Cinque tra i più importanti gruppi di imprese tecnologiche europee hanno richiesto un intervento urgente della Commissione Eu, per bloccare la nuova proposta di legge sul “data sharing“ cioè il regolamento che tutela la condivisione di dati, la sicurezza e la privacy, sia personale che aziendale. A rischio ci sarebbero alcuni segreti che potrebbero finire in mano alle aziende cinesi, garantendo a Pechino un maggiore vantaggio commerciale. Gli amministratori hanno scritto una lettera a Ursula Von del Leyen, per chiedere di mettere in pausa la proposta fino a quando non saranno apportate importanti modifiche al testo, con clausole che dovrebbero garantire una maggiore tutela.
Dal piano sembrerebbe che in base alle nuove regole, le imprese hi-tech sarebbero costrette a condividere i loro dati con i governi, con gli utenti e con altre società che gestiscono i database. Per questo i dirigenti hanno dichiarato che “I danni potrebbero essere ingenti per tutto il settore tecnologico europeo, già minacciato dalla competizione di Usa e Cina.
Legge Ue sul data sharing, le imprese hi-tech chiedono più tutela di privacy e segreti commerciali
Stephan Vilsmeier, amministratore delegato del gruppo Brainlab che si occupa di tecnologia sanitaria, ha dichiarato al Financial Times, che il nuovo modello di condivisione dei dati Ue, è “una minaccia per un intero settore delle telecomunicazioni, per il quale l’Europa stà già lottando per cercare di mantenere i primati ottenuti a livello internazionale“. Le regole, che potrebbero entrare in vigore con la nuova legge, obbligheranno le aziende a perdere quel modello di business competitivo, offrendo poche garanzie per il futuro.
Inoltre, non modificare il regolamento potrebbe compromettere la qualità dei servizi e non garantire alcuna privacy agli utenti, in caso di attacchi informatici. Il quotidiano finanziario ha inoltre avuto modo di visionare in esclusiva il piano proposto, e questo prevede, tra le altre cose il limite all’uso dei dati provenienti dalle istituzioni, ma l’esenzione per la Commissione Ue, che potrà condividere i dati se la situazione viene giudicata “emergenziale“. Molti sembrano voler spingere per l’approvazione finale urgente, ma il testo “ha bisogno di revisioni“, come chiesto dalle imprese, altrimenti si rischia “un tuffo nell’ignoto“.