Questa notte inizierà il lungo viaggio di Babbo Natale per raggiungere le case di tutti i bambini del mondo portando i suoi sempre classici doni che – almeno nell’immaginario collettivo, specie dei più piccoli – rappresentano un po’ l’anima di questa sempre amatissima festività; ma oltre alla tradizione e alla cultura molti (come spesso accade nel periodo natalizio) si chiederanno chi sia e che origini abbia il paffuto e simpatico omone barbuto – appunto, Babbo Natale – che in sella alla sua slitta trainata da renne volanti distribuisce doni e regali esclusivamente ai bimbi che sono stati bravi e non sono stati depennati dalla sua famosissima lista.
Risalire alle origini di Babbo Natale non è particolarmente complesso, ma per farlo dobbiamo dimenticarci un attimo la sua figura che conosciamo oggi per addentrarci brevemente nel culto da secoli riservato a San Nicola, ovvero il vescovo di Myra noto fin dal 270 dopo Cristo e presente (secondo alcuni scritti) anche al primissimo Concilio vaticano di Nicea: la sua vita – come spesso accade per i Santi – è parzialmente avvolta dal mistero, ma in larga parte legata a due eventi particolari.
Il primo – che lo ricollega direttamente al ‘nostro’ Babbo Natale – vuole che il Santo venuto a conoscenza di tre giovani fanciulle povere che stavano per diventare prostitute per tre giorni lanciò nelle loro finestre dei sacchi contenenti dell’oro per fornir loro una dote utile per il matrimonio; mentre il secondo vuole che San Nicola riuscì a riportare in vita tre bambini che erano stati macellati e messi in salamoia da due poveri ed affamati locandieri.
Com’è avvenuto il passaggio dalla figura di San Nicola a quella di Babbo Natale: la nascita di un mito
Proprio per celebrare San Nicola – e qui finalmente veniamo ai primi parallelismi con Babbo Natale – si sviluppò la tradizione di scambiarsi piccoli doni il 6 dicembre (ovvero il giorno dedicato dalla Chiesa al Santo), ma la trasformazione nel classico omone con la barba bianca risale solamente al 17esimo secolo quando il Santo venne rappresentato con le fattezze oggi note in alcuni racconti andati ormai perduti; mentre nel 1773 sulle pagine di un quotidiano americano venne chiamato per la prima volta ‘Santa Claus‘, storpiando il nome olandese di San Nicola Sinterklaas.
Facendo un altro passo avanti, un’accurata descrizione dell’odierno Babbo Natale la dobbiamo allo scrittore Washington Irving nel libro ‘History of New York’ del 1809 seguito qualche anno dopo – ovvero nel 1823 – da un’altra famosissima descrizione fatta da Clement Clarke Moore nel suo ‘A Visit From Saint Nicholas’ dove comparvero anche le renne e la tradizione di entrare nelle case calandosi dal camino delle abitazioni.
Una particolarità legata a Babbo Natale spesso dimenticata è che – proprio legandosi alla figura di San Nicola – originariamente veniva sempre rappresentato con abiti verdi che richiamano anche alla speranza, mentre fu per primo il vignettista Thomas Nast nel 1862 a rappresentarlo con la veste rossa: una rappresentazione che non attecchì almeno fino al 1930 quando da un’intuizione del pubblicitario Haddon Sundblom che lo ripropose in rosso per l’annuale pubblicità natalizia della Coca Cola (creando un parallelismo con i colori classici della famosissima bibita) consegnandolo agli annali culturali.