Torna allo scoperto la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, alla vigilia della riapertura delle scuole. Domani, 7 settembre, tocca gli istituti dell’Alto Adige, poi dal 14 toccherà alla maggior parte delle regioni. “Abbiamo lavorato per ridurre al minimo il rischio contagio – le parole dell’esponente pentastellato, intervistata stamane dal programma radiofonico “Il caffè della domenica” di Maria Latella, in onda su Radio 24 – ma la scuola non è un posto fatato, asettico, dove il rischio è zero per questo abbiamo lavorato con l’Iss per avere un protocollo e stabilire cosa si fa se c’è un contagiato in classe”. A riguardo la Azzolina cita il recente caso dell’istituto Marymount di Roma, dove è stato rinvenuto un alunno con il covid: “Il caso di Roma al Marymount – le parole della ministra – dimostra come il protocollo sta funzionando: inizialmente si era parlato di 65 persone che dovevano andare in quarantena, poi si è stabilito che solo 9 andranno in quarantena e seguiranno la didattica a distanza”.
AZZOLINA: “SE LA CLASSE E’ IN QUARANTENA, CONTINUERA’ LA DIDATTICA”
In ogni modo, i docenti non potranno rifiutarsi di lavorare da remoto, con la didattica a distanza: “le linee guida stabiliscono che se la classe è in quarantena la didattica deve continuare. Io credo ci voglia anche buonsenso, tutti i paesi europei stanno facendo così”. La Azzolina ha aggiunto che il primo giorno di scuola “Sarà un giorno molto emozionante, da marzo le attività si erano interrotte”. Per quanto riguarda la temperatura degli studenti, la ministra ribadisce che verrà misurata a casa e non in classe, come invece auspica da tempo il governatore della Campania, De Luca: “La temperatura si misura a casa – ha detto a riguardo – per evitare che se ci fossero studenti malati o asintomatici possano diventare un pericolo per i compagni di avventura. È chiesto di avere responsabilità da parte di tutti. Si devono evitare gli assembramenti fuori da scuola, si useranno tutti gli ingressi a disposizione”.