ma questo non toglie nulla alla solidità della terza stagione.
Avvocato di difesa è sicuramente la serie tv migliore del 2024.
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