L’anniversario della morte di Ayrton Senna ha registrato un sentito ricordo anche da parte del suo ex manager Julian Jakobi, oggi 69enne. Molto vicino al pilota brasiliano negli ultimi anni della sua carriera e della sua vita, Jakobi ha raccontato alla trasmissione brasiliana “Beyond The Grid” quanto Senna aveva voluto fortemente approdare alla Williams, quando aveva ormai capito che la Honda, con la quale aveva conquistato i suoi titoli mondiali in McLaren, non era riuscita ad essere competitiva. “Ayrton voleva andare alla Williams, ma rimase alla Honda. Il suo istinto gli diceva questo, ma era una persona fedele, rispettosa soprattutto verso Kawamoto (presidente di Honda Motor dal 1990 al 1998, ndr). Era una persona molto vicina a lui, perché il marchio giapponese si era unito al pilota e alla McLaren nel 1988, e insieme avevano vinto tre campionati. Ricordo che alla fine del 1991 mi disse che non sentiva la Honda forte come prima e che era preoccupato per il futuro. Nel 1991 andai in Belgio, a Spa, con due contratti per Ayrton: uno per la McLaren e uno per la Williams. Ayrton sapeva che sarebbe dovuto andare alla Williams e avevamo entrambi i contratti pronti per essere firmati”. (agg. di Fabio Belli)
IL RICORDO DI LEBERER
Ayrton Senna nell’anniversario della sua morte è stato ricordato da numerosi amici e colleghi tra cui anche il preparatore austriaco Josef Leberer. In una intervista al Corriere l’uomo ha ricordato il grande campione di F1 ed ha spiegato cosa ha lasciato la sua scomparsa: “A ventisei anni dalla sua scomparsa, ho imparato ad apprezzare di più ogni momento passato con lui. È stato un grande esempio per la gente”, ha detto. “Insegnava la sfida della vita, che passa attraverso il miglioramento continuo. Lavoro durissimo per raggiungere i traguardi eppure lui restituiva sempre qualcosa indietro alla società”, ha aggiunto, spiegando di sentirlo come un figlio. Ed a chi gli domanda chi era davvero Ayrton, lui ancora adesso risponde: “la sua personalità era enorme e complessa”. Poi ha voluto illustrare un lato anche in parte inedito di Senna: “Ayrton era molto severo con sé stesso, dava tutto per inseguire un obiettivo. La sua determinazione a volere essere il primo era mostruosa. Ma aveva anche un lato adorabile. Era timido ma amichevole, e anche umile”, ha aggiunto, evidenziando la grandezza del mito. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL SUO IMPEGNO CONTRO LA POVERTÀ
Ma oltre ai suoi trionfi nella formula 1, Ayrton Senna, a 26 anni dalla sua morte, rimane nel cuore di tutti noi appassionati della F1 e non solo, anche per la sua grande umanità. Il campionissimo infatti si impegnò per tutta la vita in opere di carità e beneficenza ma è stato solo in seguito alla sua scomparsa che la sorella Viviane ci ha fatto conoscere questo suo lato, volutamente tenuto all’oscuro da The Magic. Ed è sempre stata sorella che nel novembre del 1994, dando seguito alla volontà dello stesso Ayrton Senna, ha fondato la Fondazione Ayrton Senna, in soccorso ai bambini poveri del Brasile. L’istituto in questi anni ha supportato centinaia di migliaia di assistiti e lo fa ancor oggi: nel 2004 è stato insignito di una cattedra incentrata sull’educazione e lo sviluppo umano dall’Unesco, e fu prima organizzazione non governativa a raggiungere tale onore. Ma tutto questo, dopo tutto, non deve sorprenderci poi troppo: “Se vogliamo cambiare qualcosa, dovremo iniziare con i bambini attraverso la loro istruzione” è infatti una delle frasi simbolo del pilota brasiliano, che oltre ad essere un campione di Formula 1 era innanzitutto un campione nella vita. (agg Michela Colombo)
AYRTON SENNA: IL RICORDO DI TURRINI
Sono trascorsi 26 anni esatti da quel drammatico primo maggio 1994 in cui perse la vita il mito di Ayrton Senna durante il GP di Imola di Formula 1. A ricordare il drammatico epilogo in questa giornata è stato Leo Turrini sul Giorno: “Io e Senna eravamo amici e sarebbe toccato a me, due giorni dopo, il martedì 3 maggio, accompagnarlo a casa sull’aereo che lo restituiva al suo Brasile”, ha confidato. Quella rappresenta per lui “una ferita mai suturata, uno sbrego mai riparato. Nonostante il tempo sia passato e ne sia passato pure troppo”. Come una sorta di autodifesa, lui oggi racconta quello che accadde il giorno prima della morte del grande pilota, “Quando, senza potessimo immaginarlo nemmeno lontanamente, i nostri occhi si incrociarono una volta ancora. L’ ultima”. Senna, da profondo cristiano, rimase particolarmente scosso dalla notizia della morte di un suo collega, l’austriaco Ratzenberger, proprio a Imola. Sul loro incontro Turrini scrive: “Ci incontrammo nel retro dei box e fu un attimo. Io avrei avuto qualcosa da chiedergli, ma lui mi fece capire con una occhiata che non se la sentiva di parlare, che non era il caso”. Per questo da 26 anni si rimprovera “di non aver forzato quel suo pudore”. “Quelle parole non dette non le sentirò mai più”, conclude oggi con un immenso dispiacere. (Aggiornamento di Emanuela Longo)
IL TRAGICO INCIDENTE A IMOLA
Sono dunque passati 26 anni dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna, e dunque la memoria di tanti appassionati della Formula 1 e non solo non può che andare a quel drammatico 1 maggio del 1994 quando a Imola, perdemmo forse il migliore pilota della f1 di tutti i tempi. I fatti sono certo noti ma è bene ancora una volta ricordarli sia pure per sommi capi. Era infatti il Gp di San Marino 1994, prova del mondiale che era già funestata dagli incidenti di Barrichello e quello mortale di Ratzenberger. Pure però nel drammatico momento, si decide di correre ma ad appena il 7^ giro la Williams di Senna esce di pista al Tamburello, ad altissima velocità. La vettura, che poi si scoprì aveva subito il cedimento del piantone dello sterzo (modificato nella notte dia meccanici), andò a sbattere in maniera violenta contro il muro a bordo pista: l’impatto fu drammatico. Senna, presto soccorso è apparso subito in condizioni gravissime: ricoverato all’Ospedale di Bologna, pur dopo le miglior cure possibili, il pilota brasiliano si spense solo nel tardo pomeriggio, dopo le 18, senza aver mai ripreso conoscenza. E fu grande lutto nel mondo dello sport, scomparsa che ancor oggi ricordiamo con il cuore gonfio di nostalgia per il campionissimo della Formula 1. (agg Michela Colombo)
AYRTON SENNA, 26 ANNI DALLA SCOMPARSA
Sono passati 26 anni dalla tragica scomparsa di Ayrton Senna, ma il ricordo di uno dei miti della Formula 1 è perfettamente intatto nella memoria degli appassionati di automobili che hanno avuto il privilegio di vedere il brasiliano al volante e anche di chi, non avendo avuto questa opportunità, pure non può che vedere in lui il pilota più forte di tutti i tempi. La sua bacheca di trofei parla chiaro ma sono ancora più chiare le immagini delle sue incredibili imprese al volante, come pure i racconti di chi lo ha conosciuto di persona e che ci ha dunque rivelato tutta l’umanità del campionissimo brasiliano, che si ha lasciato 26 anni fa. Era infatti il 1 maggio 1994 quando Ayrton Senna ci ha lasciato, in seguito al drammatico incidente al volante della Williams sul tracciato di Imola: un vuoto che ancora oggi si sente. Manca infatti a tutti un personaggio dal suo carisma e fascino oltre che magnetismo: Senna infatti anche a 26 anni dalla scomparsa non è solo fonte di ispirazione da seguire per il mondo degli sport motoristici, ma pure è diventato modello e guida per tutti coloro che vogliono fare grandi cose nella propria vita. “Driving to perfection” era uno dei suoi motti preferiti.
AYRTON SENNA, 26 ANNI DALLA MORTE: ANEDDOTO DI MONTEZEMOLO
E a 26 anni dalla comparsa pure sorgono ancora tanti retroscena inediti e curiosità sul personaggio di Ayrton Senna, come quella che ci ha regalato solo qualche settimana fa l’ex numero 1 della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, che ha raccontato ai microfoni di Sky Sport 24, di quanto il pilota brasiliano, proprio nel 94 fosse a un passo dal sedersi di fronte al volante della Ferrari. L’ex numero 1 della rossa fino al 2014 non usa mezzi termini nel raccontare la vicenda: “Il mio più grande rimpianto è Senna: venne a casa mia, a Bologna, il mercoledì prima del tragico incidente di Imola. Non solo mi disse che voleva correre a tutti i costi con la Ferrari ma che voleva trovare il modo per liberarsi dalla Williams. Ci saremmo dovuti sentire dopo Imola, sarei stato ben lieto di averlo in squadra, sarebbe stata la ciliegina sulla torta che poi è arrivata comunque con Schumacher”. Possibile una coppia Schumacher-Senna in rosso all’epoca, che sarebbe stato certo un sogno per i fan della Rossa visti i trionfi dei due? “Una coppia Senna-Schumacher? Non avrebbe funzionato, sarebbe stato un gran colpo di teatro ma non buono per la Ferrari” l’opinione dell’ex presidente di Maranello. Nonostante i grandi piani purtroppo però il destino di Ayrton Senna si è deciso in altro modo, ma il suo carisma e il suo esempio rimangono guida perenne per tutti.