Alla vigilia della riapertura della scuola, la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha parlato a “Live Non è la D’Urso” per ripercorrere le linee guida predisposte per il rientro in sicurezza. Ma faranno discutere alcune dichiarazioni della ministra, che del resto nelle ultime settimane si è scontrata con dirigenti scolastici e sindacati. «Sto parlando con tantissimi dirigenti scolastici che mi dicono che non hanno mai avuto così tanti soldi come in questo momento», ha dichiarato a Barbara D’Urso, che ha espresso tutta la sua perplessità tramite il suo volto. La ministra Azzolina ha tirato dritto parlando dei 330 milioni di euro dati alle scuole col Decreto Rilancio, peccato che in Italia ci sono oltre 44mila istituti scolastici e che quindi per molti presidi i soldi arrivati siano comunque pochi. Poi si è lasciata andare ad un aneddoto personale: «Quando ero insegnante, e lavoravo, io e tanti miei colleghi, ma anche studenti, sa quante paia di jeans e pantaloni abbiamo rovinato in quei banchi vecchi?».
LUCIA AZZOLINA E LA PROMESSA COL CUORE
La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina farà impazzire i social per la promessa che ha fatto alla conduttrice Barbara D’Urso riguardo l’attenzione agli studenti con disabilità. «Ci sono 259mila bimbi con disabilità, vi occuperete anche di loro?», le ha chiesto la conduttrice di “Live Non è la D’Urso”. E la replica farà ridere perché c’è una sorta di citazione “dursiana”: «Sono stata anche insegnante di sostegno, ho la massima attenzione. Mi creda, col cuore glielo dico. Li abbiamo messi in cima alle nostre priorità». La ministra comunque era partita dalle polemiche per la questione della misurazione della temperatura. «È stata una scelta molto ponderata. È più sensato che la misurazione avvenga a casa, anziché a scuola, dove il bambino potrebbe contagiare i compagni se fosse positivo». La ministra ha precisato che «la misurazione a casa è solo un piccolo pezzo della procedura». È una questione di strategia: «Dobbiamo provare a prevenire». La ministra Azzolina ha quindi lanciato un appello alle famiglie: «La scuola va protetta e ci vuole senso di responsabilità da parte di tutto». Poi è passato poi alla bufera per i banchi: «Il ritardo è da 20 anni, la scuola ha subito per anni tagli all’istruzione, altrimenti non ci avrebbero chiesto oltre 2 milioni di banchi».