Una storia decisamente drammatica quella di Antonio Montinaro, un giovane avvocato che due anni fa rimase invalido dopo essere caduto da una balaustra troppo bassa del palazzo di giustizia di Milano. Da quel giorno Antonio Molinaro non ha ricevuto un euro di risarcimento dal Ministero della Giustizia, e in queste ore il Corriere della Sera ha deciso di raccontare la sua storia.
E pensare che il 21 gennaio del 2019, esattamente quattro giorni dopo la caduta del povero legale, il ministro della giustizia Alfonso Bonafede si era recato presso il Policlinico di Milano per mostrare la vicinanza dello stato al paziente: «Oggi sono qui – diceva – per dare la vicinanza a chi è stato drammaticamente coinvolto». Ma dopo due anni di silenzio, la vittima ha deciso di fare causa al ministero: pur «non dubitando – racconta l’avvocato del 32enne al quotidiano di via Solferino – della sincerità delle intenzioni» più volte dichiarate «di avvio di una trattativa», ma di fronte al fatto che «inaspettatamente abbiano avuto nessun esito, suo malgrado deve ora rivolgersi all’Autorità Giudiziaria per ottenere giustizia».
AVVOCATO INVALIDO DOPO CADUTA: CAUSA DA 3 MILIONI DI EURO
Antonio Montinaro ha così intentato una causa al tribunale di Milano di risarcimento danni da quasi 3 milioni di euro, con il ministero della giustizia chiamato a rispondere di «colpa omissiva» e «protratta inadempienza» nel «non essersi mai attivato concretamente, né aver mai messo a disposizione le necessarie adeguate risorse finanziarie, per la messa in sicurezza», nonostante quattro diversi avvisi dal 2015 al 2018. Allo stato attuale il punto in cui l’avvocato è caduto è ancora intatto, salvo delle transenne di protezione davanti, mentre da alcune settimane a questa parte sono partiti i lavori per rialzare i parapetti nelle scale interne. Montinaro stava per iscriversi all’Ordine degli avvocati il 17 gennaio del 2019, ma appoggiatosi con lo zaino al parapetto (altezza 82 centimetri), perse l’equilibrio e cadde di sotto facendo un volo di sette metri, e sbattendo la schiena contro la balaustra del terzo piano. La diagnosi fu tremenda: cento per cento di invalidità, 85% di danno biologico permanente, due mesi di ospedale a Milano e 5 all’unità spinale di Imola. Fino ad oggi l’unico aiuto, 25mila euro, è giunto dall’Associazione Amici di Andrea, creata da Rosalia e Armando Spataro dopo la morte del figlio avvocato nel 2017 a seguito di una malattia.