Il ministro Nordio ha annunciato, durante un convegno tenutosi a Roma, che è allo studio un testo per inserire il ruolo dell’avvocato in Costituzione. In realtà se ne parla da anni, diversi sono stati gli annunci, ma dalle parole non si è mai passati ai fatti.
L’art. 111 della Carta fondamentale afferma che “la giurisdizione si attua mediante il giusto processo”. La norma afferma poi principi importantissimi, ricordando i diritti di cui deve godere la persona accusata di un reato, ma non affronta esplicitamente il ruolo del difensore, dell’avvocato. La difesa, recita l’art. 24 della Costituzione, “è un diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento” e la figura del difensore è centrale in quanto è colui che assicura al cittadino il rispetto dei suoi diritti e lo assiste per far valere in giudizio le proprie ragioni. La sua partecipazione al processo è irrinunciabile: nel processo penale l’imputato non può difendersi da sé, deve necessariamente essere assistito da un legale. E se non è in grado di individuarlo, gli viene nominato un difensore di ufficio. Le persone indigenti possono chiedere che l’avvocato sia pagato dallo Stato facendo ricorso al gratuito patrocinio (oggi denominato in realtà patrocino a spese dello Stato), istituto di grande civiltà giuridica che incide sul bilancio del ministero della Giustizia per diverse centinaia di migliaia di euro. Gli stessi avvocati, se debbono affrontare un processo come imputati, non possono difendersi autonomamente, devono farsi assistere da un collega. Insomma il ruolo del difensore è irrinunciabile.
In numerose occasioni la Corte Costituzionale si è soffermata sul ruolo dell’avvocato. La sentenza 46 del 1957 ha ricordato come l’esercizio del diritto di difesa debba essere intesa “come potestà effettiva dell’assistenza tecnica e professionale nello svolgimento di qualsiasi processo in modo che venga assicurato il contradditorio e venga rimosso ogni ostacolo a far valere le ragioni delle parti”. La sentenza 120 del 1972 ha anche affermato come le prestazioni dell’avvocato sono “dall’ordinamento considerate servizio di pubblica necessità e costituiscono normalmente strumento necessario per l’esercizio del diritto di difesa garantito dalla Costituzione”.
Sono tutti principi questi riconosciuti anche dalla CEDU, la Convenzione per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali che all’art. 6 riconosce che “la difesa tecnica deve essere affidata ad un avvocato ovverosia a uno specialista dell’attività forense”.
Ma vi è un’altra ragione che deve indurre ad apprezzare questa iniziativa del ministro. L’impegno solenne che i neoavvocati pronunciano dopo avere superato l’esame di Stato recita: “Consapevole della dignità della professione forense e della sua funzione sociale, mi impegno ad osservare con lealtà, onore e diligenza i doveri della professione di avvocato per i fini della giustizia ed a tutela dell’assistito nelle forme secondo i principi del nostro ordinamento”.
Si afferma in questa formula che l’avvocato esercita le sue funzioni non solo per la tutela dei diritti del proprio assistito, ma anche a garanzia dei diritti della collettività e a tutela dei principi dello Stato di diritto. È questa la funzione sociale dell’avvocato, un ruolo universalmente riconosciuto e troppo spesso violato.
Sono notizie di questi giorni: l’avvocato russo Vasily Dubkov, arrestato per disturbo della quiete pubblica per aver accompagnato la madre del dissidente Aleksej Navalny nel tentativo di recuperare il corpo del figlio; l’avvocato iraniano Mohammad Saleh Nikbakht, condannato ad un anno di reclusione per aver difeso una donna che non aveva indossato il velo in modo corretto; gli avvocati tunisini Mehdi Zaghrouba e Sonia Dahmani arrestati all’interno dei locali dell’Ordine nazionale degli avvocati di Tunisi, quest’ultima per il solo fatto di aver partecipato a una trasmissione televisiva ove avevano difeso i diritti dei migranti.
Ma anche in casa nostra numerosi sono i casi di avvocati insultati e minacciati sui social per aver difeso soggetti imputati di gravi reati, come se non fosse un principio di civiltà giuridica che chiunque ha diritto di essere assistito e difeso da un avvocato. È anche questo ruolo fondamentale dell’avvocato garante dei diritti di ogni uomo che giustifica il suo riconoscimento esplicito nella Carta costituzionale. Vediamo se dopo tanti annunci, l’iniziativa avrà veramente un seguito.
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