Dovrebbe slittare la riapertura dei negozi al dettaglio: per il commercio si parla infatti del 18 maggio come data. Questa quella a cui si ragione nelle riunioni che sono in corso a Palazzo Chigi sulla Fase 2. I negozi, che rientrano nelle categorie già fermate, non dovrebbero riaprire il 4 maggio, secondo quanto riportato dal Tgcom24 che cita fonti di maggioranza. Questo quanto emerso dalla cabina di regia tra governo ed enti locali, non sulle aziende. Dunque, sul commercio al dettaglio il governo ragionerà sulla data di riapertura nei prossimi giorni. Una probabile data di riapertura sarebbe quella del 18 maggio, ma si tratta di un’ipotesi che al momento è priva di conferme. AdnKronos parla invece di tensioni sul tema durante la riunione tra il premier Giuseppe Conte e i capidelegazione della maggioranza. Il ministro della Salute Roberto Speranza invita alla prudenza, invece la ministra delle politiche agricole alimentari e forestali Teresa Bellanova spinge per la riapertura. E pare che ci sia stata una discussione piuttosto accesa. (agg. di Silvana Palazzo)



AZIENDE E NEGOZI: FASE 2, COSA CAMBIA

Fase 2, ci siamo quasi: anche se non ci sono ancora certezze e i vari protocolli sono ancora in fieri (e nonostante diverse attività, grazie al sistema delle deroghe, abbiano riaperto da tempo come spiegato dal Governatore Luca Zaia per il Veneto), si va delineando il quadro di norme e disposizioni entro cui dovranno operare le imprese italiane dopo il prossimo 4 maggio, data che sancirà la fine del lockdown. Secondo le indiscrezioni, si tratterà di un piano articolato e che, pur valendo per l’intero territorio nazionale, terrà conto dei diversi tipi di attività delle peculiarità di ogni Regione. Andiamo a vedere di seguito come si articolerà questa ripresa e in che modo riapriranno le imprese, in base anche alle indicazioni che la task force guidata da Vittorio Colao sta fornendo al Governo: inoltre grazie a una bozza di protocollo messa a punto dall’Inail si cominci a fare chiarezza su quali saranno le misure di sicurezza da adottare nei luoghi di lavoro, che si tratti di grandi aziende come di attività commerciali più piccole, a partire dall’ingresso fino ad arrivare alla coesistenza negli spazi comuni, e passando per le turnazioni, la sanificazione e altri aspetti.



AZIENDE E NEGOZI FASE 2: LE LINEE GUIDA

Innanzitutto le linee guida per garantire la sicurezza nei luoghi di lavoro saranno basate su tre diverse variabili di rischio, ovvero l’esposizione, la prossimità tra i lavoratori e le situazioni possibili di aggregazione. Gli aspetti sui cui si interverrà riguardano la riformulazione di orari e spazi di lavoro, il distanziamento sociale, la sanificazione degli ambienti, le misure di prevenzione tra cui l’adozione della mascherina), la nomina di medici ad hoc per questa fase di emergenza, i controlli all’ingresso mediante termoscanner e l’adozione di protocolli rigidi di isolamento immediato nel caso in cui il lavoratore presenti dei sintomi, oltre al predisporre sanzioni per gli inadempienti. Come già anticipato dai lavori che sta portando avanti la commissione di Colao, verrà potenziato lo smartworking per contenere i contagi anche se in piena fase di ripristino delle attività produttive (frutto di un accordo tra Governo e parti sociali, in attesa che la suddetta intesa venga recepita a livello normativo). Da una parte insomma l’azienda avrà la responsabilità e l’obbligo di informare i lavoratori sulle misure di prevenzione, ma lo stesso varrà per i dipendenti che dovranno restare a casa se hanno febbre sopra il 37,5° o sintomi riconducibili al Covid-19. In tali casi sul posto di lavoro o in azienda si rientrerà solo a seguito della avvenuta negativizzazione mediante test del tampone.



NUOVE REGOLE E PROTOCOLLI DI SICUREZZA PER LAVORATORI

A livello di organizzazione interna vediamo invece come cambierà la vita all’interno dei suddetti luoghi di lavoro: innanzitutto, nel caso in cui un lavoratore contagiato da Covid-19 è stato presente nei locali, bisognerà prima procedere a una meticolosa pulizia e sanificazione, come peraltro deve avvenire a fine turno delle varie postazioni lavorative (gli interventi di pulizia possono essere attuati ricorrendo agli ammortizzatori sociali). Per quanto concerne la gestione interna, bisogna che il datore di lavoro predisponga turni e orari differenziati che riducano per quanto possibile le presenze in contemporanea e garantiscano il distanziamento sociale: vanno anche evitati assembramenti al momento dell’entrata e all’uscita. Come già proposto per diverse tipologie di aziende verranno adottati pannelli in plexiglass e strumenti similari barriere di protezione proprio per favorire il distanziamento, ricavando ove possibile anche aree da spazi inutilizzati. Per quanto riguarda invece i contatti con l’esterno, per certe aziende sarà ridotto al massimo il ricorso a fornitori non interni e nel caso ciò avvenga di predisporranno procedure di ingresso e uscita speciali al fine di ridurre i contatti col personale dell’impresa. Inoltre nel protocollo di sicurezza per la Fase 2 concordato tra Governo e parti sociali si prevede anche un capitolo in cui si specifica che i Dpi (Dispositivi di Protezione Individuale, ovvero mascherine, guanti, ecc.) siano utilizzati in tutte le situazioni in cui sia impossibile stare a distanza reciproca di un metro, mentre sarà contingentato l’accesso a mense, zone fumatori e altre aree comuni.