«I contagi non avvengono dentro le scuole. L’attenzione deve essere invece orientata fuori, alle attività extrascolastiche, come ribadiamo da tempo»: così spiegava la Ministra Lucia Azzolina solo il 13 ottobre scorso, dopo aver presentato in quegli stessi giorni i dati sui contagi dall’inizio dell’anno scolastico. Ufficialmente per il Miur – fino al 10 ottobre – «gli studenti contagiati sono pari allo 0,08 per cento (5.793 casi di positività)», mentre il 5 ottobre erano registrati 1.493 casi di positività fra gli studenti (con dati risalenti al 26 settembre). Questi sono gli ultimi dati emersi dal Ministro Azzolina ma nell’inchiesta pubblicata da Davide Maria De Luca e Filippo Teoldi sul quotidiano “Domani” quegli stessi numeri non solo scricchiolano ma rimarrebbero quasi del tutto insufficienti: i numeri disponibili non sono frutto di indagini sistematiche, ma risultati di questionari che alcuni dirigenti inviano al ministero. Non solo, pare che nessuno sembra sapere all’interno del Miur quante siano le scuole, quali e quanti casi generano i focolai; da ultimo, con questi stessi dati pare impossibile prendere decisioni “informate” sulle scuola, come ad esempio chiuderle, aprirle o inserirle la didattica a distanza.



“DOMANI” SMONTA DATI MIUR: “QUESTIONARI INUTILIZZABILI”

Il ministero ha fatto sapere a Domani che i numeri che la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha diffuso finora come se fossero il frutto di un sistematico monitoraggio scientifico, «sono in realtà il risultato di comunicazioni di singoli dirigenti scolastici elaborati in maniera statistica. Si tratta, in altre parole, di semplici questionari», spiegano i due artefici dell’importante inchiesta giornalistica. Non ci sono dati territoriali, non ci sono numeri su larga scala e di fatto i questionari utilizzati da alcuni presidi non possono essere presi come valenza nazionale generale, rendendoli così praticamente inutilizzabili. Commentando il reportage uscito sul suo stesso quotidiano, il direttore di “Domani” Stefano Feltri a Omnibus su La7 inquadra la grande problematica sul conteggio dei contagi da Covid a scuola: «Mentre in tutta Italia si confrontano numeri scientifici, il rapporto tra positivi e tamponi effettuati, il Ministero dell’Istruzione dice che le scuole sono sicure perché alcuni presidi comunicano alcuni casi positivi di cui sono stati informati». Non solo, valutando negativamente l’operato dei tecnici e dello stesso Ministro Azzolina, Feltri conclude «C’è una totale sottostima, è un modo molto sbagliato di prendere decisioni politiche: il Miur prende una scelta e poi cerca dei dati che la possano confermare. E poi la gente, giustamente, non si fida».

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