Non è tardata ad arrivare la replica di Michele Emiliano a Lucia Azzolina. Il presidente della Regione Puglia non ha affatto gradito la nota della ministra dell’Istruzione, che ha chiesto di modificare o ritirare l’ordinanza sulle scuole. «Come si può da parte di un ministro preannunciare con un comunicato stampa, senza anticipare alcuna motivazione, una richiesta di modifica o ritiro di un provvedimento urgente emesso da un presidente di regione con grande sofferenza e rispetto verso il mondo della scuola al solo fine di prevenire ulteriori contagi?», ha scritto il governatore pugliese, ricordando che nella pubblica amministrazione si agisce per atti. A tal proposito, Emiliano ha spiegato che l’ordinanza era «necessaria ed urgente» a fronte dell’elevato «numero di studenti, insegnanti, personale scolastico e loro familiari contagiati e posti in quarantena, che ha determinato una situazione di rischio epidemiologico elevato». Pertanto, Emiliano ritiene di aver adempiuto al suo dovere. «E nonostante non condivida toni e contenuto della nota del ministro, proverò in ogni modo a non polemizzare, ma a collaborare al fine di garantire la tutela di studenti, docenti, personale scolastico e famiglie pugliesi». (agg. di Silvana Palazzo)



AZZOLINA VS PUGLIA “RITIRI O CORREGGA ORDINANZA”

Nel delicato e turbolento rapporto tra Governo e Regioni si apre un nuovo terreno di scontro, quello con la Puglia. La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina ha deciso di anticipare una richiesta formale al governatore Michele Emiliano che di fatto riaccende la tensione istituzionale. Il riferimento è all’ordinanza con cui il governatore pugliese concede a chi vuole seguire le lezioni da casa a chi lo volesse, dopo che il Tar di Bari aveva sospeso la chiusura delle scuole decretata dalla Regione Puglia. «Nelle prossime ore, nell’ambito dell’esercizio dei consueti canoni di leale cooperazione tra istituzioni, verrà formalizzata da parte del ministero dell’Istruzione una richiesta di ritiro o revisione dell’ordinanza regionale che tenga conto di quanto previsto, con grande chiarezza, dal Dpcm dello scorso 3 novembre per le zone cosiddette “arancioni”, Puglia compresa». La Azzolina non ci sta e lo dimostra in un comunicato in cui prende posizione. Ma non si è fermata qui, perché ora chiede anche la condivisione di tutti i dati che hanno motivato la decisione regionale.



AZZOLINA CHIEDE ALLA PUGLIA DATI SU FONDI SCUOLE USATI

La ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina chiede alla Regione Puglia una relazione sugli interventi compiuti dalle autorità sanitarie e locali competenti per l’organizzazione del nuovo anno scolastico, secondo le indicazioni del “piano scuola” approvato a giugno dalle Regioni, tra cui la Puglia. Dal Miur arriva anche un’altra richiesta: si vuole capire cosa stia facendo la Puglia per la ripartenza. «La relazione dovrà contenere, inoltre, una puntuale indicazione in merito alle iniziative poste in essere per garantire modalità efficienti di organizzazione del trasporto locale correlato alle esigenze di riapertura delle scuole, all’utilizzo delle risorse stanziate e all’attuale attività di programmazione in vista del futuro ritorno a scuola anche delle studentesse e degli studenti della scuola secondaria di secondo grado».



La ministra Azzolina ricorda che per le scuole pugliesi sono stati stanziati 510 milioni di euro in risposta alle accuse sull’impreparazione per il ricorso alla didattica digitale e a distanza. Nel comunicato c’è anche un attacco ai sindaci pugliesi, annunciando che il Miur sta monitorando la spesa dei fondi per l’edilizia leggera da parte degli enti locali. «In Puglia, ad oggi è stato speso il 61,94% delle risorse assegnate rispetto al totale». Per quanto riguarda, invece, le risorse per affitti, noleggio e adeguamento spazi, solo il 42% degli enti locali beneficiari della Regione Puglia autorizzati ha attivato contratti di affitto e noleggio per garantire il distanziamento.