Babbo Natale, Santa Claus, Sinterklaas, San Nicola: e che sia in Europa, Asia Orientale, Giappone e in tante altre parti del mondo quando si parla delle festività di fine anno la prima cosa che viene in mente è tutta quell’iconografia legata a questo personaggio che distribuisce i doni ai bambini durante la notte della vigilia. Ma chi è davvero Babbo Natale e quale è il suo ruolo nell’immaginario collettivo, anche nell’anno in cui è la pandemia a tenere banco ma continua comunque a rimanere l’unico caposaldo nelle festività più dimesse e con i contatti sociali inevitabilmente ridotti? Oramai Babbo Natale è una sorta di icona pop, perfettamente inglobata nei meccanismi della cultura consumistica di massa ma, una volta tanto, questo non è necessariamente un male dato che nel corso dei secoli aveva e ha ancora una forte connotazione legata alle sue origini cristiane e che affondano le radici nella notte dei tempi.



E anche per questo motivo la classica domanda se “Babbo Natale esiste” perde di senso dal momento che oramai fa parte del nostro modo di essere e quello stesso ‘rito di passaggio’ che porta a un certo punto a rivelare ai bambini che quel personaggio vestito di bianco e rosso e che sulla sua slitta consegna i doni non è reale rappresenta davvero l’ingresso in una nuova fase della propria vita. E, in fondo, diciamocelo: anche se la verità la conosciamo, facciamo finta di crederci perché il mondo è più bello così: allora scopriamo chi era, pardon, chi è Babbo Natale e quali sono le origini del suo nome e di quell’iconografia a cui accennavamo sopra.



BABBO NATALE, CHI E’ DAVVERO? TRA MITOE STORIA, UN’ICONA POP

Partiamo subito col dire che, qualunque sia il nome che gli viene affibbiato, l’abbigliamento che gli attribuisce la cultura popolare o le coordinate geografiche in cui ci troviamo, la figura classica di Babbo Natale come viene celebrato nella modernità, il riferimento da cui partire è quello di San Nicola, vescovo di Myra vissuto tra il 200 e il 300 d.C. e venerato dalla Chiesa Cattolica, e che ebbe da sempre un rapporto privilegiato coi più piccoli: di lui si racconta che riportò in vita anche tre bambini che erano stati rapiti e uccisi. La nostra storia si intreccia tuttavia, con un vertiginoso salto spaziale e temporale, con quella dei Paesi Bassi e del Belgio dove Sinterklaas (nome olandese di San Nicola da cui deriva poi Santa Claus, usato nelle culture angloamericane dove fu importato dai coloni ‘orange’ per acquisire le caratteristiche che oggi conosciamo) viene festeggiato invece nella notte tra il 5 e 6 dicembre.



È da qui che parte quello che potremmo chiamare il processo di “scristianizzazione” di Babbo Natale che dalla fine del 1700 in poi cessa di essere solo un eroe cristiano (rappresentato col suo bastone pastorale e tre sacchetti di monete o sfere d’oro) per entrare nella cultura di massa: già in “Canto di Natale” di Charles Dickens molti l’hanno intravisto nello Spirito dei Natali Presenti, ma la cosa più affascinante (al di là delle derive commerciali e il suo ‘sfruttamento’) è che poi ogni popolo l’ha fatto proprio declinandone la figura in maniera diversa pur conservandone alcune caratteristiche positive e rassicuranti.

DALLE RADICI CRISTIANE, ALL’ICONOGRAFIA DEL COSTUME BIANCO E ROSSO…

L’introduzione del Babbo Natale panciuto e alla stregua di un nonno buono e rubicondo, con l’abito rosso e bianco, e la slitta si deve ai celebri ‘commercials’ della Coca Cola che nei primi Anni Trenta lanciò una di quelle campagne pubblicitarie (grazie ad Haddon Sundblom) destinate non solo a diventare iconiche ma anche a influenzare fortemente quelle che verranno. Secondo alcuni sarebbe stata la multinazionale, per esigenze legate al proprio brand, a cambiare i… colori sociali del Babbo dal verde al rosso anche se oggi questa tesi viene considerata lacunosa dato che la Coca Cola non fu però la prima a rappresentare così Santa Claus (c’era già stato un precedente nel 1915, sempre negli USA, con la White Rock Beverages) e senza dimenticare diverse raffigurazioni risalenti al secolo precedente e non solo in America.

Infine va ricordato che lo stesso San Nicola aveva un costume fatto di abiti bianchi con ricami d’oro e che in alcuni casi era completato da una cappa rossa. Invece, ha origini chiaramente più recenti, la mitologia legata alla dimora di Babbo Natale: se negli USA si ritiene che sia ‘geolocalizzato’ al Polo Nord, in Europa si tende forse per… campanilismo a situarla in uno dei Paesi freddi del Vecchio Continente, ovvero la regione finlandese della Lapponia e dunque al Circolo Polare Artico. Insomma, e questo potrebbe essere un ottimo spunto per concludere: cultura che vai, Babbo Natale che trovi. O, per citare e anzi parafrasare un claim molto caro agli appassionati di calcio del nostro Paese: “Babbo Natale è di chi lo ama”, e dunque che ognuno abbia o si immagini il suo…