BATTAGLIONE AZOV, LA MOGLIE DEL COMANDANTE PROKOPENKO: “È SENZA SPERANZE”

Si chiama Katerina Prokopenko, è la moglie del comandante del Battaglione Azov di stanza a Mariupol e nella sua testimonianza resa ieri a “Porta a Porta” v’è tutto il dolore e la tragedia di una guerra che non sembra volgere per il lieto fine nel Donbass invaso dalla Russia.



«Ieri l’ultima telefonata con Denis. Resisterà ma non ha più speranze», è il messaggio in lacrime lanciato dalla giovanissima moglie del comandante in diretta su Rai 1. «Eravamo così felici io e Denis prima della guerra», racconta piangendo la giovane Prokopenko, «nell’ultima telefonata non l’avevo mai sentito così cupo». L’assedio ormai è finito a Mariupol, i russi hanno preso il controllo della città e la Brigata Azov, rimasta a difesa della città per oltre due mesi, è ormai asserragliata all’interno dell’acciaiera-bunker Azovstal, mentre Ucraina e Occidente chiedono al Cremlino un’evacuazione immediata senza spargimenti di sangue ulteriore. «Lui mi dava speranza, diceva sempre che avremmo vinto. Dopo l’ultima notte, quando al posto dell’ospedale è rimasto un cratere grande come un palazzo di cinque piani, non ha più avuto parole. Siamo sotto choc», racconta ancora Katerina Prokopenko a Bruno Vespa.



MARIUPOL, IL MESSAGGIO DELLA BRIGATA AZOV: “QUI MANGIAMO UNA VOLTA AL GIORNO”

Senza speranze ormai, con l’unica forza che rimane che è quella di sopravvivenza in un contesto atroce dove feriti stanno lentamente morendo sotto il peso dei tanti giorni senza mangiare o bere: «Resisteranno fino alla fine?», si chiede la moglie del comandante Azov Denis Prokopenko, «Certamente. Una persona d’onore. La mia roccia, lui incarna tutte le caratteristiche positive possibili per un uomo. Non c’è una persona che possa dire una parola brutta contro di lui. È la persona più bella al mondo per me», spiega piangendo Katerina. A chi definisce il battaglione Azov un reggimento pieno di nazisti, la giovane moglie del comandante replica «Sono abituata al fango russo, sta difendendo il nostro Paese. Non vogliamo essere riportati nell’ovile russo e compiacere le loro mire imperialiste». Sempre a “Porta a Porta” è stato poi mostrato l’ultimo messaggio videoregistrato da Prokopenko e affidato alla moglie, giunta a Roma nelle scorse settimane: «Mariupol e i suoi abitanti sono diventati l’obiettivo primario dell’esercito russo. La città della libertà e della prosperità è stata distrutta dalle bombe. Centinaia di migliaia di cittadini sono stati deportati dai russi. Più di 20 mila persone sono state assassinate. Vogliono distruggere la libertà dell’Ucraina», spiega nel video il leader della Brigata Azov su Mariupol. Racconta l’inferno dell’acciaieria Azovstal e aggiunge «sotto il fuoco di centinaia di bombe che uccidono militari e civili. Alle forze russe non interessa la precisione il loro piano è uccidere la gente. Abbiamo persone in attesa di evacuazione. I civili non possono uscire dai sotterranei. È in corso una catastrofe umanitaria. Non c’è elettricità né acqua. Le nostre scorte le condividiamo con i civili. I nostri militari mangiano una volta al giorno. Siamo qui. Stiamo facendo l’impossibile per fermare l’esercito russo. E al momento il nostro Paese non può aiutarci».