Quest’anno l’estate è partita presto e leggere testi impegnativi non è semplice. Con il solleone anticipato è forse meglio virare su libri leggeri come gialli e thriller. Non che rasentano l’horror alla Jo Nesbo ma invece legal thriller alla Michael Connolly. Affermato scrittore, famoso per i suoi 23 libri con protagonista il detective Harry Bosch, da cui Amazon Studios ha ricavato una serie tv per sette stagioni, ha anche scritto cinque romanzi ambientati in tribunale. Il protagonista è l’avvocato penalista Mickey Haller, fratellastro di Bosch (ogni tanto s’incrociano), che si occupa di difendere i banditi più banditi ma con un senso della giustizia che non lascia scampo ai clienti che difende.
Il suo primo libro Avvocato di difesa, uscito nel 2005 negli Usa e nel 2008 in Italia, è stato portato sullo schermo nel 2011 da Matthew McConaughey con il film The Lincoln Lawyer, titolo originale anche del libro. Il titolo già parla da sé, l’avvocato Haller ha come ufficio la sua auto una Lincoln con tanto di autista che si muove per l’immensa Los Angeles, così analizza e pensa come affrontare i casi su cui sta lavorando senza perdere tempo. Farà assolvere un giovane arrogante che, scoprendolo invece colpevole, farà in modo di farlo arrestare per un altro reato.
La serie tv Bosch ha avuto un notevole successo ma è arrivata alla fine. Strano che la major di Bezos non si sia accaparrata invece la saga di M. Haller. Ci ha pensato Netflix realizzando la prima stagione di 10 puntate con la classica durata di 45 minuti ciascuna. Visto le sponde opposte dei due competitor streaming, chiaramente, i due fratellastri non si incontreranno mai come invece accade nei romanzi.
Questa stagione è in streaming da maggio con il titolo, ormai ripetitivo, Avvocato di difesa -The Lincoln lawyer, ed è tratta dal secondo libro di Connelly, La Lista (The Brass Verdict – 2008).
Se avete visto il film del 2011 e vi è gustato, guardate pure la serie attuale, che diverge dal libro La Lista, non tanto come impianto generale, ma come racconto approfondito sui vari personaggi e su molti aspetti della trama.
Haller è rientrato in pista lavorativa dopo un anno sabbatico dovuto a un incidente con il surf che lo aveva portato a una dipendenza da antidolorifici, di fatto era diventato un tossico. Ha una ex moglie, Maggie e una figlia adolescente; Lorna, seconda ex moglie che di fatto è la sua segretaria.
Della prima è innamorato ancora tantissimo, ma il loro matrimonio era naufragato soprattutto per divergenze ideali lavorative in quanto lei è un vice-procuratore distrettuale rampante detta Maggie la spietata (il Pm dell’accusa) mentre lui è un avvocato difensore. Pur non incontrandosi mai in aula non hanno mai lasciato il loro personale modo di intendere la giustizia fuori dalla porta di casa. Accusa e difesa anche nella vita familiare. La seconda ex moglie è stato solo una scivolata durata pochi mesi. Lorna si sta per sposare con l’investigatore di Haller, Cisco, ex hippie, ex bandito di una banda di motociclisti, efficiente e conoscitore del sottobosco malavitoso di L.A.
Nei libri è inserita come socia la giovane avvocata Jennifer, pungolatrice per Haller sotto l’aspetto legale mentre nella serie è spesso Lorna a ispirarlo. Ha un’autista, Izzy, che ha iniziato il lavoro per ripagare la sua assoluzione da un processo e poi è rimasta a libro paga. Nei romanzi abbiamo invece Earl, che morirà nel quinto libro.
Un avvocato di grido di L.A. è stato ucciso, Haller viene convocato dal giudice. Il morto ha lasciato in eredità il suo studio e tutti i suoi casi al nostro. Il processo imminente riguarda un magnate dei video games accusato di aver ucciso la moglie e l’amante. Le prove sono schiaccianti. Colpi di scena a raffica.
L’impianto narrativo della serie è verticale, con il processo, le indagini sui due morti e sull’avvocato assassinato. Poi abbiamo gli incroci orizzontali. Le vite personali di tutti i personaggi, i loro rapporti, le difficoltà, le lotte, in sostanza la vita. Haller è interpretato da Manuel Garcia Ruffo sicuramente meno figo di McConaughey, ma essendo una serie che deve durare a più non posso, il lavoro di scrittura su di lui è stato molto accurato. È acuto, intelligente, un istrione sotto l’aspetto legale, ma al tempo stesso, tormentato e desideroso di recuperare i suoi affetti. Ha una sua etica anche se difende i banditi: la giustizia è al primo posto.
Anche con gli altri protagonisti è stato fatto un grande lavoro, ognuno ha la sua storia con svariate sfaccettature.
In sintesi un applauso allo sceneggiatore, Ted Humphrey (con chiaramente la supervisione di M. Connelly) e comunque due applausi agli attori immersi molto bene nei loro personaggi.
Oltre alle storie dei protagonisti s’intreccia un altro caso processuale che Haller ha sulla coscienza, un patteggiamento di pena chiuso prima dell’anno sabbatico per un povero giovane che invece è innocente. E il nostro avvocato riuscirà a far emergere la verità.
Abbiamo appena votato per i referendum sulla giustizia, naufragati malamente con la maggior parte dei partiti italiani che ha voluto snobbare il problema. Certo il referendum è solo uno spillo, dovrebbe essere il Parlamento a discuterne veramente. Con Tangentopoli è assodato che la magistratura ha stravolto la vita civile e politica dell’Italia, diventando un’altra camera del Parlamento. Non ultimo il caso Palamara e Csm.
Il sistema giuridico USA è chiaramente differente dal nostro. Abbiamo un giudice perlopiù nominato a tempo e imparziale, c’è un PM cazzuto come quello italiano, ma che non è un plenipotenziario e perciò il giudice lo bacchetta se abusa della sua condizione. In Italia il PM teorizza, fa e disfa a suo piacimento e ha una carriera e retribuzione che viaggia su un binario del treno Shanghai Maglev – 460 km/h (Cina) – che non deraglia e non paga mai il biglietto.
Negli Usa il dibattito in aula è serrato tra difesa e accusa, ma l’ultima parola è dei giurati, 12 persone scelte che dopo avere sentito testimoni, prove e arringhe decidono la sentenza. Non si arriva spesso al processo, la via di fuga è il patteggiamento. Lo Stato americano risparmia i soldi del contribuente e l’accusato lenisce i danni.
Nel caso della serie tv il cliente di Haller decide per il processo perché si ritiene innocente e vuole ottenere un verdetto di formula piena per riabilitare la propria immagine. E normalmente l’imputato non testimonia mai mentre qui lo farà.
Nelle parti di crossing ci sono dei flashback di Haller che spiega a Izzy cosa succede in tribunale, come funziona tutto, come si scelgono i giurati, come si pongono le domande, ecc. Molto istruttivo direi, soprattutto per noi telespettatori.
In conclusione, una buona serie, avvincente per chi ama il legal thriller e non un Giorno in Pretura.
Nota finale. M. Connelly ha scritto anche tre romanzi romanzi sciolti, tra cui Debito di Sangue (1998) portato sullo schermo nel 2002 (regia e protagonista) da Clint Eastwood, mica paglia.
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