L’APPELLO DELL’EX PREMIER AZNAR PER LA LIBERTÀ DELLA SPAGNA DAL “RICATTO” DEI CATALANI
Con la Spagna per la libertà del popolo e di uno Stato davanti al “ricatto” del leader indipendentista (e latitante) Puigdemont: è firmato Josè Maria Aznar il lungo appello scritto oggi su “Il Giornale” dall’ex Premier del Partito Popolare davanti all’imminente accordo di Governo socialisti-Sumar-Junts-baschi che porterebbe al secondo mandato consecutivo Pedro Sanchez. Secondo Aznar, i milioni di spagnoli in piazza in questi giorni dimostrano l’incauto accordo firmato dal Psoe che di fatto “regala” l’amnistia ai leader catalani condannati per il referendum illegale del 2017 in Catalogna, in particolare con il ritorno da uomo libero in Spagna per l’ex Presidente della Generalitat Puigdemont.
«La Spagna sta vivendo un momento critico della sua storia. Dopo aver recuperato la democrazia e la libertà quarantacinque anni fa, gli impegni di governabilità appena firmati dal Partito socialista compromettono la migliore eredità della sua storia recente: la convivenza sotto la protezione della legge, l’uguaglianza tra gli spagnoli e la loro riconciliazione nazionale; né più né meno che il suo futuro come comunità politica integrata», scrive l’ex leader popolare, impegnato da mesi a fianco del candidato Premier Pp Feijóo. L’accusa contro il Partito Socialista Operaio Spagnolo è quella di creare un accordo di Governo con secessionisti e latitanti: Sanchez ha riaffermato il conglomerato di forze anti-sistema composto da radicali populisti, secessionisti catalani e dagli eredi politici del gruppo terroristico ETA; non solo, aggiunge Aznar, il socialismo di Spagna ha anche rinnovato questa alleanza estremista «contando sui voti di coloro che hanno guidato il tentativo di secessione dalla Catalogna nel 2017». Quella che viene definita una “resa” del Partito socialista lascia di fatto la governabilità della Spagna «nelle mani di un latitante», la stabilità di un futuro governo socialista, «ostaggio volontario del secessionismo, deve dipendere dall’amnistia di tutti coloro che hanno partecipato alla sedizione del 2017. Un’amnistia, per di più, grottescamente “estesa” a chiunque sia legato o meno al processo sedizioso dell’indipendenza catalana». Secondo Aznar, la Spagna viene di fatto “venduta” per negoziare l’investitura di un nuovo governo «consegnato mani e piedi agli indipendentisti catalani e baschi e a una somma di minoranze estremiste che non hanno altro legame in comune che il disprezzo per la Costituzione e la democrazia liberale».
AZNAR: “LA SPAGNA È PIÙ DEL SUO GOVERNO. AMNISTIA LIBERTICIDA”
Aznar si rivolge in più passaggi nella sua lettera al “Giornale” ai colleghi socialisti del Psoe, gli stessi che rifiutavano il tema dell’amnistia in sede elettorale, con anche il Premier Sanchez che escludeva gusto tipo di accordo ancora a tre giorni dalle Elezioni della scorsa estate «sono molti i socialisti storici in buona fede che hanno alzato la voce contro questo oltraggio, proprio perché implica un attacco frontale a qualcosa che precede il pluralismo politico e le normali dispute di partito: il consenso di base, nazionale, che li rende possibili. Come se non bastasse, tutto questo viene fatto senza aver ricevuto alcun mandato dalle urne».
«La Spagna è molto più del suo governo», continua l’ex Premier popolare, «In Spagna c’è un’istituzionalità sufficiente, una società civile organizzata e una volontà determinata a non farsi sopraffare da alcun impulso liberticida». La norma sull’amnistia messa dentro al contratto di Governo tra Sanchez e i catalani di Junts viene considerata da Aznar un affronto alla libertà e al diritto costituzionale: «In questo momento di incertezza, ci sono molti spagnoli impegnati per la democrazia, per la libertà e per la loro nazione che non sono disposti a farsi spogliare del loro migliore patrimonio collettivo. Sono sicuro che la lealtà, la lucidità e l’impegno civico di tutti loro – di tutti noi – prevarranno».