Cosa è l’Ayahuasca? Con questo termine si parla di un decotto di sostanze psicotrope radicata nelle tradizioni sudamericane, ma proibito in Italia. Questa bevanda ha una storia molto antica che risale a molti secoli fa: a prepararla erano gli sciamani indigeni che mischiavano insieme le liane polverizzate della Banisteriopsis caapi e le foglie di Psychotria viridis. Un decotto che in passato veniva principalmente utilizzato a scopo curativo per malesseri emozionali e fisici, di gruppo o individuali, ma che può provocare anche sensazioni simili alla LSD anche se “più intense ed esperienziali”. Sta di fatto che alcuni studi hanno dimostrato come questo preparato abbia dei benefici in caso di stati depressivi, dipendenze da droghe pesanti, alcolismo e patologie di ordine fisico.
Attenzione: quando parliamo di ayahuasca non ci riferiamo ad un narcotico visto che il principale principio attivo, con l’armina e l’armalina, è la stessa sostanza prodotta dalla ghiandola pineale del cervello umano quando la notte il sonno entra in fase REM.
Ayahuasca vietata in Italia: perchè?
Nonostante l’utilizzo dell’Ayahuasca abbia riscontrato dei benefici nel campo medico, l’Italia ha deciso di vietarne l’utilizzo. Con un decreto ministeriale del Ministero della Salute del 23 febbraio 2022, pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 14 marzo, l’ayahuasca è stata inserita nella tabella I delle sostanze stupefacenti del Testo Unico sulle droghe. All’interno di questa tabella si trovano anche la Banisteriopsis caapi e la Psychotria viridis, due piante dalle quali vengono estratti i principi attivi del preparato: armalina, armina e DMT.
Come mai il Ministero della Salute ha deciso di introdurre l’ayahuasca nella lista delle sostanze proibite deriva? Il motivo è da legare alla “considerazione delle informazioni estrapolate dalla letteratura internazionale” dopo 5 segnalazioni del Sistema Nazionale di Allerta Precoce sulle droghe della Presidenza del Consiglio dei ministri”concernenti le segnalazioni di sequestri di estratti o di materiale vegetale secco o di polveri, contenenti le sostanze DMT, armalina e armina, effettuati sul territorio nazionale dalle forze dell’ordine”. Attenzione: sono previste delle pesantissime sanzioni e anche il carcere in caso di coltivazione, estrazione dei principi attivi, cessione o detenzione non per uso personale si può finire in prigione dai 6 ai 20 anni.