Ayub Saqib, fidanzato di Saman Abbas, non sarebbe stato così interessato a lei e alle sue sorti nei giorni in cui si consumava la tragedia che l’avrebbe portata a morire per mano della famiglia, uccisa a Novellara nel 2021. Secondo i giudici della Corte d’Assise di Reggio Emilia (che in primo grado hanno condannato all’ergastolo i genitori della ragazza e lo zio a 14 anni di carcere per l’omicidio), il ragazzo l’avrebbe tradita e avrebbe contattato un’altra via WhatsApp, intrattenendo con quest’ultima chat così lunghe e intense da comporre oltre 5mila pagine di tabulati.
Lo evidenzia la stessa Corte nelle motivazioni della sentenza emessa il 19 dicembre 2023 a carico del padre e della madre di Saman, Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e dello zio Danish Hasnain, ritenuti tutti responsabili del delitto. La figura di Ayub Saqib, stando a quanto rilevato in sede processuale, non sarebbe stata così legata alla vittima la quale, probabilmente immersa in un’illusione sentimentale, sognava un futuro con lui, un matrimonio e persino un figlio. E dalle carte emerge un ritratto impietoso del ragazzo che, in diverse trasmissioni, si era mostrato devastato dalla scomparsa della 18enne poi trovata cadavere in un casolare oltre un anno dopo l’ultimo avvistamento sotto casa.
Ayub Saqib, perché i giudici hanno respinto la richiesta di risarcimento del fidanzato di Saman Abbas
Ayub Saqib, parte civile nel processo per l’omicidio della fidanzata Saman Abbas contestato alla famiglia della 18enne, si è visto respingere la richiesta di risarcimento. Una decisione che deriva dal fermo convincimento dei giudici di Reggio Emilia che, nella sentenza di primo grado emessa in Corte d’Assise nel 2023, hanno inflitto l’ergastolo ai genitori e 14 anni di carcere allo zio della vittima. La realtà scoperta in sede di indagine avrebbe restituito un ritratto decisamente diverso dal Saqib affranto apparso negli studi di diverse trasmissioni, da Chi l’ha visto? a Quarto Grado, a margine della sparizione della 18enne.
Secondo quanto rilevato dalla Corte, infatti, Ayub Saqib tradiva Saman Abbas e avrebbe continuato a farlo anche dopo la sua scomparsa intrattenendo per mesi, almeno fino al sequestro del suo dispositivo cellulare avvenuto il 17 giugno 2021, una chat dai contenuti inequivocabili con un’altra giovane contattata via WhatsApp. “Soprattutto – scrivono i giudici con tono pungente nelle motivazioni –, è il giorno stesso della scomparsa di Saman che Ayub Saqib, evidentemente molto angosciato per le sue sorti, avvierà una lunghissima conoscenza via chat con un’altra ragazza, che contatta il 1º maggio 2021 sull’utenza (…) intrattenendo con lei una chat che, dal 1° maggio si protrae incessantemente sino al 17 giugno 2021, solo perché in tale date interviene il sequestro del suo dispositivo“.
I giudici hanno quindi respinto l’istanza di risarcimento, in sostanza, perché la reale entità del suo legame con la vittima non la giustifica: “Diversi sono i comportamenti da lui serbati all’epoca (e non solo) che conducono ad escludere – fondatamente – che il suo legame sentimentale nei confronti della vittima fosse di qualità ed intensità tale da assurgere ad interesse meritevole di tutela secondo l’ordinamento giuridico“.
Saman Abbas, “Fu il fidanzato Ayub Saqib a stressarla in modo incessante perché tornasse a casa”
Sempre secondo i giudici, come si legge in un altro passaggio delle motivazioni della sentenza di condanna a carico di genitori e zio della ragazza uccisa a Novellara nel 2021, fu il fidanzato Ayub Saqib a farle pressioni perché tornasse a casa con la famiglia, lasciando la comunità in cui aveva trovato rifugio, nella fase immediatamente antecedente alla sua morte.
La Corte d’Assise di Reggio Emilia ha concluso che Ayub Saqib “ha mentito ad operatrici ed assistenti sociali allorquando, in seguito all’ultima fuga dalla struttura della ragazza dell’11 aprile 2021, le stesse lo contatteranno reiteratamente per reperire informazioni su Saman, con Saqib che negherà di trovarsi assieme a lei a Roma, fingendo di non saperne nulla e, anzi, simulando interesse e apprensione per le sorti della fidanzata, che si trovava però con lui“. Per i giudici fu sempre lui a determinare Saman “a fare rientro a casa, per un motivo – questo sì futile – quale quello del recupero dei documenti, peraltro scaduti, stressandola in modo incessante e, anzi, ammonendola di non andare via di casa fino al loro recupero, anche quando la ragazza, proprio il 30 aprile, gli manifesterà la sua prossima intenzione di scappare“.
Cosa è emerso dalla copia forense del telefonino di Ayub Saqib
Il dispositivo del fidanzato di Saman Abbas, sequestrato un mese e mezzo dopo la scomparsa della 18enne (le cui tracce si persero la notte tra il 30 aprile e il 1° maggio 2021), avrebbe restituito un’istantanea diversa del suo coinvolgimento sentimentale nei confronti della ragazza. I contenuti estrapolati, condensati nelle circa 5mila pagine di chat con un’altra ragazza – contatto avviato il giorno stesso dell’omicidio, quindi in costanza della tragedia -, per i giudici ricalcano “plasticamente” la “scarsissima affezione di Saqib” nei confronti di Saman “che di lui era così tanto innamorata da mettere, e da aver messo, a repentaglio tutto“.
“Tra i messaggi che il ragazzo invia a questa sua nuova fiamma, sempre il 1° maggio 2021 – si consideri che la conversazione prende avvio la mattina e prosegue per tutta la notte, componendosi in questa prima giornata soltanto di circa 700 pagine – se ne rinvengono alcuni dal tenore eloquente, oltre che del tutto analogo a quelli che, fino a poche ore prima, Saqib inviava a Saman.” La copia forense del telefono del giovane, in sintesi, per la Corte d’Assise avrebbe portato a galla uno sguardo disincantato sulla relazione tra la 18enne Saman e il fidanzato, fotografando un coinvolgimento unilaterale (da parte della ragazza) e la sostanziale indifferenza del ragazzo: “Se nei primi giorni di maggio l’atteggiamento della parte civile – non conoscendosi la sorte di Saman – poteva reputarsi sintomatico della scarsissima serietà delle sue intenzioni (si pensi solo che voleva sposarla e che avevano provato ad avere un bambino) e di una totale mancanza di rispetto, nei giorni successivi alla scoperta della tragedia assume caratteri e significati sui quali si preferisce sorvolare, per il rispetto dovuto alla giovane vittima“.